Le grandi storie di Alexandre Dumas
Oggi Google ricorda uno dei più celebri scrittori francesi dell'Ottocento, autore dei “Tre Moschettieri” e del “Conte di Montecristo”
Alexandre Dumas, uno dei più famosi e amati scrittori francesi di sempre, è rappresentato nel doodle di Google di oggi, che celebra la data d’uscita della prima parte di uno dei suoi romanzi più celebri, Il Conte di Montecristo, apparso sul giornale francese Journal des Débats a partire dal 28 agosto 1844. Il Dumas festeggiato da Google è il padre: da non confondersi col figlio, a sua volta apprezzato scrittore e conosciuto principalmente per La signora delle camelie.
Qualcuno potrebbe stupirsi scoprendo che Dumas, proprio come nel doodle animato di Google, era mulatto: sua nonna era infatti una schiava haitiana, discendente di schiavi africani, da cui prese peraltro il cognome. Il padre di Dumas era invece un generale un po’ dissidente e con una vita travagliata. Morì che il figlio aveva pochi anni, lasciandolo in povertà. Cresciuto dalla sola madre, non poté studiare granché ma sviluppò una grande passione e uno spiccato talento per la letteratura, cominciando a lavorare come copista per Luigi Filippo duca di Orléans, che diventò re di Francia nel 1830 dopo la rivoluzione che detronizzò Carlo X.
All’epoca Dumas aveva già avuto il suo primo figlio, l’Alexandre che sarebbe diventato a sua volta scrittore, e aveva scritto diverse opere teatrali che avevano avuto un gran successo. Alla fine degli anni Trenta dell’Ottocento cominciò a dedicarsi ai romanzi, che a quell’epoca stavano cominciando a essere pubblicati a puntate sui giornali: i “romanzi d’appendice”, o feuilleton, che sarebbero diventati una delle forme più diffuse e popolari di letteratura ottocentesca. A introdurli era stato proprio il francese Journal des Débats, che avrebbe pubblicato il Conte di Montecristo.
Ma non fu quella la prima opera di Dumas a diventare popolarissima: prima ci fu I tre moschettieri, sulla storia dei soldati speciali Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan, alla corte di Luigi XIII. Uscì sul giornale Le Siecle, ed ebbe uno straordinario successo, tanto che Dumas ne scrisse due seguiti, Vent’anni dopo e Il visconte di Bragelonne. Come la maggior parte delle sue opere, non le scrisse da solo: fu aiutato da Auguste Maquet, il suo collaboratore principale, e anche da altri scrittori che non raggiunsero la fama, come l’italiano Pier Angelo Fiorentino. Il rapporto con Maquet e gli altri collaboratori fu spesso usato dai detrattori di Dumas, che a lungo fu considerato da alcuni critici uno scrittore di scarso valore letterario.
Ma anche se le sue opere non furono particolarmente innovative o originali, ebbero un grandissimo successo che dura ancora oggi, e consegnarono alla storia storie e personaggi diventati fondamentali nella cultura popolare europea. È il caso dei Tre moschettieri, ma anche del Conte di Montecristo, considerato il suo capolavoro, che racconta la tragica storia della vendetta di Edmond Dantès, un marinaio incarcerato ingiustamente per un complotto. Le opere di Dumas furono messe in scena centinaia di volte, prima a teatro e poi al cinema e in televisione.
Dumas fece una discreta fortuna con i suoi romanzi, che usò per comprare un castello nel quale inscenava le più grandi opere teatrali del suo tempo. Ma accumulò un sacco di debiti e dovette venderlo e scappare per un po’ in giro per l’Europa. A partire dagli anni Cinquanta dell’Ottocento visse in Russia, poi in Italia dove partecipò al movimento indipendentista e diventò amico di Giuseppe Garibaldi, che prima lo mise a capo degli scavi archeologici e dei musei del regno delle Due Sicilie, e poi gli fece dirigere il giornale L’Indipendente. Tornò in Francia, malato, nel 1870, dove morì a casa del figlio.