Kim Jong-un si è scusato per l’uccisione di un funzionario della Corea del Sud
Il direttore della sicurezza nazionale sudcoreana, Suh Hoon, ha comunicato che il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un, si è scusato con la Corea del Sud per l’uccisione di un funzionario sudcoreano da parte delle forze dell’ordine nordcoreane. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, Kim ha inviato una lettera al presidente sudcoreano Moon Jae-in, dicendosi «molto dispiaciuto» per aver «deluso» il presidente e tutti i sudcoreani coinvolti nel caso.
Lunedì 21 settembre la Corea del Sud aveva segnalato l’irreperibilità di un funzionario del Dipartimento della pesca che era in servizio su una nave guardacoste nei pressi dell’isola di Yeonpyeong, vicino al confine con la Corea del Nord.
Secondo quanto ha successivamente ricostruito il ministero della Difesa sudcoreano, il funzionario era caduto in acqua col giubbotto salvagente ed era stato trovato in acque nordcoreane il giorno dopo; l’uomo sarebbe stato interrogato a distanza di sicurezza dai soldati nordcoreani che lo avevano trovato, quindi ucciso con colpi di arma da fuoco e poi bruciato.
Secondo la Corea del Nord, l’uomo «non identificato» si trovava in acque nordcoreane senza autorizzazione e non aveva risposto in maniera ritenuta sincera alle domande dei soldati nordcoreani, che lo avevano interrogato mentre si trovava a mare «su del materiale galleggiante», a circa 80 metri di distanza. Avvicinandosi, i soldati avevano sparato due colpi a vuoto, e vedendo che l’uomo stava provando a scappare avevano sparato altri dieci colpi alla distanza di 40-50 metri, come stabilito dai protocolli di sicurezza marittima nordcoreani.
La Corea del Nord, però, ha riferito di non aver trovato il corpo dell’uomo, bensì soltanto i resti del materiale galleggiante e molto sangue, che poi sono stati bruciati come previsto dalle linee guida del paese contro la diffusione del coronavirus.