In Francia i nuovi contagi da coronavirus continuano ad aumentare
Ne sono stati registrati più di 16mila in sole 24 ore: intanto governo e sindaci litigano sulle misure restrittive da adottare
Giovedì sera il governo francese ha comunicato che nelle precedenti 24 ore erano stati registrati 16.096 nuovi contagi da coronavirus, il numero maggiore di casi mai rilevati finora nel paese dall’inizio dell’epidemia. Nonostante vada tenuto in conto che questo dato non è paragonabile a quelli comunicati a marzo e aprile, quando venivano fatti i tamponi quasi esclusivamente alle persone ricoverate in ospedale, la situazione in Francia è comunque preoccupante.
Il numero di nuovi casi giornalieri sta continuando ad aumentare da luglio, e nelle ultime tre settimane è più che raddoppiato il numero dei pazienti con la COVID-19 ricoverati negli ospedali di Parigi. Un aumento dei ricoveri nell’area della capitale è stato registrato anche nei reparti di terapia intensiva, dove tre settimane fa i pazienti con la COVID-19 erano 50, mentre mercoledì il numero era salito a 132: secondo alcune stime, potrebbero superare i 200 durante la prossima settimana. Il consorzio pubblico che riunisce gli ospedali nell’area di Parigi ha detto che l’arrivo di nuovi pazienti ha forzato gli ospedali a cancellare alcune operazioni chirurgiche non urgenti a partire da questo fine settimana.
La situazione in Francia non è grave come nel picco dell’epidemia: ad aprile il picco di nuovi contagi registrati nel giro di 24 ore era stato di 5.497, quindi molti meno rispetto agli oltre 16mila di giovedì, ma i morti erano diverse centinaia ogni giorno, mentre ora sono qualche decina. Anche la pressione negli ospedali del paese, seppur in aumento, non è paragonabile a quella vista nei mesi più critici.
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Mercoledì Olivier Veran, ministro della Salute francese, aveva comunicato nuove restrizioni e aveva definito la situazione epidemiologica del paese drasticamente «deteriorata». Il governo aveva diviso la Francia in zone, evidenziate con diverse tonalità di rosso a seconda delle misure più o meno restrittive introdotte. Le aree di «allerta» sono quelle in cui il tasso di incidenza dei contagi settimanali da coronavirus arriva fino a 50 casi per 100.000 abitanti; l’«allerta intensa» è per le zone con un indice superiore ai 150 casi alla settimana per 100.000 abitanti e una pressione moderata sugli ospedali; con oltre 250 casi alla settimana su 100.000 abitanti, e con le unità di terapia intensiva occupate per oltre il 30 per cento dai pazienti con la COVID-19, si parla invece di «massima allerta»; la situazione più grave è quella individuata nello «stato di emergenza», che però finora non ha riguardato nessuna zona della Francia. In Italia oggi il tasso di incidenza dei contagi settimanali è inferiore a 20 casi per 100.000 abitanti.
[#COVID19] Afin de prendre des mesures adaptées, nous nous fondons sur trois indicateurs clé pour classer les départements et les territoires dans cette phase de l'épidémie ⤵️ pic.twitter.com/XLxRJEchcW
— Ministère de la Santé et de la Prévention (@Sante_Gouv) September 23, 2020
Le misure annunciate dal governo mercoledì non sono però piaciute ad alcune amministrazioni locali, tra cui quella di Marsiglia, città nel sud del paese, una delle più colpite dalla cosiddetta “seconda ondata” di coronavirus.
Per Marsiglia – così come per la vicina Aix-en-Provence e per l’isola di Guadalupa, nelle Antille – il governo aveva annunciato la chiusura di tutti i bar, i ristoranti e le strutture sportive a partire da questo weekend. Michèle Rubirola, sindaca di Marsiglia, ha attaccato duramente il governo di Emmanuel Macron, accusandolo di avere adottato le misure restrittive senza consultarla: «La situazione sanitaria [della città] non giustifica questo annuncio. Non posso accettare che le persone di Marsiglia diventino vittime di decisioni politiche che nessuno capisce», ha twittato Rubirola. Diversi proprietari di ristoranti e bar a Marsiglia hanno detto che protesteranno contro l’introduzione delle nuove misure e si teme che molte attività non rispetteranno le restrizioni. L’amministrazione locale intanto ha chiesto di rinviare di dieci giorni la chiusura di bar e ristoranti.
Marsiglia, che la scorsa primavera aveva rilevato numeri più bassi sul coronavirus rispetto ad altre zone della Francia, aveva cominciato a registrare un aumento significativo di contagi ad agosto, durante le vacanze estive, quando la città era stata meta turistica di molti francesi. Inizialmente i contagi si erano concentrati soprattutto tra i più giovani, ma poi si erano progressivamente diffusi tra la popolazione più anziana della città. Ora la situazione è diventata preoccupante, soprattutto per l’aumento di pazienti con la COVID-19 negli ospedali della città.
Proteste analoghe a quelle di Rubirola sono arrivate da Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, città per cui il governo ha deciso la chiusura di tutti i locali dalle dieci di sera (misure simili sono state annunciate per Lione, Grenoble, Bordeaux, Nizza, Lille, Tolosa, Saint-Etienne, Rennes, Rouen e Montpellier). Anche Hidalgo ha detto di non essere stata consultata e ha definito le nuove misure «molto restrittive».
Il primo ministro francese, Jean Castex, ha risposto alle critiche delle sindache di Marsiglia e Parigi, e alle minacce dei proprietari dei locali di non rispettare le nuove regole, chiedendo «responsabilità»: «Quello che non voglio è tornare indietro a marzo», ha detto Castex, cioè quando in Francia era stato imposto uno dei lockdown più duri di tutta Europa.