In Polonia l’estrema destra litiga con l’estremissima destra
La coalizione di governo si è sgretolata: il potente e aggressivo ministro della giustizia Ziobro vuol diventare il nuovo Kaczyński
La scorsa settimana in Polonia si è sgretolata la coalizione di governo, dominata da forze di estrema destra. Diritto e Giustizia (PiS, la sigla in polacco), partito nazionalista ed euroscettico guidato da Jarosław Kaczyński, ha annunciato la creazione di un governo di minoranza a seguito di uno scontro su una legge riguardante la protezione degli animali. Diversi parlamentari della coalizione, per lo più del partito Polonia Solidale, di estrema destra, avevano votato contro la legge, scontrandosi apertamente con i propri alleati. Non è chiaro cosa succederà ora: potrebbe rimanere un governo di minoranza, o formarsi una nuova maggioranza diversa dalla precedente; oppure potrebbero essere convocate elezioni anticipate (la scadenza naturale della legislatura è nel 2023).
Lo scontro sulla legge per la protezione degli animali è stato in realtà uno scontro su altro: da mesi va avanti una serrata competizione per la guida dell’estrema destra polacca, cioè quell’orientamento politico che negli ultimi anni ha portato la Polonia a diventare uno stato illiberale e semi-autoritario e a scontrarsi più volte con l’Unione Europea.
La crisi che ha portato allo sgretolamento della coalizione di governo è stata provocata da Zbigniew Ziobro, fino a oggi potente ministro della Giustizia e leader di Polonia Solidale. Dalla formazione dell’ultimo governo, poco meno di un anno fa, Ziobro ha cercato di presentarsi come erede naturale di Kaczyński, il politico più importante e noto della Polonia, che ha dominato la destra polacca per decenni e che sembra stia considerando il ritiro dalla politica più attiva. L’impressione di diversi osservatori è che Ziobro debba vedersela soprattutto con Mateusz Morawiecki, attuale primo ministro polacco, più moderato rispetto a Ziobro e considerato il preferito di Kaczyński per la sua successione.
Negli ultimi anni Ziobro è diventato estremamente potente in Polonia, anche se il suo partito non sembra averne beneficiato: negli ultimi sondaggi realizzati dall’istituto IBRIS, Polonia Solidale è data a circa l’1,5 per cento (PiS è dato al 35 per cento, mentre l’altro membro dell’ultima coalizione di governo, Accordo, di destra, all’1,2 per cento). Ziobro è diventato potente soprattutto nella giustizia, settore che conosce da moltissimi anni.
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Tra il 2005 e il 2007, infatti, Ziobro fu ministro della Giustizia e procuratore generale nel governo guidato dal PiS, partito di cui faceva parte fino al 2011, quando fu espulso per avere messo in dubbio la leadership di Kaczyński. In quel periodo, ha raccontato il Financial Times, si fece notare soprattutto per le sue frequenti conferenze stampa in cui annunciava indagini ambiziose, diventando per molti una specie di combattente intransigente contro il crimine e la corruzione. I suoi critici lo accusavano invece di usare le indagini per prendere di mira i suoi oppositori politici.
Ritornò a fare il ministro della Giustizia dopo le elezioni del 2015, per le quali Kaczyński aveva voluto tutta la destra polacca unita, e da allora assunse il controllo di quasi ogni aspetto del sistema di giustizia polacco.
Nel 2016, per esempio, fece approvare una misura che permetteva ai pubblici ministeri di divulgare informazioni sensibili a terzi nel corso di indagini penali, per assicurarsi il potere di creare una propria narrativa su chiunque fosse sotto indagine in quel momento. Malgorzata Szuleka, che lavora all’Helsinki Foundation for Human Rights, organizzazione no-profit con sede a Varsavia, ha detto: «Questo è quello che lo ha reso così potente, e il motivo per cui così tante persone hanno paura di lui».
Wojciech Szacki, analista di Polityka Insight, centro polacco di analisi politica, ha detto: «Ci sono persone anche dentro Polonia Solidale che lo considerano come qualcuno che farebbe qualsiasi cosa per distruggere i suoi nemici. Conosce così bene ogni dettaglio di ciascuna indagine, e gli affari di così tante persone diverse. Non sono solo i polacchi liberali ad avere paura di lui; lo temono anche molti nella destra».
Negli ultimi anni Ziobro ha cercato di presentarsi come unico difensore dell’ideologia di estrema destra, accusando per esempio il primo ministro Morawiecki di essere troppo timido su diverse questioni legate ai diritti civili (e nel corso degli ultimi anni il governo polacco ha adottato politiche contro l’aborto, l’educazione sessuale, i diritti delle persone LGBT+, tra le altre cose). A luglio, per esempio, ha annunciato un piano per ritirare la Polonia dalla Convenzione di Istanbul, il testo più avanzato per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. Ziobro ha descritto la Convenzione come una «invenzione femminista che vuole giustificare l’ideologia gay».
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Secondo la stampa polacca, Ziobro starebbe cercando di convincere Kaczyński a unire i rispettivi partiti, PiS e Polonia Solidale, mossa che permetterebbe al primo di prendere il controllo di PiS dopo il ritiro del secondo dalla vita politica attiva. Per quanto se ne sa finora, però, Kaczyński starebbe facendo resistenza, nel tentativo di favorire come suo successore Morawiecki.