Shinzo Abe si dimetterà per motivi di salute
È il primo ministro giapponese che è rimasto in carica più a lungo, ma da tempo la sua popolarità era in calo
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe si dimetterà per motivi di salute; la notizia era stata data da NHK, il servizio pubblico radiotelevisivo del paese, e confermata qualche ora dopo in conferenza stampa dallo stesso Abe. Abe, che ha 65 anni, ha spiegato che a metà luglio era peggiorata la sua rettocolite ulcerosa, una malattia infiammatoria cronica intestinale di cui soffre da anni, rendendo necessario un trattamento molto frequente che non gli consente di dedicarsi alle funzioni di primo ministro. «Ho deciso di non continuare il mio lavoro da primo ministro. Mi scuso sinceramente con i giapponesi per lasciare l’incarico con un anno di anticipo e nel bel mezzo delle difficoltà causate dal coronavirus, mentre alcune norme sono state appena messe in atto».
Da settimane la stampa commentava le condizioni di salute di Abe, che aveva ridotto notevolmente le apparizioni pubbliche. Quattro giorni fa era diventato il primo ministro più lungamente in carica della storia del Giappone: quasi otto anni consecutivi. Il suo mandato sarebbe terminato nel settembre del 2021.
Abe – nipote di un ex primo ministro accusato di crimini di guerra e figlio di un ex ministro degli Esteri – fa parte del partito di centrodestra dei Liberal Democratici giapponesi. Governò una prima volta tra il 2006 e il 2007 e poi ininterrottamente dal 2012 a oggi. Il suo potere politico raggiunse il culmine nel 2017 con una vittoria elettorale che diede al suo partito i due terzi dei seggi del Parlamento.
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Durante il suo governo si è occupato della ripresa e della ricostruzione del paese dopo lo tsunami del 2011, ha stretto un buon rapporto con il presidente americano Donald Trump e ha avviato un progetto di riforme economiche, la cosiddetta Abenomics, sul fronte monetario, di politica fiscale e di sostegno alle imprese, che prevedeva una serie di liberalizzazioni e un’ampia concessione di credito per rilanciare i consumi e aumentare l’inflazione.
Nel suo secondo mandato, spiega il New York Times, non è stato in grado di portare a termine alcuni obiettivi importanti, come risolvere la contesa con la Russia delle isole Curili e cambiare l’articolo della Costituzione, scritta dopo la resa nella Seconda guerra mondiale, che proibisce al paese di avere un esercito.
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Abe si dimetterà in uno dei momenti in cui la sua popolarità è in maggiore calo dall’inizio del secondo mandato. In particolare viene criticato per come ha gestito l’emergenza da coronavirus e gli effetti sull’economia, che hanno limitato i successi delle sue riforme economiche.