Le mestruazioni hanno un effetto sulle prestazioni sportive?
Non lo sappiamo con certezza, perché la ricerca scientifica sul tema è poco soddisfacente
Molte donne ripensando alle lezioni di educazione fisica delle scuole superiori ricorderanno insegnanti che le esoneravano da certe attività quando avevano le mestruazioni. Ad altre invece tornerà in mente una professoressa o un professore che sosteneva che correre aiutasse a sentire meno i dolori mestruali. Entrambi gli approcci possono essere ben motivati, non solo perché gli effetti delle mestruazioni sono diversi da persona a persona, ma anche perché, allo stato della scienza attuale, sappiamo poco del rapporto tra lo sport e il ciclo.
Per molti anni, questo e altri temi legati ai corpi femminili – la menopausa, ad esempio – non hanno ricevuto particolare attenzione. Spesso, ad esempio, gli studi medici venivano fatti prendendo in considerazione solo gli uomini e dando per scontato che i risultati sarebbero stati gli stessi anche per le donne. In vari casi poi nelle ricerche sulla biologia femminile era comune trovare assunti e conclusioni influenzati da pregiudizi sessisti. Un po’ succede ancora oggi, anche se le cose sono migliorate.
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È un problema noto e un articolo pubblicato a luglio dalla rivista Sports Medicine mostra le sue ripercussioni su ciò che (non) sappiamo a proposito degli effetti delle diverse fasi del ciclo mestruale sulle prestazioni sportive. L’articolo, scritto da un gruppo di ricercatrici e ricercatori britannici, è il primo che confronti i risultati dei più importanti studi scientifici disponibili su questo tema, che sono 78 e in totale hanno coinvolto 1.193 persone con il ciclo mestruale.
Per capirne le conclusioni è necessario sapere alcune cose sui cosiddetti ormoni femminili, cioè estrogeni e progesterone, almeno a grandi linee. Gli estrogeni sono considerati utili per ottenere migliori prestazioni sportive, dato che favoriscono la formazione dei muscoli e rendono più efficiente il consumo degli zuccheri: dovrebbero avere cioè un effetto anabolizzante. Il progesterone limita gli effetti degli estrogeni invece, e per questo si pensa che una sua maggiore presenza nel corpo possa essere una limitazione per l’attività fisica.
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Nel corso del ciclo mestruale, cioè nei 21-35 giorni tra una mestruazione e l’altra, la quantità dei diversi ormoni varia. Nella prima fase del ciclo i livelli di tutti gli ormoni femminili sono bassi, poi c’è un aumento degli estrogeni che culmina prima dell’ovulazione. Con l’ovulazione il livello degli estrogeni torna basso, per crescere di nuovo, ma compensato da un più alto livello di progesterone, a metà della fase luteale (tra il ventesimo e il ventitreesimo giorno, nel ciclo idealizzato di 28 giorni), quella che precede le mestruazioni. Prendendo per buone le ipotesi sugli effetti degli ormoni sulle prestazioni sportive, le persone con il ciclo mestruale dovrebbero essere più atletiche nei giorni dell’ovulazione.
Dal confronto degli studi considerati, che tenevano conto di misurazioni relative alla forza, alla resistenza e alla velocità delle partecipanti alle ricerche, le autrici e gli autori dell’articolo di Sports Medicine hanno dedotto che, in media, le prestazioni sportive dovrebbero essere peggiori nella fase follicolare iniziale, cioè nei giorni delle mestruazioni. Ma la differenza evidenziata dagli studi tra le prestazioni di quei giorni e quelle delle altre fasi del ciclo è talmente bassa da poter essere considerata irrilevante. Per quanto riguarda le altre fasi, mettendo insieme tutti i dati disponibili, non sono state rilevate differenze nelle prestazioni fisiche.
Il gruppo di ricercatrici e ricercatori però avverte di prendere con le pinze queste conclusioni perché in generale gli studi fatti su questo tema hanno vari difetti, tra cui il basso numero di dati su cui sono basati. Inoltre se si vanno a guardare le conclusioni dei singoli studi riguardo alle prestazioni durante i giorni delle mestruazioni si notano grosse differenze.
Questo grafico, in cui ogni riga corrisponde a un diverso studio, lo fa capire: se il punto corrispondente a uno studio è a destra della riga tratteggiata verticale significa che le persone coinvolte nello studio avevano avuto prestazioni sportive migliori durante le mestruazioni; se è a sinistra invece significa che le prestazioni erano state peggiori nei primi giorni del ciclo. Le linee orizzontali associate a ogni punto indicano l’incertezza associata ad ogni stima – che in generale è maggiore se uno studio è stato fatto con pochi dati, ad esempio. Il punto più in basso indica la media: come abbiamo detto, dice che le prestazioni sono peggiori nei giorni delle mestruazioni, ma di molto poco, e nell’intervallo dell’incertezza è compreso lo 0, che corrisponde a “nessuna differenza nelle prestazioni”.
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Il grafico mostra anche un’altra cosa: circa la metà degli studi dice che le prestazioni sono inferiori nei primi giorni del ciclo, l’altra metà dice il contrario. Per questo è difficile ritenere questi studi affidabili. Sono anche difficili da confrontare, perché non tutti misuravano la qualità delle prestazioni allo stesso modo e perché se alcuni avevano per soggetti delle atlete, altri consideravano anche donne con uno stile di vita sedentario. Ma anche tenendo in considerazione solo gli studi migliori (quelli indicati con gli asterischi nel grafico) la conclusione finale non cambia: servono più studi, fatti meglio e raccogliendo più dati, per dare risposte definitive su questo tema.
In conclusione l’articolo di Sports Medicine consiglia a chi si occupa di prestazioni sportive per lavoro di non trarre conclusioni dalla letteratura scientifica su questo tema, ma di basarsi sulle caratteristiche personali di ogni atleta per programmare gli allenamenti e altri aspetti della preparazione. Un messaggio simile è stato dato da Trent Stellingwerff, medico della squadra olimpica canadese, che su Twitter ha scritto: «Penso che non ci siano abbastanza dati scientifici per dare suggerimenti generali sull’alimentazione e sugli allenamenti nelle diverse fasi del ciclo mestruale».
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