C’è vita su Venere? Forse
Un gruppo internazionale di astronomi ha trovato sul pianeta tracce di fosfina, un gas che sulla Terra è strettamente legato alle attività degli esseri viventi: ma è presto per risposte definitive
di Emanuele Menietti – @emenietti
Un gruppo internazionale di astronomi ha trovato tracce di fosfina su Venere, una scoperta che potrebbe indicare la presenza di vita sul pianeta, considerato che sulla Terra la produzione di fosfina è strettamente legata ai processi biologici. La ricerca è stata appena pubblicata sulla rivista scientifica Nature Astronomy e descrive potenzialmente una delle più importanti scoperte in campo astronomico degli ultimi tempi. Gli autori dello studio sono comunque molto cauti e saranno necessarie ulteriori analisi e raccolte di dati per confermare o meno se ci sia vita, per come la conosciamo, su Venere.
Venere si trova in media a una distanza di 170 milioni di chilometri da noi, ha dimensioni e massa simili alla Terra, ma è un posto decisamente poco ospitale. La sua atmosfera è costituita principalmente da anidride carbonica, che contribuisce a creare un effetto serra senza pari nel sistema solare: Venere è il pianeta più caldo nelle nostre vicinanze. È avvolto da nubi molto spesse, costituite principalmente da acido solforico, che rendono impossibile l’osservazione della sua superficie dallo Spazio.
Nonostante le alte temperature al suolo (con una media di oltre 460 °C) e la composizione acida della sua densa atmosfera, a cominciare dalla fine degli anni Sessanta alcuni astronomi (compreso il divulgatore Carl Sagan) hanno ipotizzato che potrebbero esserci forme di vita su Venere non sulla superficie, ma negli strati di nubi a circa 60mila metri di altitudine, dove pressione atmosferica e temperature sono più simili a quelle terrestri.
L’ipotesi è derivata dalla presenza di alcune macchie più scure negli strati nuvolosi di Venere, che secondo i ricercatori potrebbero essere formate da gigantesche colonie di batteri, le cui dimensioni aumentano e diminuiscono nel corso dell’anno venusiano (e quindi della posizione del pianeta rispetto al Sole).
A oggi, però, trovare conferme o indizi su queste teorie era stato estremamente difficile. In passato le sonde spaziali inviate verso il pianeta non hanno avuto soggiorni molto facili: alcune si sono fuse mentre raggiungevano la superficie, altre non hanno invece rilevato niente che potesse far pensare a tracce di vita. I ricercatori negli ultimi anni sono però diventati più abili nell’osservare a distanza, con i telescopi, le variazioni nelle caratteristiche dell’atmosfera e nell’emissione di particolari gas.
Gli autori della nuova ricerca hanno esaminato diversi candidati, concentrandosi poi sulla fosfina, gas sul quale non si sanno ancora diverse cose. Sappiamo che esiste ed è rilevabile qui sulla Terra, per esempio nelle paludi e nelle feci, ma i ricercatori non hanno ancora compreso pienamente quali specie di batteri lo producano. È però chiaro che si produca solo in presenza di processi legati agli esseri viventi, e questo è un buon indicatore per cercare tracce di vita su pianeti diversi dal nostro.
Le osservazioni per rilevare la presenza di fosfina sono state effettuate con i radio telescopi Atacama Large Millimeter Array in Cile e James Clerk Maxwell Telescope alle Hawaii (Stati Uniti), che rilevano le onde radio emesse dai corpi celesti verso cui sono puntati. Dopo la raccolta di una grande mole di dati, i ricercatori hanno trovato una concentrazione che oscillava tra le 5 e le 20 parti per miliardo nell’atmosfera venusiana, molto di più di quanto mediamente rilevabile nell’atmosfera terrestre.
Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie, e per questo gli autori della ricerca sono comunque molti cauti e invitano a non arrivare a conclusioni definitive. Anche se i dati sembrano essere solidi, non si può escludere che ci siano stati errori nelle rilevazioni e che il gas osservato non sia effettivamente fosfina, ma un altro composto presente su Venere e non legato a possibili forme di vita. I ricercatori scrivono che potrebbe trattarsi di anidride solforosa e che ci potranno essere conferme solo dopo nuove osservazioni.
Se fosse fosfina, servirebbero poi ulteriori rilevazioni e analisi per essere certi che la sua produzione sia derivata da attività biologiche e non da altri fenomeni. Per scoprirlo potrebbe essere necessario l’invio di nuove sonde verso Venere, pianeta relativamente vicino al nostro, ma finora piuttosto trascurato se confrontato con i grandi sforzi per analizzare ed esplorare Marte.
La conferma della presenza di forme di vita su Venere non sarebbe solo rivoluzionaria per il nostro modo di intendere la vita e la nostra esistenza nell’Universo, ma potrebbe anche fornire indizi circa la possibilità che forme di vita si siano sviluppate su molti altri pianeti al di fuori del nostro sistema solare e che gli esseri viventi – per quanto in forme elementari – popolino molti più pianeti di quanto finora immaginato. A oggi non ci sono risposte definitive, ma è proprio la loro mancanza a rendere Venere ancora più interessante.