Le proteste in Bielorussia vanno avanti
Nel pomeriggio di domenica c'è stata una nuova grande manifestazione a Minsk e almeno 140 persone sono state arrestate
Nel pomeriggio di domenica ci sono state nuove grandi proteste in Bielorussia, contro la rielezione del presidente Alexander Lukashenko, che è accusato di aver manipolato le elezioni del 9 agosto per ottenere il sesto mandato di fila, con il quale intende governare ancora, dopo che già è ininterrottamente al potere dal 1994. Le proteste, le più grandi delle quali sono state nella capitale Minsk, hanno avuto grandezza paragonabile a quelle delle domeniche precedenti, le più grandi dai tempi dell’indipendenza bielorussa dall’Unione Sovietica.
Secondo il New York Times, solo a Minsk e solo ieri hanno protestato almeno 100mila persone. Dopo essersi diretti verso piazza dell’Indipendenza, in cui c’era una gran presenza di polizia, alcuni manifestanti si sono diretti verso il palazzo dell’Indipendenza, una delle residenze di Lukashenko, che proprio ieri compiva 66 anni, e che è stato oggetto di diversi cori e canti: sempre il New York Times ha scritto che i manifestanti hanno usato «un aspro ed arrabbiato umorismo, ma praticamente nessuna violenza». Il palazzo, comunque, era protetto da poliziotti in tenuta antisommossa e da alcuni militari.
All’arrivo dei manifestanti davanti a una delle sue residenze, Lukashenko ha risposto indirettamente attraverso una sua foto, pubblicata da un’agenzia di stampa russa, in cui lo si vede fuori da quel palazzo mentre impugna un fucile.
Лукашенко засняли у резиденции с автоматом в рукахhttps://t.co/qGVYj5r2lR pic.twitter.com/IGBh2osI75
— РИА Новости (@rianru) August 30, 2020
Secondo il ministero dell’Interno bielorusso in seguito alle proteste di ieri sono state arrestate almeno 140 persone. Il giornalista Steve Rosenberg, che si trova a Minsk per BBC, ha detto di aver notato un rilevante aumento nel numero dei poliziotti presenti per le strade e una maggiore efficacia nel bloccare certe strade così da evitare che i manifestanti potessero raggiungere certi luoghi della capitale.
In questi giorni le autorità bielorusse hanno ritirato anche l’accredito stampa a 17 giornalisti, la maggior parte dei quali di nazionalità bielorussa.
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Nonostante tutto, però, il New York Times ha scritto che «si fatica a trovare una strada per destituire Lukashenko, che continua ad accusare l’occidente di fomentare le proteste nel paese» e che continua ad avere il supporto del presidente russo Vladimir Putin, che ieri ha fatto sapere di averlo chiamato per gli auguri di compleanno e che lo ha invitato a Mosca nelle prossime settimane.