Cosa sono le friulane, che vanno di moda
Da circa un anno molti usano le tradizionali pantofole di velluto anche per uscire di casa: dato che sono fatte a mano però non è così semplice procurarsele
Da qualche settimana, il venerdì mattina alle nove, fuori da un piccolo negozio di scarpe del centro di Milano si forma una fila di decine persone, talmente lunga che fa il giro dell’isolato. Il negozio si chiama Calzature Gallon, si trova in piazza Sant’Eustorgio, vicino alle Colonne di San Lorenzo, ed esiste dal 1955: passandoci davanti lo si nota per l’insegna originale degli anni Settanta, ma la vetrina non ha niente di particolarmente appariscente, soprattutto in confronto agli altri negozi della zona. La fila è dovuta al fatto che è uno dei negozi più noti ed economici tra quelli che vendono le friulane, o furlane in dialetto, un vecchio modello di pantofole in velluto, originarie delle campagne del Friuli, che ultimamente vanno di moda.
Fino a qualche anno fa le friulane venivano usate soprattutto come “pantofole eleganti”, di quelle che si usano per accogliere gli ospiti in casa. Da un po’ invece si vedono anche per strada, con vestiti più o meno eleganti, da giorno e da sera.
«La coda si forma perché il negozio è piccolo e con le restrizioni dovute al coronavirus possiamo fare entrare solo una persona alla volta. Ma il motivo principale è che il nostro fornitore ci consegna circa cento paia di friulane a settimana e non riusciamo a soddisfare l’aumento della richiesta, che ultimamente è di cento e passa al giorno» ha raccontato al Post Maurizio Gallon, proprietario e titolare del negozio. Le friulane di Gallon hanno un prezzo molto vantaggioso (29 euro) e con la richiesta attuale basta una giornata perché vadano esaurite, almeno nelle misure più comuni. «Sono diventate le nuove ballerine», ha detto Gallon.
Pagando un po’ di più, le friulane si possono anche comprare online. Ad esempio nel negozio di abbigliamento Melidé, dove costano tra i 50 e i 60 euro. «Nell’ultimo anno la vendita di friulane sul nostro sito è almeno quintuplicata», ha raccontato Alessandra Delbono, fondatrice di Melidé: «Nel 2018 un consulente ci suggerì di toglierle dal catalogo, spiegandoci che questo prodotto non aveva appeal e che sarebbe stato difficile spiegarlo e di conseguenza venderlo. Abbiamo preferito non seguire il suo consiglio: noi le indossavamo sia in casa che fuori, in tutte le versioni, insomma ne eravamo innamorate. Abbiamo deciso di tenerle e siamo state premiate perché nel giro di un anno sono diventate un trend».
Originariamente, di elegante e modaiolo le friulane avevano ben poco: nacquero nell’Ottocento come scarpe povere delle campagne friulane. Erano cucite a mano dalle donne a partire da materiali di scarto. Da un certo punto in poi per le suole, ad esempio, si riciclarono i copertoni usati delle biciclette. Dopo la Prima guerra mondiale arrivarono a Venezia, dove si diffusero moltissimo tra i gondolieri perché erano antiscivolo, garantivano una buona stabilità e non rovinavano la verniciatura delle barche.
Da dove arrivi e come sia nato il recente interesse per le friulane non è chiaro. Un’ipotesi è che nei mesi passati in casa per il lockdown le persone abbiano cominciato a dedicare più attenzione a indumenti e accessori “da casa”, come è successo per esempio negli Stati Uniti con le Crocs: il cosiddetto loungewear. Un’altra ipotesi è che abbiano cominciato a circolare sempre più spesso tra alcune persone del mondo della moda, come Kate Moss, e tra alcuni influencer di Instagram, e che da lì si siano diffuse al largo pubblico.
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Lorenzo Bises, che su Instagram è seguito da 26mila persone per i suoi consigli di lifestyle, come si dice, ha raccontato al Post che durante il lockdown l’interesse per le friulane è cresciuto tra i suoi follower. Bises le ha sempre usate, ma in quei mesi ha pubblicato la foto di un nuovo paio di quelle di Gallon ― che in quel periodo faceva consegne a domicilio ― e tanti gli hanno scritto per sapere dove comprarle. «Io le indosso solo in casa, come pantofole», ha spiegato: «Ma tanti amano indossarle anche fuori perché sono comode e casual, ma allo stesso tempo hanno un tocco sofisticato, dato dal fatto che sono prodotti artigianali e di nicchia. Sono facili da indossare, prendono la forma del piede, e in quelle di velluto il colore risalta in modo particolare. In più sono scarpe che vanno bene sempre: sono unisex, per tutte le età e si possono usare con qualsiasi cosa».
