E quindi Messi vuole lasciare il Barcellona
Per andare dove? E a quale prezzo? Il capitano del Barcellona vuole attivare una clausola contrattuale che però la società sembra non voler accettare
Lionel Messi, il miglior calciatore professionista in attività e uno dei più forti di sempre, ha chiesto ufficialmente al Barcellona di essere ceduto. Da tempo si parlava dei suoi malumori all’interno del club per il quale gioca da vent’anni, e ora questi malumori sono stati confermati. Questo non vuol dire però che Messi sia già fuori dalla squadra: restano infatti alcuni aspetti importanti da chiarire, perché Messi ha chiesto al Barcellona di far valere una clausola che permetterebbe la risoluzione immediata del suo contratto e quindi un trasferimento a costo zero, e il Barcellona pare non essere d’accordo.
Quando Messi firmò l’ultimo rinnovo contrattuale con il club fino al 30 giugno 2021, fece inserire una clausola rescissoria che gli avrebbe permesso di liberarsi gratis purché fosse attivata al termine di ciascuna stagione e non oltre il 10 giugno. Ora il calciatore e i suoi rappresentanti chiedono che questa clausola possa essere attivata tra agosto e settembre, usando come giustificazione il prolungamento della stagione a causa della lunga sospensione per la pandemia.
Da questa richiesta potrebbe iniziare una battaglia legale tra le parti, che però non converrebbe a nessuno. Se il Barcellona negasse a Messi l’attivazione della clausola, il giocatore, ormai non più intenzionato a giocare lì, rischierebbe di restare fermo per una stagione intera – a trentatré anni compiuti – in attesa della scadenza del contratto il 30 giugno 2021. Dall’altra parte, il club si priverebbe delle prestazioni del suo miglior giocatore pur continuando a pagare i circa 71 milioni di euro che percepisce annualmente, divisi tra stipendio e diritti d’immagine.
Allo stato attuale, inoltre, le caratteristiche del suo contratto rendono il suo ingaggio proibitivo per qualsiasi club, anche i più ricchi, considerate le norme finanziarie in vigore e i bilanci limitati dagli effetti della pandemia.
In molti credevano che Messi avrebbe concluso la carriera al Barcellona, la squadra che lo prese da ragazzino a Rosario, la sua città natale in Argentina, per portarlo in Spagna e farlo diventare il miglior calciatore dei suoi tempi, probabilmente il più forte di sempre insieme al connazionale Diego Armando Maradona. A Barcellona è cresciuto, ha vinto tutto quello che poteva vincere, più di una volta, compresi sei Palloni d’Oro, è diventato quello che è ora e ha messo su famiglia, ma adesso le cose sono cambiate.
Alla base dei suoi malumori ci sarebbe il rapporto diventato ogni anno più complicato con la dirigenza del club presieduto dal 2016 dal Josep Maria Bartomeu, a cui vengono attribuite le maggiori responsabilità nel declino della squadra, risultato di progetti tecnici obsoleti e di tanti acquisti sbagliati che non hanno mai rimpiazzato giocatori come Carles Puyol, Xavi Hernandez e Andres Iniesta, quelli con cui Messi ha reso il Barcellona il miglior club al mondo per diversi anni.
Le difficoltà sono diventate sempre più evidenti, fino ad arrivare alla stagione appena conclusa, la prima senza trofei negli ultimi sedici anni, aggravata dall’umiliante sconfitta per 8-2 contro il Bayern Monaco nei quarti di UEFA Champions League. La sconfitta era stata preceduta da alcuni scontri tra Messi e la dirigenza, legati a diversi temi: dall’esonero dell’allenatore Ernesto Valverde a gennaio, che il direttore sportivo Eric Abidal gli attribuì direttamente come responsabilità, alla disputa legata alla diminuzione degli stipendi durante il lockdown.
Più di recente, un colloquio poco entusiasmante con il suo nuovo allenatore, Ronald Koeman, e l’intenzione della società di vendere Luis Suarez, suo partner in attacco e uno dei suoi amici più stretti, lo avrebbero convinto a muoversi per trasferirsi altrove. Tuttavia c’è chi sostiene che la richiesta di trasferimento avanzata da Messi sia in realtà una mossa pensata per spingere alle dimissioni anticipate l’attuale dirigenza, in modo da anticipare anche le elezioni del nuovo presidente previste fra un anno, un evento con il quale soci e diversi ex giocatori sperano di risollevare la società.
Fra le squadre straniere a cui Messi è stato accostato più spesso ci sono Manchester City, dove troverebbe il suo ex allenatore Pepe Guardiola e altri dirigenti catalani, Manchester United, Paris Saint-Germain e Inter, quest’ultima presa in considerazione soprattutto dopo il trasferimento a Milano della sede legale della società del padre, Jorge Horacio, il quale ha anche acquistato una casa in zona Porta Nuova, non lontana dalla sede dell’Inter.