Un caso editoriale, per davvero
"Cambiare l'acqua ai fiori", romanzo di una scrittrice francese poco nota, è arrivato in cima alle classifiche solo perché è piaciuto molto a tantissime persone
A credere alle fascette, le strisce di carta che nelle librerie decorano e pubblicizzano gran parte dei libri usciti da poco, di casi editoriali ce ne sono decine ogni anno. Malauguratamente per le case editrici però non è davvero così: tutti i libri di autori celebri e popolari finiscono puntualmente nelle classifiche dei libri più venduti, mentre è molto più raro che il romanzo di uno scrittore poco conosciuto si venda tanto, nel senso di tanto oltre le previsioni.
Quest’anno però un vero caso c’è: quello di Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin, pubblicato da E/O. È un romanzo che, dopo essere uscito senza farsi troppo notare nell’estate del 2019, è diventato uno dei libri più venduti dalla fine del lockdown, fino ad arrivare primo in classifica all’inizio di settembre e vendere circa 180mila copie. Il tutto, principalmente, grazie ai consigli dei librai e al passaparola tra i lettori.
Di cosa parla Cambiare l’acqua ai fiori
È lungo 473 pagine ed è ambientato in gran parte in un cimitero di provincia, in Francia, tra il 2016 e il 2017, anche se ci sono numerosi flashback. La protagonista, Violette Toussaint, ha più o meno 50 anni ed è la guardiana del cimitero: la persona ogni giorno ne apre e chiude i cancelli e vive, da sola, in una piccola casa con una porta che dà sulla strada e una a cui si accede dalla zona delle tombe. Nelle prime pagine a una delle porte bussa un uomo che deve deporre le ceneri della madre sulla tomba di uno sconosciuto, senza sapere perché.
L’ambientazione del romanzo non è così tetra come potrebbe sembrare e gli unici fantasmi di cui si parla sono leggendari oppure fasulli. Ci sono aspetti molto drammatici nella storia, ma lo spirito del romanzo è vicino a quello delle commedie francesi: qualcuno che l’ha letto lo paragona al film Il favoloso mondo di Amélie o a Chocolat (anche se è solo ambientato in Francia) per l’atmosfera che costruisce; E/O già nella quarta di copertina invece lo accosta all’Eleganza del riccio di Muriel Barbery, un altro romanzo francese e un altro grande successo della casa editoriale.
La trama di Cambiare l’acqua ai fiori è molto ricca e complessa, e probabilmente questa caratteristica è una delle ragioni per cui il libro ha avuto tanto successo: ci sono vari colpi di scena, e dato che l’intreccio fa passi avanti e passi indietro nel tempo, seguendo diversi personaggi, la lettura è molto ritmata. Senza fare spoiler, ci sono: varie storie d’amore che però non sono la parte più importante del romanzo; molte storie secondarie, alcune molto piccole, che ricordano le poesie narrative dell’Antologia di Spoon River; tradimenti; un’orfana; un personaggio che sembra il tipico aiutante delle fiabe; e una vicenda tragica. Nella seconda metà poi il romanzo diventa quasi un giallo: alcuni personaggi iniziano un’indagine personale per scoprire se un certo fatto (avevamo detto senza spoiler) è stato causato in modo intenzionale.
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La storia editoriale del romanzo
Valérie Perrin ha 53 anni e prima di diventare una scrittrice era una fotografa, in particolare una fotografa di scena nelle produzioni cinematografiche. Cambiare l’acqua ai fiori è il suo secondo romanzo: il primo, Il quaderno dell’amore perduto, uscì nel 2015, sia in Francia che in Italia, dove fu pubblicato dalla casa editrice Nord. Nelle librerie italiane però non ebbe un particolare successo: spesso le case editrici scelgono di pubblicare il libro di uno scrittore perché il precedente è piaciuto ai lettori, ma nel caso di Cambiare l’acqua ai fiori non è stato così.
C’entrano invece una «piccola raccomandazione» da parte dell’editore francese, Albin Michel, e una prima lettura molto entusiasta, ha detto al Post Sandra Ozzola, editrice di E/O: «L’ho letto rapidamente e mi ha colpito molto». Il romanzo era uscito in Francia nel febbraio del 2018, ed E/O lo pubblicò in italiano nel luglio del 2019 nella traduzione di Alberto Bracci Testasecca. L’immagine sulla copertina è la stessa dell’edizione francese, con qualche modifica, ha spiegato Ozzola: «Abbiamo cercato di toglierle l’aspetto forse un po’ troppo da rosa, romantico, abbiamo cercato di attutirlo, in modo che non sembrasse un libro per signore».
Le prime settimane nelle librerie andarono bene a livello di vendite per un libro pubblicato senza particolari aspettative. «L’abbiamo messo sul mercato, poverino, senza nessun nome famoso che lo appoggiasse, nessun tour per spingerlo», ha raccontato Ozzola. La scarsa notorietà di Perrin è probabilmente tra le ragioni per cui di recensioni inizialmente non ce ne furono molte: sulle testate più importanti solo trafiletti, fatta eccezione per un’intervista su Tuttolibri della Stampa.