Il fatto che siano artigianali e che non si trovino facilmente potrebbe aver contribuito al loro fascino: le vere friulane sono fatte a mano, e richiedono tempi di produzione lunghi per quantità limitate. Il fornitore di Gallon le produce artigianalmente da generazioni e fatica a stare dietro all’aumento della richiesta degli ultimi mesi. Delbono di Melidé ha raccontato al Post di aver parlato con alcuni artigiani che recentemente hanno iniziato una piccola produzione “industriale”, assumendo operai per produrne in quantità sempre maggiori. «Comincia a esserci l’esigenza di rispondere alla domanda di un pubblico abituato a spedizioni “prime”», ha spiegato: «Ma le friulane hanno bisogno di tempo. I nostri clienti lo sanno e aspettano un mese prima di riceverle».
Renato Gastaldi, titolare di un negozio di Venezia tra i più noti tra quelli che vendono friulane, si rifornisce da piccoli produttori del Friuli che le fanno a mano. «Abbiamo sempre avuto dei limiti a intensificare la produzione perché per fare il punto a mano intorno alla suola ci vuole almeno mezz’ora e sono rimaste pochissime persone che sanno fare questo lavoro» ha detto: «Quest’anno finalmente siamo riusciti a fare un po’ di scuola e a formare nuove persone che ci permettessero di avere una manodopera sufficiente a soddisfare la richiesta».
Gastaldi ha raccontato di aver cominciato la sua attività rilevando una piccola bancarella di friulane sul ponte di Rialto nel 1998. La bancarella era lì dai primi anni Cinquanta e vendeva solo due modelli semplici, entrambi con la suola bianca tipica delle friulane originali. Nel 2009, quando il Comune li costrinse a spostarsi, Gastaldi e la moglie Alessandra Defranza si chiesero se fosse il caso di continuare con l’attività. «Alla fine decidemmo di riaprire Piedaterre, il nostro negozio, in una vecchia oreficeria sempre in prossimità del ponte, ma non avevamo nessuna certezza», ha detto Gastaldi: «Allora le friulane erano ancora considerate semplici pantofole: era difficile trovare la manodopera necessaria per produrle e i clienti disposti a pagare il giusto prezzo».
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In commercio, oltre ai modelli tradizionali in velluto, si trovano friulane in seta, cotone e lino, di colori e forme diverse. Defranza, che è la designer delle friulane che vendono lei e il marito, ha cominciato anni fa a disegnare nuovi modelli ispirandosi alle scarpe esposte al Museo del Settecento Veneziano (il modello Wilde, per esempio, viene da lì) e continua ancora oggi: sul sito del negozio attualmente ci sono più di dieci modelli diversi, dai 69 euro in su. Poi tra i negozi online di friulane artigianali che hanno sperimentato di più nel reinventare questo tipo di scarpa c’è Allagiulia, che dal 2010 disegna e vende friulane con frange e fantasie particolari, a costi decisamente più alti della media.
Ora che molti usano le friulane per camminare anche fuori casa Gastaldi si chiede come fare in modo che durino a lungo, senza sconvolgere la “ricetta” originaria: Piedaterre fa ancora le suole con un tipo di gomma riciclata e sta cercando soluzioni innovative che le rendano più resistenti. «C’è ancora un piccolo produttore che fa le suole con le gomme delle bici, ma in negozio ne abbiamo solo un numero limitato e non piacciono a tutti perché hanno un aspetto molto grezzo», ha spiegato Gastaldi: «Spero di trovare il modo di farle risorgere un giorno».
Naturalmente non tutte le friulane che si trovano nei negozi fisici o online sono cucite a mano e non tutte sono fatte “alla vecchia maniera” con materiali come la canapa e il cotone, e le cuciture in filo fatte a mano. Alcune di quelle che si trovano in commercio, anche a prezzi molto superiori alla media, sono tenute insieme dalla colla e sono fatte di materiali sintetici, due cose che le rendono molto meno traspiranti delle originali. Il consiglio di Gastaldi per trovarne di buona qualità è di controllare che sull’etichetta ci sia scritto dove sono prodotte e di fidarsi solo dei negozi che garantiscono sulla produzione artigianale e fatta in Italia.