Come funziona l’algoritmo di TikTok
È considerato uno dei più efficaci per tenere gli utenti incollati all'app, e l'azienda ne ha spiegato alcuni pezzi
Pochi giorni fa TikTok ha reso pubbliche alcune informazioni su come funziona il suo algoritmo di raccomandazione, cioè il sistema che propone agli utenti nuovi video mentre scorrono la schermata dell’app nella sezione “Per te”, dove sono mostrati i video pubblici. TikTok ha spiegato come funziona l’algoritmo con un post sul suo blog aziendale e di persona ad alcuni giornalisti americani, che hanno potuto anche analizzare e testare il codice.
Gli algoritmi di raccomandazione sono molto importanti per un social network, perché determinano la qualità dell’engagement, cioè il tempo e l’attività che ciascun utente dedica alla app. L’algoritmo di TikTok, poi, è famoso nel mondo della tecnologia per la precisione delle raccomandazioni che riesce a dare. Eugene Wei, imprenditore e analista americano, all’inizio di agosto ha scritto sul suo blog personale: «Prima di TikTok, avrei detto che YouTube aveva il miglior algoritmo nel settore video, ma in confronto a quello di TikTok l’algoritmo di YouTube sembra rudimentale».
L’algoritmo di TikTok, secondo TikTok, funziona così. La prima volta che una persona accede al social network, il sistema gli chiede di selezionare alcune categorie di interesse, per esempio “animali” e “viaggi”, sulla base delle quali far partire le raccomandazioni. A quel punto, l’algoritmo mostra all’utente otto video iniziali, e poi altri otto a seconda di come l’utente si comporta con i primi. Per capire se un video piace o no, l’algoritmo utilizza una serie di criteri, tra cui le interazioni (i like, i commenti, i follow), i clic sugli hashtag, la durata della visualizzazione, l’utilizzo di certi filtri. L’algoritmo tiene conto anche di altri dati, come per esempio la lingua dell’utente, il suo paese di provenienza, il tipo di telefono utilizzato.
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Sulla base delle informazioni raccolte, l’algoritmo comincia a mostrare all’utente video simili a quelli che gli sono già piaciuti. Per capire se i nuovi video corrispondono ai gusti dell’utente, utilizza parametri come il contenuto scritto dei post, gli hashtag, i suoni e le canzoni.
Come ha scritto Axios, quando ha cominciato a farsi un’idea di ciò che piace all’utente, l’algoritmo lo inserisce in uno o più cluster, cioè in categorie di interesse. Un utente può essere identificato come appartenente a cluster di amanti della pallacanestro, della lirica o dell’equitazione. Al tempo stesso, tutti i video sono categorizzati all’interno di cluster, e secondo Axios l’algoritmo crea associazioni sulla base della “vicinanza” tra cluster di utenti e cluster di contenuti. Questo significa che gli utenti classificati come amanti dell’equitazione potranno vedere sia video del cluster “equitazione” sia video che altri utenti nel loro stesso cluster hanno apprezzato. TikTok dice che per fare questa associazione tra video e utente utilizza l’intelligenza artificiale (il machine learning) ma non spiega precisamente in che modo. Il funzionamento dell’intelligenza artificiale di TikTok è il suo principale segreto industriale, e l’azienda non lo vuole rivelare.
TikTok ha inoltre dei sistemi per capire se all’utente non piace un video e per evitare la noia: l’algoritmo cerca di non mostrare due video di fila con la stessa canzone o creati dalla stessa persona, e di tanto in tanto cerca di sottoporre all’utente video che non corrispondano precisamente ai suoi gusti, per fargli scoprire cose nuove. Nonostante questo, TikTok riconosce che il suo algoritmo può portare alla creazione di “filter bubble”, cioè di un sistema di raccomandazione che mostra in continuazione video sempre omogenei per temi e contenuti e sempre aderenti alle preferenze dell’utente.
TikTok aveva annunciato a luglio che avrebbe reso pubbliche alcune caratteristiche del suo algoritmo, per dare prova di trasparenza e responsabilità. Michael Beckerman, vicepresidente di TikTok con delega alle pubbliche relazioni negli Stati Uniti, ha detto ad Axios che TikTok è «un’azienda nata due anni fa che deve confrontarsi con le aspettative di un’azienda vecchia di dieci anni», che deve sostenere «molto scetticismo nei confronti delle piattaforme, su come moderano i contenuti e su come funzionano i loro algoritmi».
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L’algoritmo di TikTok è anche la ragione per cui la vendita della parte americana dell’azienda è complicata. All’inizio di agosto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo secondo il quale TikTok deve vendere a un’azienda americana tutto il suo business locale per evitare di essere vietata agli utenti negli Stati Uniti. La motivazione di Trump è che TikTok è di proprietà di ByteDance, un’azienda cinese con sede a Pechino, e costituisce per questo un pericolo per la sicurezza nazionale. Trump ha dato a TikTok tempo fino a metà novembre (inizialmente la scadenza era al 20 di settembre, ma poi è stata prorogata) per trovare un compratore, ma i negoziati, prima con Microsoft e poi con Oracle, sono stati complicati dal fatto che ByteDance non vuole cedere la formula del suo algoritmo. All’inizio di settembre, inoltre, il governo cinese ha approvato nuove restrizioni che impediscono alle aziende locali di esportare alcune tecnologie, tra cui quelle che riguardano l’intelligenza artificiale.
L’unico accordo ipotizzato finora, anticipato dal Wall Street Journal ma non ancora annunciato ufficialmente, prevede che Oracle diventi partner tecnologico di TikTok senza che ByteDance debba vendere il suo business americano. I governi americano e cinese devono dare la loro approvazione.