La Russia è arrivata a un milione di casi e ha un vaccino non testato
I contagi quotidiani non diminuiscono e tra molte perplessità e paure è cominciata la distribuzione del nuovo vaccino
In Russia, martedì, è stato superato 1 milione di casi di contagio da coronavirus: la situazione è meno grave di alcuni mesi fa, ma ogni giorno vengono confermati tra i 4mila e i 5mila nuovi casi e non ci sono significativi cali da diverse settimane. Mentre anche le scuole hanno cominciato a riaprire, molte delle speranze di riportare sotto controllo l’epidemia sono legate al successo del vaccino Sputnik V, che la Russia ha deciso di cominciare a distribuire prima di completare i test clinici previsti dai normali protocolli, e intorno a cui circolano diversi dubbi.
Il superamento del milione di contagi non è stato una sorpresa, nonostante nei primi mesi della pandemia la Russia sembrasse essere riuscita ad evitare la diffusione del virus nei suoi confini. Per diverse settimane, mentre in Europa e nel mondo i casi di contagio cominciavano a crescere enormemente, la Russia aveva riportato solo poche migliaia di casi e questo iniziale successo era stato legato alla tempestiva chiusura del confine con la Cina – dove la pandemia era iniziata – e a quello che era sembrato un efficace sistema per individuare e isolare i casi confermati. Ad inizio aprile, mentre in Italia i casi quotidiani cominciavano a diminuire, in Russia le cose sono rapidamente peggiorate e a maggio il paese era uno di quelli con la situazione più grave.
Oggi la Russia è il quarto paese per numero di contagi, dopo Stati Uniti, Brasile e India, e ha confermato la morte di 17.365 persone a causa del virus.
A inizio agosto, la Russia aveva annunciato di aver sviluppato un vaccino per il coronavirus e di voler cominciare una vaccinazione di massa entro ottobre, prima di qualunque altro paese al mondo. Il vaccino sviluppato dalla Russia, lo Sputnik V, non aveva e non ha tuttora superato tutti i test clinici previsti e il suo impiego su larga scala è ritenuto potenzialmente molto pericoloso. Il governo russo ha però deciso di avviare le vaccinazioni, cominciando da insegnanti, medici e militari.
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Reuters ha raccontato i dubbi e le paure di molti insegnanti, a cui è stato offerto il vaccino a ridosso della riapertura delle scuole: formalmente su base volontaria, di fatto con molte pressioni affinché venga accettata la somministrazione. Vaccinarsi significa prendersi grossi rischi per la salute, rifiutarsi di farlo può comportare problemi lavorativi. Al personale dell’esercito la scelta non è stata data nemmeno formalmente e il ministro della Difesa ha detto che il vaccino sarà obbligatorio per tutti.
Lunedì, il ministro della Salute russo Mikhail Murashko ha comunque detto che le prime grandi consegne di dosi del vaccino inizieranno a settembre e che il livello massimo di produzione sarà raggiunto tra novembre e dicembre. Questo significa di fatto che le vaccinazioni di massa della popolazione dovrebbero cominciare dopo il completamento dei test e che le tempistiche non saranno molto diverse da quelle annunciate da altri paesi. Negli Stati Uniti le vaccinazioni potrebbero cominciare a inizio novembre, mentre in Europa – se i test in corso avranno esito positivo – le prime dosi di vaccino potrebbero essere distribuite entro la fine del 2020.