In Germania ci sarà un esperimento sul reddito universale
Per tre anni 120 persone riceveranno 1200 euro al mese, senza condizioni: si cercherà di capire se questo produrrà benefici o problemi
In Germania verrà condotto un esperimento per studiare gli effetti del reddito universale, una misura socioeconomica che consiste nel dare a tutti i cittadini un sussidio mensile senza nessuna condizione e che da qualche anno ha acquistato visibilità nel dibattito politico in molti paesi ricchi. Per tre anni, 120 persone scelte per l’esperimento riceveranno 1200 euro al mese, e i ricercatori cercheranno di raccogliere dati per un dibattito che finora si è basato quasi esclusivamente su argomentazioni filosofiche e supposizioni, a causa dell’assenza di esperimenti rigorosi.
Intorno alla fine di novembre, i ricercatori selezioneranno casualmente 20mila candidati fra quelli che avranno fatto richiesta di partecipare all’esperimento (ci si aspetta che saranno più di un milione). Di questi, tramite un colloquio ne saranno scelti 1500 per partecipare all’esperimento vero e proprio, che dovrebbe iniziare nella primavera del 2021. Dei 1500, 120 riceveranno i 1200 euro mensili – cifra appena superiore alla soglia di povertà del paese – e 1380 no, ma tutti saranno ugualmente monitorati. Risponderanno ogni sei mesi a un questionario obbligatorio, e opzionalmente parteciperanno a dei colloqui individuali che avranno lo scopo di valutare la loro salute psicofisica.
L’originalità dell’esperimento consiste nel fatto che il gruppo di controllo – cioè le persone che pur essendo monitorate non riceveranno i soldi – sarà selezionato in modo da rispecchiare il più fedelmente possibile le caratteristiche delle persone che invece riceveranno i soldi, creando quelli che il direttore del progetto ha chiamato “gemelli statistici”. In questo modo sarà più facile individuare quali cambiamenti nella vita di un partecipante dell’esperimento saranno dipesi direttamente dal fatto di aver ricevuto il reddito e quali invece no.
Il progetto è stato ideato da un’organizzazione no-profit berlinese – mein Grundeinkommen (“il mio reddito universale”) – ma lo studio sarà condotto in modo indipendente dall’Istituto tedesco per la ricerca economica, uno dei principali enti che si occupano di ricerca economica nel paese, insieme a ricercatori dell’università di Colonia e dell’istituto Max Planck. I finanziamenti sono stati raccolti tramite donazioni di privati cittadini, che hanno già superato i 5 milioni di euro.
Il reddito universale in italiano viene spesso chiamato “reddito di cittadinanza”, un’espressione diventata però ambigua dopo essere stata adottata per definire la misura voluta dal Movimento 5 Stelle, che è però tecnicamente un “reddito minimo garantito”. Il reddito di cittadinanza, o “universale”, viene pagato indifferentemente a tutti i cittadini, indipendentemente da quanto guadagnano o da altri fattori, mentre il reddito minimo garantito viene erogato solo ai cittadini che soddisfano certe condizioni.
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A favore del reddito universale c’è essenzialmente l’idea che eliminare l’incertezza economica di base, cioè la paura di non riuscire a garantire i bisogni primari come nutrirsi e avere una casa, darebbe il tempo alle persone di cercare un lavoro soddisfacente o lavorare sulla propria formazione, risultando infine in una sensibile diminuzione della povertà e in una maggiore qualità della vita. La meccanizzazione del lavoro – cioè la progressiva sostituzione del lavoro umano con quello delle macchine – renderebbe questo processo più semplice, perché farebbe sparire molti lavori faticosi e poco qualificati, creando invece maggiori opportunità per lavori con un alto livello di istruzione.
A questi argomenti viene spesso opposto il costo enorme che richiederebbe l’applicazione del reddito universale a livello statale. Inoltre molti temono che, se le persone non avessero più la motivazione del salario, la pigrizia prenderebbe il sopravvento creando una società con milioni di non lavoratori.
I due esperimenti più citati fino ad oggi sul reddito universale hanno avuto luogo in Canada negli anni Settanta e in Finlandia nel 2017.
In Finlandia, dove per due anni 2000 disoccupati ricevettero 560 euro al mese, risultò che il reddito non aveva aumentato, ma neanche diminuito, il loro impegno per cercare un lavoro, mentre invece aveva contribuito sensibilmente a diminuire la loro ansia e incertezza. Anche l’esperimento canadese, i cui risultati furono pubblicati solo nel 2008, dimostrò che i beneficiari del reddito avevano avuto effetti positivi dal punto di vista della salute psicofisica.