La leader dell’opposizione bielorussa Maria Kolesnikova è scomparsa
Sarebbe stata rapita da alcuni uomini incappucciati e portata via in un furgone: non si hanno sue notizie da lunedì mattina e la polizia di Minsk ha smentito che sia stata arrestata
Maria Kolesnikova, una dei leader dell’opposizione bielorussa, sarebbe stata rapita lunedì mattina da uomini incappucciati non identificati nel centro della capitale Minsk, nella zona del museo artistico nazionale. La notizia è stata diffusa dal sito locale di notizie Tut.by che ha riportato la testimonianza di una donna che raccontava di aver visto gli uomini incappucciati costringere Kolesnikova a salire su un minivan e portarla via. Oltre a Kolesnikova non sarebbero più reperibili anche altri tre membri del consiglio di coordinamento dell’opposizione Anton Rodnenkov, Ivan Kravtsov e Maxim Bogretsov.
All’inizio i giornali locali avevano scritto che Kolesnikova era stata arrestata, ma il dipartimento di polizia di Minsk ha smentito all’agenzia russa Interfax questa ipotesi. Gleb German, che fa parte dello staff di Kolesnikova, ha detto a Euronews che la donna non è più raggiungibile da lunedì mattina alle 10.
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La testimone ha detto a Tut.by di aver incontrato Kolesnikova nel centro di Minsk e di averla riconosciuta. In un primo tempo aveva pensato di avvicinarla e di complimentarsi con lei per il suo lavoro, ma poi aveva rinunciato. La donna ha detto di aver poi notato un minivan scuro parcheggiato non lontano dal museo e di aver sentito cadere un telefono per terra. Avrebbe quindi visto gli uomini incappucciati trascinare Kolesnikova nel minivan dopo aver raccolto il suo telefono. Tut.by ha inoltre confermato che Kolesnikova non risponde al telefono.
Lo scorso 31 agosto Kolesnikova, che è una flautista e insegnante di musica, aveva annunciato che avrebbe fondato un nuovo partito d’opposizione insieme ai sostenitori di Viktor Babariko, un ex banchiere che aveva tentato di candidarsi alle ultime presidenziali contro Lukashenko e che Kolesnikova aveva sostenuto, ma che era stato arrestato prima delle elezioni.
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Kolesnikova è considerata la figura politica d’opposione più importante rimasta ancora in Bielorussia. Dopo l’arresto di Viktor Babariko, Kolesnikova aveva appoggiato la candidatura alle presidenziali di Svetlana Tikhanovskaya, che all’indomani delle elezioni aveva contestato duramente i risultati che davano un’ampissima vittoria a Lukashenko, accusando il presidente, al potere dal 1994, di brogli. Tikhanovskaya ha lasciato la Bielorussia e si è rifugiata in Lituania, così come Olga Kovalkova, altra attivista di spicco dell’opposizione che sabato scorso è scappata in Polonia, dopo che le era stato detto che se non avesse lasciato la Bielorussia sarebbe stata arrestata.
Per il quarto fine settimana consecutivo in Bielorussia ci sono state grandi proteste di piazza contro il presidente Alexander Lukashenko. Nella capitale Minsk più di 100mila persone hanno protestato nuovamente contro i controversi risultati delle elezioni del 9 agosto e hanno chiesto le dimissioni di Lukashenko. Ci sono stati cortei di protesta anche in altre città bielorusse come Brest, Vitebsk e Grodno. Il centro di Minsk è stato isolato dalla polizia in tenuta antisommossa attraverso barriere antisfondamento e mezzi corazzati. Il ministero dell’Interno bielorusso ha detto che 633 persone sono state arrestate.
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Il ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius ha scritto su Twitter che «la leadership uscente sta cercando di eliminare cinicamente gli avversari uno a uno» e che «il rapimento di M. Kolesnikova nel centro di Minsk è una vergogna».
Instead of talking to the people of #Belarus, the outgoing leadership is trying cynically eliminate one by one. The kidnapping of M.Kalesnikava in downtown of #Minsk is a disgrace. Stalinist NKVD methods are being applied in 21st century’s Europe. She must be released immediately
— Linas Linkevicius (@LinkeviciusL) September 7, 2020
Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha chiesto al governo della Bielorussia di fare chiarezza sulla vicenda e di liberare “tutti i prigionieri politici”. La Germania è attualmente alla presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea e sta seguendo con grande attenzione l’evolversi della situazione in Bielorussia, con l’impegno a fare approvare anche sanzioni economiche contro il paese.
AM @HeikoMaas: "Sind in großer Sorge um Frau Kolesnikowa. Auf dialogbereite Opposition rollt eine Repressionswelle nach der anderen zu, dies nicht hinnehmbar. Arbeiten in EU mit Hochdruck an Sanktionspaket. Wenn Herr Lukaschenko seinen Kurs nicht ändert, werden wir reagieren."
— Auswärtiges Amt (@AuswaertigesAmt) September 7, 2020