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  • Venerdì 28 agosto 2020

Il coronavirus ha raggiunto una remota tribù indiana

Sono stati rilevati dieci casi di contagio tra i Grandi Andamanesi, che vivono molto isolati a Strait Island: da quelle parti l'epidemia è una minaccia esistenziale

Port Blair, capitale dell'arcipelago indiano delle Andamane e Nicobare (AP Photo/Aijaz Rahi)
Port Blair, capitale dell'arcipelago indiano delle Andamane e Nicobare (AP Photo/Aijaz Rahi)

La settimana scorsa è stato accertato il contagio da coronavirus di quattro persone della tribù indiana dei Grandi Andamanesi. La maggioranza della tribù che vive a Strait Island, nell’arcipelago delle Andamane e Nicobare, era stata sottoposta a test perché il mese scorso erano stati rilevati sei contagi di membri della tribù che si trovavano nella capitale della regione. Questi primi sei contagiati nel frattempo sono guariti, i quattro nuovi sono sotto controllo e per il momento nessuno è grave. Ma l’arrivo del coronavirus in una tribù di poco meno di 60 persone, abituata a vivere in condizioni di forte isolamento, e che in passato era già stata decimata da virus arrivati dall’esterno, è considerato preoccupante.

Nell’arcipelago sono stati registrati in tutto 1.985 casi e 41 morti di COVID-19, su una popolazione di circa 360mila abitanti.

L’infezione da coronavirus è considerata particolarmente pericolosa per le tribù – come quella dei Grandi Andamanesi – che vivono isolate e autonome dal resto delle popolazioni circostanti, perché i loro sistemi immunitari sono più deboli, essendo stati esposti nel tempo a meno agenti esterni rispetto a chi interagisce con molte persone ed è abituato a viaggiare di più. Per quanto molto isolata, però, la tribù dei Grandi Andamanesi non è completamente tagliata fuori dal resto del mondo: alcuni suoi membri lavorano nelle isole vicine, e questo è stato probabilmente uno dei fattori che hanno portato ai contagi.

– Leggi anche: La tribù più isolata del mondo

Tutti i membri della tribù sono stati sottoposti ai test in una giornata, grazie al lavoro di alcuni medici che hanno raggiunto la loro isola da quella principale dell’arcipelago. Hanno tutti collaborato con il personale sanitario, rendendo possibile il prelievo dei campioni per effettuare i test. Negli ultimi mesi alle Andamane si sono attrezzati per gestire l’emergenza sanitaria, dedicando ai malati di COVID-19 i reparti di due ospedali e di tre centri medici, e realizzando una decina di centri per chi risulta positivo al coronavirus.

Le autorità sanitarie locali stanno cercando di evitare che le altre tribù dell’arcipelago siano raggiunte dal virus: i circa 476 membri della tribù Jarawa sono tenuti sotto controllo per ridurre i loro contatti con altre persone. All’epoca della colonizzazione britannica di Strait Island, nella seconda metà dell’Ottocento, si stima che i Grandi Andamanesi fossero più di cinquemila. Nel tempo moltissimi morirono proprio a causa delle malattie portate dai coloni, contro le quali non avevano difese.