Le indagini sulla morte di Willy Monteiro Duarte
Le quattro persone accusate dell'omicidio del 21enne di Colleferro stanno negando tutto, secondo i giornali, ma è emerso che i fratelli Bianchi avevano ricevuto diverse altre accuse in passato
Le indagini sulla morte di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo ucciso poco meno di due settimane fa a Colleferro, stanno andando avanti: da alcuni giorni il capo d’imputazione nei confronti dei principali sospettati – i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia – è passato da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario, con l’aggravante dei futili motivi. La nuova accusa, formulata dalla procura di Velletri, è arrivata in seguito ai primi risultati dell’autopsia, che ha rilevato «colpi assestati e non casuali» sul corpo del ragazzo. I fratelli Bianchi e Pincarelli si trovano in carcere a Rebibbia, mentre per Belleggia sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Willy Monteiro Duarte aveva 21 anni ed era nato a Roma da una famiglia capoverdiana: è morto nella notte tra il 5 e il 6 settembre, a Colleferro, vicino a Roma, durante il trasferimento in ospedale a seguito di una violenta rissa. Subito dopo la sua morte sono state arrestate quattro persone, tutti ragazzi tra i 22 e i 26 anni residenti ad Artena, il paese in cui Monteiro Duarte lavorava. Le circostanze in cui sarebbe avvenuta la rissa sono però ancora poco chiare, anche a causa delle testimonianze contraddittorie rese dagli imputati.
Intanto i giornali hanno raccontato che i quattro avevano ricevuto accuse varie, chi per spaccio, chi per lesioni. Repubblica scrive che i fratelli Bianchi erano già stati accusati e imputati perché nel gennaio del 2018 picchiarono un 25enne di Lanuvio, in provincia di Roma, utilizzando anche un tirapugni. L’ultima udienza del processo era stata rinviata per l’emergenza coronavirus. Sempre nel 2018, a maggio, Marco Bianchi era stato arrestato e scarcerato per aver picchiato due persone con un “corpo contundente”. Lo scorso febbraio, invece, Gabriele Bianchi era stato condannato a mille euro di ammenda per essere stato trovato “con un taglierino con una lama retrattile di sei centimetri”, tenuto dentro il vano porta oggetti della sua auto.
La ricostruzione degli inquirenti
Secondo le prime ricostruzioni di quella notte, tutta la vicenda ruoterebbe intorno al pub “Duedipicche” di Colleferro, dove quella notte si trovavano un gruppo di ragazzi del luogo, tra cui Monteiro Duarte, e un gruppo di ragazzi di Artena, tra cui i fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli. Da una lite tra questi due gruppi sarebbe nata la rissa che ha portato alla morte di Monteiro Duarte. Secondo gli inquirenti, che hanno raccolto le testimonianze di quattro persone che si trovavano sul posto al momento dell’omicidio, Belleggia e Pincarelli avrebbero passato tutta la serata al pub, mentre i fratelli Bianchi avrebbero lasciato il locale dopo poco, per allontanarsi a bordo della loro Audi Q7 con tre ragazze e un amico.
Verso le 2.30 del mattino Belleggia e Pincarelli si trovavano all’esterno del locale, e quest’ultimo avrebbe rivolto alcuni apprezzamenti nei confronti di una ragazza del gruppo di persone di Colleferro, Azzurra. Il fidanzato di Azzurra, Alessandro Rosati, si sarebbe quindi avvicinato a Pincarelli minaccioso, ma Belleggia lo avrebbe fermato, sostenendo che il suo amico era ubriaco e che non voleva dare fastidio alla ragazza.
Ad assistere alla scena c’era anche Federico Zurma, amico di Rosati, che sarebbe intervenuto anche lui con fare minaccioso in difesa della fidanzata dell’amico: prima che Zurma lo potesse colpire Belleggia lo avrebbe avrebbe spinto a terra, e solo a questo punto sarebbe intervenuto anche Willy Monteiro Duarte, per placare la rissa.
Verso le 3 del mattino, però, sul posto sarebbero tornati i due fratelli Bianchi, chiamati da un loro amico che si trovava lì, Michele Cerquozzi, per dare sostegno al gruppo di ragazzi di Artena.
I fratelli Bianchi avrebbero quindi iniziato a picchiare due ragazzi del gruppo di Colleferro, tra cui Samuele Cenciarelli e Monteiro Duarte. Mentre il primo però se l’è cavata con poche ferite, il secondo è stato trasportato in ospedale in gravi condizioni ed è morto. Secondo gli inquirenti entrambi i fratelli Bianchi avrebbero dato calci e pugni a Monteiro Duarte, e in particolare un calcio alla testa avrebbe causato i danni maggiori. Non è chiaro che ruolo avrebbe avuto Pincarelli, ma secondo gli inquirenti anche lui avrebbe partecipato al pestaggio.
Belleggia invece avrebbe avuto una posizione più defilata, e per questo per lui sono stati disposti solo gli arresti domiciliari. La presenza dei fratelli Bianchi, che hanno raccontato che al momento della chiamata stavano consumando un rapporto sessuale con alcune ragazze in un cimitero che si trova lì vicino, è stato confermato da una fotografia scattata da un amico di Willy all’auto dei due mentre lasciavano il luogo del delitto insieme a Pincarelli e Belleggia.
La versione degli indagati
Secondo quanto hanno riportato i giornali, Gabriele Bianchi nel suo interrogatorio ha detto di aver visto una rissa ed essersi diretto verso la folla, ma di non essere intervenuto, riporta Repubblica. Ha quindi negato il coinvolgimento suo e di suo fratello, dicendo che alla rissa avrebbe partecipato solo Francesco Belleggia. Marco Bianchi ha invece ammesso di aver spinto Monteiro Duarte, ma di non averlo “colpito”. Il terzo indagato, Mario Pincarelli, ha sostenuto invece che i fratelli Bianchi non avrebbero toccato nessuno e che lui sarebbe intervenuto solo per mettere pace tra Belleggia e un ragazzo che stavano litigando.
La posizione dei due fratelli Bianchi e di Pincarelli, secondo cui i tre non avrebbero avuto nulla a che fare con il pestaggio di Monteiro Duarte, è stata contraddetta dal quarto indagato, Francesco Belleggia, secondo cui il ragazzo sarebbe stato picchiato in particolare da Marco Bianchi e da Pincarelli.