Quasi 300 persone sono state arrestate a Hong Kong: manifestavano contro il rinvio delle elezioni
A Hong Kong circa 290 manifestanti sono stati arrestati dalla polizia: protestavano contro la decisione del governo di posticipare di un anno le elezioni legislative, che si sarebbero dovute tenere domenica 6 settembre. La protesta non era stata autorizzata dalla polizia, che ha sparato spray urticante contro i manifestanti.
Secondo il governo il rinvio del voto era necessario per contenere la pandemia da coronavirus, ma l’opposizione lo accusa di servirsene come pretesto per impedire alle persone di votare: quest’idea potrebbe sembrare complottista in molti stati democratici ma non a Hong Kong, dove la Cina sta cercando di prendere sempre più il controllo e limitare le libertà della regione autonoma. L’opposizione sperava infatti di ottenere nuovi seggi nel Consiglio Legislativo facendo leva sul malcontento diffuso causato dalla legge sulla sicurezza nazionale.
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La legge era stata approvata a fine giugno dalla Cina senza alcuna discussione pubblica, con l’obiettivo ufficiale di arrestare chiunque fosse accusato di compiere «attività terroristiche» e atti di «sedizione, sovversione e secessione». Con una serie di mosse – tra cui l’arresto di dissidenti, l’approvazione di mandati di cattura contro attivisti in esilio, e il rinvio delle prossime elezioni legislative locali – il governo cinese aveva subito mostrato di voler fare quello che molti temevano sarebbe stato il principale obiettivo della legge: reprimere l’opposizione e farlo ferocemente.