Come comportarsi con gli stronzi
Il Wall Street Journal ha esaminato un tema molto attuale, diciamo
Elizabeth Bernstein è una giornalista del Wall Street Journal che scrive una rubrica sulle relazioni e le interazioni tra le persone. Nel suo ultimo articolo, Bernstein risponde alla domanda di un lettore che, dopo aver discusso con un uomo che aveva provato a superarlo in una fila, le chiede consigli su come relazionarsi con gli stronzi. Il lettore fa riferimento in particolare al periodo storico che stiamo attraversando, sostenendo che sia diventato molto più frequente incontrare in giro persone irritate, maleducate e prepotenti.
Bernstein risponde proponendo una strategia semplice ma probabilmente non per tutti, e soprattutto non per le persone un po’ impulsive. Prima di spiegarla fa un’importante premessa, dicendo che il suo consiglio «vale in caso di rapidi incontri con sconosciuti. Se ti senti in pericolo, o sei esposto a regolari attacchi da qualcuno che conosci, devi rivolgerti alle autorità».
La prima cosa di cui bisogna tenere conto è che stiamo attraversando un periodo in cui le persone sono effettivamente sottoposte a uno stress maggiore del solito. Quando escono di casa, alcune potrebbero soffrire il fatto di rischiare la propria salute, o in generale essere tormentate dalle preoccupazioni legate ai cambiamenti degli ultimi mesi, alla perdita del proprio posto di lavoro o di una persona cara. Non possiamo sapere se abbiamo davanti una persona in difficoltà o semplicemente una persona che si sta comportando da stronza, ma è comunque una consapevolezza che può aiutarci a essere un po’ più comprensivi e a prenderla meno sul personale.
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La strategia di Bernstein per gestire il comportamento di una persona stronza si compone di due fasi.
La prima è non farsi coinvolgere. In queste situazioni, infatti, difficilmente si riesce a trovare un punto di incontro razionale o a far cambiare idea allo stronzo: alimentare la disputa potrebbe avere l’unico risultato di farlo incattivire ancora di più. Quindi è importante rimanere il più calmi ed educati possibile e sottrarsi dal confronto, anche allontanandosi fisicamente se possibile.
La seconda fase prevede un momento di autocompiacimento. Mentre lo stronzo si starà probabilmente vergognando del proprio comportamento, voi potrete complimentarvi con voi stessi per non esservi comportati male, per aver mantenuto il controllo e per essere rimasti coerenti con i vostri valori. Questo consapevolezza è molto utile anche a scacciare il senso di impotenza che si può provare in alcuni casi quando qualcuno ci tratta male e noi decidiamo di non reagire.
Anche se potrebbe sembrare che gli stronzi non soffrano dei propri comportamenti aggressivi, uno studio condotto dall’Università della Florida ha dimostrato il contrario: le persone in ruoli di potere più predisposte ad avere atteggiamenti violenti nei confronti dei propri sottoposti sono poi anche quelle che fanno più fatica ad allontanare i pensieri negativi e rilassarsi fuori dal lavoro.
Alle persone che fanno più fatica a non reagire e a mostrarsi indifferenti, Bernstein suggerisce di provare con un mantra: una breve frase da ripetere nella mente per «creare nuovi percorsi neurali nel cervello e condizionarsi a essere più calmi e felici». Quello che usa Bernstein è semplice: «respira, respira, respira». E intanto aspetta che passi l’arrabbiatura: un po’ come contare fino a dieci.
Nel 2017 Robert Sutton, docente di psicologia alla Stanford University, ha scritto The Asshole Survival Guide, una guida per sopravvivere agli stronzi che si incontrano nella vita. Il primo approccio da tentare secondo Sutton è lo stesso di Bernstein: cercare di avere meno a che fare possibile con loro e ignorarli. Sutton conferma che in queste situazioni imparare a fregarsene è difficile, ma anche la strategia più semplice che si possa mettere in atto. Secondo Sutton, una tecnica mentale utile a prendere le distanze da una certa persona è provare a pensare che di lì a poche ore sarà fuori dalla nostra vita o che di lì a un anno non ci ricorderemo neanche più di lei.