La Serbia e il Kosovo normalizzeranno i rapporti con Israele e apriranno le loro ambasciate a Gerusalemme
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che la Serbia e il Kosovo normalizzeranno i loro rapporti con Israele. In particolare la Serbia sposterà la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme il prossimo luglio e il Kosovo e Israele si riconosceranno a vicenda; anche il Kosovo aprirà la sua ambasciata a Gerusalemme diventando, come ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu «il primo paese a maggioranza musulmana» a farlo. Le decisioni fanno parte di un più ampio accordo economico tra i due paesi, avvenuto dopo due giorni di colloqui sostenuti dall’amministrazione Trump tra il presidente serbo Aleksandar Vucic e il primo ministro Avdullah Hoti.
La disponibilità a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele è un tentativo di assecondare la politica degli Stati Uniti, che a fine 2017 avevano riconosciuto Gerusalemme come capitale e vi avevano spostato l’ambasciata a maggio 2018. La mossa era stata però condannata in una risoluzione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, organo che rappresenta tutti gli stati del mondo. Per ora soltanto un altro paese al mondo ha seguito la scelta: il Guatemala. La stragrande maggioranza dei paesi, tra cui l’Italia, riconosce infatti Tel Aviv come capitale di Israele, anche se sia gli israeliani che i palestinesi rivendicano Gerusalemme come propria capitale.
A metà agosto, Trump aveva annunciato anche la normalizzazione dei rapporti tra Emirati Arabi Uniti e Israele, cioè l’inizio delle relazioni diplomatiche tra i due paesi: un evento enorme perché non era mai successo che un paese arabo del Golfo Persico riconoscesse ufficialmente Israele.
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L’accordo di venerdì è un passo importante verso la normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo dopo che, nel 2008, il parlamento del Kosovo aveva dichiarato l’indipendenza dalla Serbia. Da allora molti paesi occidentali l’hanno riconosciuto ma non la Serbia, la Russia né la Cina. Il presidente serbo ha tenuto a precisare che l’accordo economico non prevede un «riconoscimento reciproco» tra i due paesi e ha sottolineato che avvicina invece il paese agli Stati Uniti.