L’ex sindaco di Torino Piero Fassino è stato rinviato a giudizio per la gestione del Salone del Libro

(ANSA/ © Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)
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L’ex sindaco di Torino Piero Fassino è tra le 17 persone che sono state rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione finanziaria del Salone del Libro, la più grande fiera dell’editoria italiana, tra il 2010 e il 2015. Fassino andrà a processo con l’accusa di turbativa d’asta per l’affidamento del Salone nel triennio 2016-2018, così come Antonella Parigi, ex assessore alla Cultura della regione. Entrambi sono stati assolti per lo stesso reato relativo all’affidamento diretto dell’evento per il 2015. Il processo inizierà a maggio.

Le indagini si erano concluse nel gennaio del 2019 ed erano state indagate 29 persone. Tra quelle che oggi sono state rinviate a giudizio c’è anche Rolando Picchioni, ex presidente della Fondazione per il libro, la musica e la cultura, l’ente che gestiva il Salone. Massimiliano Montaruli e Niccolò Gregnanini, che erano accusati di aver cancellato la memoria del computer di Picchioni durante la perquisizione degli investigatori, su ordine dello stesso Picchioni, sono stati ammessi alla messa alla prova, cioè il procedimento nei loro confronti è sospeso, ma si dovranno impegnare in attività di pubblica utilità.

Tra le azioni illecite scoperte dalla procura durante le indagini ci fu anche la sovrastima del marchio del Salone. Nel 2009 il suo valore fu valutato pari a 1,8 milioni di euro e in quanto tale inserito a bilancio nel 2010: in questo modo la Fondazione potè chiudere in attivo il bilancio. Secondo le valutazioni della procura però il marchio valeva molto meno: il 24 dicembre è stato venduto all’asta per 600mila euro (da una base di 385mila) all’Associazione Città del Libro, messa insieme da otto fornitori della Fondazione per il libro che avevano crediti nei confronti del Salone.