I problemi dei ponti di Londra
Alcuni dei ponti più importanti della città – tra cui il London Bridge – sono chiusi per lavori: oltre alle questioni di traffico e sicurezza, c'è anche quella dei fondi
Da qualche mese alcuni ponti piuttosto trafficati che attraversano il fiume Tamigi e collegano i quartieri a sud del fiume alle zone centrali di Londra, sulla sponda nord, sono chiusi al traffico per vari interventi di manutenzione. La chiusura sta creando notevoli problemi sia ai pendolari sia agli esercizi commerciali, provocando tra le altre cose grossi ingorghi sui ponti limitrofi in diverse aree della città. I cittadini stanno criticando sia l’amministrazione locale che il governo.
Il London Bridge è uno dei ponti principali di Londra e collega il quartiere di Southwark – quello dove si trova The Shard, il grattacielo più alto di Londra, disegnato da Renzo Piano – alla City, che è la principale zona di uffici nonché una delle aree più affollate della città. È chiuso al traffico delle auto private per «interventi essenziali» dalla scorsa estate e può essere utilizzato soltanto da autobus, taxi, biciclette e moto; si può anche attraversare a piedi, ma le auto non potranno circolarvi almeno fino alla fine di ottobre. Chi deve spostarsi da una parte all’altra del Tamigi in auto può usare il vicino Southwark Bridge o il noto Tower Bridge, che si trova circa 600 metri più a est e che a sua volta, lo scorso agosto, è rimasto chiuso per due giorni a causa di problemi al meccanismo di sollevamento per far passare le navi, che ha lasciato i due bracci del ponte aperti.
Nella zona ovest di Londra il Vauxhall Bridge, che collega l’omonimo quartiere alla lussuosa zona di Pimlico, resterà chiuso almeno fino al 16 novembre, causando deviazioni e grossi ingorghi nelle aree limitrofe. Ci sono lavori in corso anche al Wandsworth Bridge, che si trova più a sud-ovest: gli interventi di manutenzione sono cominciati a luglio ed è stata mantenuta una corsia riservata ai mezzi per senso di marcia, ma i lavori dureranno almeno un altro anno.
Le chiusure di questi ponti, che ogni giorno sono attraversati da migliaia di mezzi e su cui in qualche caso passa anche la metropolitana, sono considerate di vitale importanza per la sicurezza dei cittadini, ma stanno mettendo in crisi i trasporti.
Il ponte che sembra avere i guai più pesanti è l’Hammersmith Bridge, che collega la zona di Barnes – a sud del Tamigi – ai principali quartieri occidentali di Londra. Il ponte, che è in ghisa e fu costruito nel tardo Ottocento, rimarrà chiuso fino a una data imprecisata per via delle sue condizioni precarie. Dopo aver vietato il traffico delle automobili nell’aprile del 2019, la scorsa settimana le autorità hanno anche chiuso i camminamenti e vietato la navigazione sotto il ponte: recenti ispezioni hanno infatti rilevato un rischio di crollo, dovuto alle lesioni causate nel tempo da corrosione e usura.
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Proprio per via della struttura in ghisa e della scarsa manutenzione, la ristrutturazione completa dell’Hammersmith Bridge sarebbe piuttosto difficoltosa. Inoltre, il costo dei lavori si aggirerebbe attorno a 141 milioni di sterline (circa 157 milioni di euro), una cifra che al momento non hanno né l’Hammersmith & Fulham Council, che è il proprietario del ponte, né Transport for London, l’azienda che gestisce i trasporti a Londra.
Finora gli interventi di manutenzione sui ponti di Londra sono stati finanziati dall’amministrazione locale e da Transport for London. Per dare un’idea, i lavori al London Bridge stanno costando 5 milioni di sterline (circa 5,6 milioni di euro) e quelli al Wandsworth Bridge circa 6 milioni di sterline (circa 6,7 milioni di euro). La società Transport for London, però, non se la sta passando troppo bene, soprattutto per via della drastica diminuzione dei passeggeri sui mezzi pubblici dovuta alla pandemia da coronavirus. A maggio l’azienda aveva concordato con il governo un piano di salvataggio da 1,6 miliardi di sterline (circa 1,8 miliardi di euro), e secondo quanto ha riportato il Guardian avrà bisogno di ulteriori finanziamenti per circa 5 miliardi di sterline (oltre 5,5 miliardi di euro) per arrivare fino al 2022.
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Una delle maggiori preoccupazioni è che non ci siano i fondi necessari per la manutenzione dei ponti, in particolare quello di Hammersmith, per cui Transport for London ha potuto stanziare soltanto 25 milioni di sterline (circa 27,6 milioni di euro). A giugno il sindaco di Londra, Sadiq Khan, aveva chiesto al governo fondi per finanziare la manutenzione di alcune importanti infrastrutture, tra cui anche l’Hammersmith Bridge. Le risorse per la ristrutturazione del ponte, però, al momento non ci sono.
Per i cittadini che abitano nella zona sarebbe essenziale ripristinare almeno la camminata sul ponte per poter raggiungere la fermata della metropolitana più vicina, quella di Hammersmith. I lavori per mettere in sicurezza il ponte e renderlo accessibile ai pedoni costerebbero comunque 46 milioni di sterline (circa 51 milioni di euro), e anche costruire un ponte temporaneo richiederebbe dai sei ai nove mesi e almeno 27 milioni di sterline (30 milioni di euro).
Non è la prima volta che i ponti di Londra vengono chiusi per lavori di manutenzione ordinaria, ma la coincidenza di questi interventi, i grossi disagi per i cittadini e la mancanza di risorse stanno provocando critiche sia all’amministrazione comunale che al governo. L’Hammersmith Bridge era già stato chiuso per due anni nel 2000, quando l’IRA – l’organizzazione paramilitare indipendentista irlandese – aveva fatto esplodere sotto il ponte una bomba, che ne aveva danneggiato la struttura. L’attuale London Bridge, invece, venne inaugurato nel 1973: fu costruito per sostituire il ponte precedente, che stava sprofondando nel Tamigi.