In Bielorussia si continua a protestare
Nella capitale Minsk più di 100mila persone hanno chiesto le dimissioni del presidente Lukashenko
Per il quarto fine settimana consecutivo in Bielorussia ci sono state grandi proteste di piazza contro il presidente Alexander Lukashenko. Nella capitale Minsk più di 100mila persone hanno protestato nuovamente contro i controversi risultati delle elezioni del 9 agosto e hanno chiesto le dimissioni di Lukashenko. Ci sono stati cortei di protesta anche in altre città bielorusse come Brest, Vitebsk e Grodno.
Il centro di Minsk è stato isolato dalla polizia in tenuta antisommossa attraverso barriere antisfondamento e mezzi corazzati. L’agenzia di stampa governativa russa Interfax, riportando fonti del ministero dell’Interno bielorusso, ha detto che sono state arrestate almeno 100 persone in tutta la Bielorussia. Alcuni video diffusi sui social network mostrano le violenze di agenti con il passamontagna durante gli arresti. Secondo il Guardian almeno una persona sarebbe stata portata via in ambulanza.
Brutal detentions in Minsk and regions. Dozens arrested and beaten. Police are trying to disrupt the March of Unity planned for today and endorsed by Sviatlana Tsikhanouskaya. Authorities are trying to demonstrate the power. pic.twitter.com/0Wmsc9bUXR
— Franak Viačorka (@franakviacorka) September 6, 2020
Secondo Daragh McDowell, analista della società di consulenza globale “Verisk Maplecroft”, intervistato da Al Jazeera, le condizioni economiche dei bielorussi stanno incidendo sulle proteste. Secondo McDowell l’economia bielorussa sarebbe «sull’orlo del baratro». Ciò avrebbe portato i bielorussi a «non avere più paura di Lukashenko», che avrebbe perso molta della sua autorità. Barys Goretsky, dell’associazione della stampa bielorussa, ha raccontato al Guardian che le proteste proseguono anche durante la settimana, ogni giorno, con persone che si riuniscono nei cortili dei condomini per contestare Lukashenko.
I manifestanti di domenica, che hanno sfilato con bandiere bianche e rosse, il colore della prima bandiera della Bielorussia indipendente, hanno ironizzato sul sostegno del presidente russo Vladimir Putin, con striscioni come «Sponsor del nostro giorno di festa – Putishenko», gioco di parole fra i cognomi dei due presidenti. I manifestanti hanno anche preso in giro Lukashenko per essersi fatto riprendere mentre scendeva da un elicottero indossando un giubbotto antiproiettile e con un’arma in mano.
Lukashenko dovrebbe incontrare a breve Putin a Mosca e, sempre secondo il Guardian, i due si sentono spesso al telefono. Lukashenko, dall’inizio delle proteste, ha detto che i manifestanti sono manovrati dai paesi occidentali. Il primo ministro russo Michail Mišustin la scorsa settimana è stato in visita a Minsk e ha detto che la Bielorussia non dovrebbe cedere alla «pressione esterna».
Maria Kolesnikova, una dei leader dell’opposizione bielorussa, sarebbe stata rapita lunedì mattina da uomini incappucciati non identificati nel centro della capitale Minsk, nella zona del museo nazionale dell’arte. La notizia è stata diffusa dal sito locale di notizie Tut.by che ha riportato la testimonianza di una donna che ha raccontato di aver visto gli uomini incappucciati costringere Kolesnikova a salire su un minivan e portarla via. Oltre a Kolesnikova non sarebbero più reperibili anche altri tre membri del consiglio di coordinamento dell’opposizione Anton Rodnenkov, Ivan Kravtsov e Maxim Bogretsov.
All’inizio i giornali locali avevano scritto che Kolesnikova era stata arrestata, ma il dipartimento di polizia di Minsk ha smentito all’agenzia russa Interfax questa ipotesi. Gleb German, che fa parte dello staff di Kolesnikova, ha detto a Euronews che la donna non è più raggiungibile da lunedì mattina alle 10.