Qualche pagina di “Domani”
(o "del" Domani?) Com'è fatto il nuovo giornale di Carlo De Benedetti, oggi in edicola con il primo numero
È uscito oggi il primo numero di Domani, il nuovo quotidiano edito da Carlo De Benedetti e diretto da Stefano Feltri (o “del” Domani? La redazione del giornale sembra propendere per la seconda). Il primo numero è fatto da venti pagine, di cui cinque e mezza sono di pubblicità: una proporzione significativa, che sarà difficile mantenere nel tempo ma dimostra la volontà degli inserzionisti di sfruttare la curiosità per il primo numero del giornale. Sei pagine sono dedicate alla politica e alla cronaca italiana, una alle notizie brevi, una alle lettere, il resto alle “Analisi” e alle “Idee”, articoli di approfondimento su politica, società, cultura ed esteri. Domani costa un euro, sensibilmente meno degli altri quotidiani.
Domani nasce dall’iniziativa – e con i soldi – di Carlo De Benedetti, 85 anni, a lungo importantissimo manager italiano e primo editore di Repubblica. Nel 2019 De Benedetti aveva tentato di ricomprare parte delle quote di Repubblica, dopo aver molto criticato in pubblico le scelte e lo stile del giornale; i suoi figli, che si erano detti «amareggiati» e «sconcertati», avevano rifiutato l’offerta definendola inaccettabile. De Benedetti decise quindi allora di fondare un nuovo quotidiano. De Benedetti ha detto che le azioni e la gestione del giornale in futuro saranno affidate a una fondazione.
Nell’editoriale pubblicato in prima pagina, il direttore Stefano Feltri – 36 anni – scrive che Domani «ha l’ambizione di costruire insieme ai suoi lettori un destino differente da quello prodotto dalla somma di scelte ed errori passati», critica «venticinque anni di politica populista» e dice che «Domani difenderà le ragioni della democrazia liberale» e «la nostra priorità saranno le disuguaglianze», di cui la più profonda «riguarda l’ambiente».
Per essere credibile, un giornale deve essere indipendente. Domani nasce dall’iniziativa di Carlo De Benedetti, lontano da tempo da ogni attività imprenditoriale, che ha finanziato la società editoriale. Dopo la fase di avvio, le azioni passeranno a una fondazione che garantirà risorse e autonomia. L’obiettivo unico dell’azienda (e della fondazione) è realizzare questo giornale. Non si tratta però di un progetto filantropico: i giornali esistono se hanno lettori che li comprano in edicola e che si abbonano online. Avremo anche la pubblicità, ma noi abbiamo scelto di dipendere dai lettori per essere liberi di fare inchieste e prendere posizioni, senza condizionamenti.
Domani inizia oggi.