Le vendite cominciarono a crescere già nel 2019, ma lentamente. A ottobre il libro spuntò in una classifica secondaria, quella dei venti libri di narrativa straniera più venduti, ma nel periodo prima di Natale, il momento dell’anno in cui si vendono più libri, non ricevette particolari attenzioni. All’inizio dell’anno era intorno alla 15esima posizione. Poi durante il lockdown, mentre le classifiche erano un po’ sballate per la chiusura delle librerie, il fatto che Amazon smise di spedire molti libri e il rinvio di molte nuove uscite, Cambiare l’acqua ai fiori guadagnò qualche posizione. A maggio, con la riapertura delle librerie continuò a salire nella classifica della straniera, entrando nelle prime dieci posizioni. Durante l’estate la salita è continuata fino ai livelli della classifica generale, quella dove si trovano soprattutto romanzi e libri di varia (come quelli scritti da persone famose che non sono scrittori) italiani. La prima settimana di settembre Cambiare l’acqua ai fiori è infine arrivato in testa alla classifica, con circa novemila copie vendute in sette giorni. Ora è sceso al terzo posto, ma continua a vendere molto: più di 180mila copie dall’uscita.
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Man mano che le vendite aumentavano, molti giornalisti hanno notato il libro e così sempre più giornali ne hanno scritto e forse hanno portato qualche persona in più ad acquistarlo, ma è stato soprattutto il passaparola tra i lettori a determinare il successo commerciale di Cambiare l’acqua ai fiori. «È stato uno di quei piccoli miracoli che succedono nell’editoria», ha commentato Ozzola. È un fenomeno imprevedibile e un po’ misterioso il passaparola sui libri, su cui gli editori provano a scommettere, senza mai sapere se si innescherà davvero.
Nel caso di questo romanzo però si può fare una buona ipotesi su come è iniziato tutto: c’entra il lockdown. Non perché, come ha ipotizzato qualcuno, Cambiare l’acqua ai fiori parla di elaborazione del lutto e siamo in un periodo complicato per molte persone, più o meno toccate dalla pandemia, ma per la pausa delle nuove uscite e, paradossalmente, per la chiusura delle librerie, che ha reso più importanti i consigli dei librai. Lo ha spiegato al Post Nicolò Lovat, della libreria Lovat di Villorba, in provincia di Treviso, una di quelle dove sono state vendute più copie di Cambiare l’acqua ai fiori: «Ha beneficiato dello stop delle novità, che ha dato più spazio ai libri che c’erano già. Tra noi librai lo abbiamo letto tutti e lo abbiamo consigliato quando abbiamo cominciato a fare vendite a domicilio. Abbiamo quasi fatto fatica a stare dietro con gli ordini, perché è esploso».
La stessa cosa è successa anche nella libreria Hoepli di Milano, un’altra che ha venduto molte copie di Cambiare l’acqua ai fiori. Manuela Stefanelli, direttrice della libreria, ha raccontato che il passaparola è stato prima di tutto interno e che il romanzo ha convinto anche librai con gusti molto diversi l’uno dall’altro. Fin dall’inizio dell’anno da Hoepli Cambiare l’acqua ai fiori aveva già venduto molto, grazie ai consigli dei librai, che durante il lockdown erano diventati più importanti perché i lettori non potevano aggirarsi tra gli scaffali della libreria. «Il nostro pubblico abituale si fa consigliare tanto» ha spiegato Stefanelli. Ancora oggi il libro è esposto in modo molto visibile nella libreria e ha anche una sua parte riservata in vetrina.
Sia nella libreria Lovat che nella libreria Hoepli il libro è piaciuto anche a lettori apparentemente fuori dal “target” ipotizzato per il libro, cioè le lettrici. Secondo Nicolò Lovat ha contribuito anche la recensione di Antonio D’Orrico, tra i più noti e rispettati critici letterari italiani, uscita il 2 maggio sulla Lettura del Corriere della Sera. Cita la recensione di un lettore online e finisce così: «Ha ragione l’ignoto lettore: è il romanzo più bello del mondo. E merita un doppio voto. 10 + 10». Poi a qualcuno non è piaciuto, ma capita sempre anche ai libri di maggiore successo.
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Effetto collaterale
Se il passaparola resta un fenomeno un po’ misterioso, è invece molto più spiegabile il fatto che grazie al successo di Cambiare l’acqua ai fiori anche il precedente romanzo di Perrin sia arrivato nelle classifiche dei libri più venduti. Nord l’ha opportunamente riproposto con una nuova copertina, dove si vede una donna di spalle come in quella di Cambiare l’acqua ai fiori. Due settimane fa Il quaderno dell’amore perduto (che racconta di una storia d’amore novecentesca narrata da una donna anziana a una dipendente della casa di riposo in cui vive) era terzo nella classifica della narrativa straniera, la settimana scorsa quarto.
Valérie Perrin intanto sta scrivendo un nuovo romanzo, che probabilmente terminerà nel 2021, e presto verrà a conoscere i suoi editori italiani e incontrare i suoi lettori: parteciperà a Insieme, un festival letterario che si terrà a Roma dal primo al 4 ottobre. Tra i librai invece c’è curiosità su come andrà Cambiare l’acqua ai fiori nei prossimi mesi: è già un caso editoriale, ma sarà davvero a pieno titolo un bestseller se sarà tra i libri più comprati sotto Natale.
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