La ministra Azzolina ha detto che i nuovi banchi con le ruote non sono indispensabili, ma servono
«Sono molto migliorativi. Favoriscono la didattica di gruppo. Non ci trovi sotto il chewingum di tuo nonno», ha spiegato a Repubblica
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in un’intervista pubblicata il 21 agosto da Repubblica, tra le altre cose, ha parlato dei nuovi banchi con le ruote che verranno utilizzati in classe dal prossimo anno scolastico per garantire il distanziamento fisico necessario per contrastare il contagio da coronavirus (e intorno a cui nelle ultime settimane ci sono state molte polemiche). Alla domanda se questo nuovo tipo di banchi sia indispensabile per la riapertura delle scuole la ministra ha risposto:
No, non sono indispensabili. Sono molto migliorativi, però: sono più piccoli, funzionali, moderni. Favoriscono la didattica di gruppo, non frontale. Non ci trovi sotto il chewingum di tuo nonno. Arredi nuovi inducono a prendersene cura, come sempre si dovrebbe.
Azzolina ha inoltre detto che sulla questione dei banchi «la disinformazione è capillare e temo, strumentale a seminare incertezze e paure». La ministra ha spiegato che sono stati acquistati «due milioni di banchi tradizionali e 450mila con le ruote su precisa richiesta dei dirigenti» all’interno di una bando di gara in cui sono stati stanziati tre milioni di euro.
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La ministra durante l’intervista ha confermato che il 14 settembre le scuole riapriranno agli studenti nonostante la nuova crescita dei contagi e ha ricordato che «gli esami di Stato si sono svolti in sicurezza, nessun ragazzo si è ammalato». Azzolina ha poi detto che verranno forniti alle scuole 11 milioni di mascherine al giorno da utilizzare nelle situazioni in cui non sia possibile rispettare il distanziamento fisico di un metro.
Azzolina, riferendosi ai sindacati della scuola, ha poi detto che si è «trovata di fronte a una resistenza strenua al rinnovamento». Sul tema della selezione degli insegnanti ha aggiunto: «Non è un mistero che i sindacati siano contrari al concorso con prova selettiva: vorrebbero stabilizzare i precari, immissione in ruolo per soli titoli. Ma sa la sorpresa qual è? Per 80 mila posti sono arrivate in totale 570mila domande. Di queste solo 64 mila sono di docenti con almeno 36 mesi di servizio. Le altre 506 mila sono di neolaureati o giovani docenti. I precari hanno diritti acquisiti, ma i giovani hanno diritto di accesso».