Raquel Welch ha 80 anni
Divenne famosa grazie a un bikini di pelliccia e a un film con i dinosauri, ma poi fece anche altro
Raquel Welch divenne nota molto in fretta nel 1966, in un film in cui c’erano insieme cavernicoli e dinosauri, e in cui lei indossava uno dei più famosi bikini della storia del cinema. Sembrava l’inizio di una storia da sex symbol, ma nel tempo Welch seppe slegarsi dal ruolo al quale pareva destinata, vincendo anche un Golden Globe per un film in costume. Welch, che da un po’ di tempo non recita più e che in carriera ha anche cantato, compie oggi 80 anni.
Jo Raquel Tejada – questo il suo vero nome: il padre era boliviano – è nata a Chicago il 5 settembre 1940, ma quando era ancora bambina la sua famiglia si trasferì alla periferia di San Diego, in California. Studiò danza, si fece notare in vari concorsi di bellezza e a 18 anni, finiti gli studi, sposò James Welch, il fidanzato del liceo che divenne il primo dei suoi quattro mariti e da cui prese il cognome.
– Leggi anche: I film del concorso ufficiale al Festival di Venezia
Dopo essersi trasferita a Los Angeles, Welch esordì nel 1964 con il film drammatico Madame P… e le sue ragazze e nello stesso anno ebbe una piccola parte in Il cantante del luna park, con Elvis Presley nel ruolo di protagonista. I due film che la resero famosa, entrambi del 1966, furono Viaggio allucinante (storia di un gruppo di persone che viene miniaturizzato) e ancora più Un milione di anni fa, ambientato in un passato fittizio popolato da umani e dinosauri. Nel film Welch quasi non diceva una parola, ma riusciva a farsi notare per un bikini di pelliccia ancora oggi indimenticato.
Welch continuò a saltare da un genere all’altro, spesso in ruoli non particolarmente profondi e che non erano granché per mostrarne le doti drammatiche. Recitò tra gli altri in Spara forte, più forte… non capisco! (di Eduardo De Filippo e con Marcello Mastroianni), nel western Bandolero!, in La signora nel cemento con Frank Sinatra e nella commedia ...e tutto in biglietti di piccolo taglio, con Burt Reynolds e Yul Brynner. A quel punto – siamo alla fine degli anni Sessanta – era ormai diventata un’attrice celebre, caratterizzata da una bellezza più sofisticata e aggressiva rispetto a dive come Marilyn Monroe o Brigitte Bardot.
Welch seppe anche dire no a registi e produttori, rifiutandosi più volte di interpretare scene di nudo e cercando ruoli più complessi, che andassero oltre il cliché sexy. Nel 1970 ebbe la parte di una donna transessuale nella commedia Il caso Myra Breckinridge, tratta da un libro di Gore Vidal. Tempo dopo, parlando di questo e di altri suoi film dei primi anni Settanta, disse che pensava di essere stata brava ma che «essere bravi in un brutto film non serve a molto».
Nel 1973 recitò poi in I tre moschettieri, in cui è una dama di compagnia della regina d’Austria, e vinse un Golden Globe. Nel 1974 interpretò quella stessa parte nel film Milady. In quel periodo, Welch si dedicò anche alla televisione, ed è piuttosto ricordato lo speciale di varietà Raquel!, di cui era protagonista.
Negli anni Ottanta cominciò a diradare le sue presenze sia al cinema che in tv, fin quasi a sparire dalla scena. E, come a volte succede, si trovò a interpretare se stessa: lo fece nel 1994, con una breve apparizione in Una pallottola spuntata 33⅓ – L’insulto finale.
A oggi il suo ruolo più recente è in How to Be a Latin Lover, del 2017. Nello stesso anno rispose a Repubblica a una di quelle tante domande sul suo essere stata un “sex symbol”.
Per decenni ha rappresentato l’idea del sex-appeal. Cos’è sexy per lei?
“È una domanda senza risposta. Sex-appeal, sex symbol, sono concetti inafferrabili. Ma non fraintenda, mi ritengo fortunatissima di essere stata accostata all’immagine del sex symbol su cui senza dubbio ha preso forma la mia carriera. Ma non era una cosa calcolata. Un’immagine sexy adesso la si costruisce scientificamente a tavolino, allora, ai miei tempi, non era così, accadeva e basta”.Quali sono le dive sexy di oggi?
“Charlize Theron? Kristen Stewart? Dipende dai film, dai ruoli. Sono ragazze o donne bellissime, ma a volte spengono il loro innato sex-appeal, lo minimizzano. Sembrano ragazze qualsiasi. Questo non accadeva ai miei tempi. Se eri sexy lo dovevi essere sempre”.