5 tecniche per mettere in ordine
Per chi non vuole farsi prendere dallo sconforto ancora prima di iniziare ma nemmeno consegnarsi necessariamente a Marie Kondo
Negli ultimi anni, mettere in ordine è diventato parecchio di moda: sempre più spesso, anche in Italia, si sente usare il termine inglese decluttering, che vuol dire riordinare, ma anche fare spazio eliminando ciò che non serve più. Tutto cominciò nel 2011, quando uscì il libro della giapponese Marie Kondo, Il magico potere del riordino, che ebbe grandissimo successo e vendette milioni di copie in tutto il mondo. Da allora l’attenzione verso tecniche e trucchi del riordino non sembra essere calata e anzi, con il lockdown che negli ultimi mesi ha costretto moltissime persone in casa, liberare gli spazi da un po’ di oggetti vecchi e inutilizzati è diventata per molti una necessità impellente.
Siccome spesso è difficile decidere da dove partire e come procedere senza farsi sopraffare dalla polvere, dai ricordi e da pensieri devianti come “questo lo tengo per stare in casa”, il Washington Post ha raccolto cinque tecniche tra le più diffuse per mettere in ordine con un certo criterio.
Il metodo Marie Kondo
Il metodo di Marie Kondo – chiamato konmari, dall’abbreviazione del suo nome – si basa sull’idea che gli oggetti che teniamo in casa debbano “sprizzare gioia” e che bisogna quindi sbarazzarsi di tutti gli oggetti che non servono davvero e a cui non si è affezionati. Naturalmente si tratta di un metodo molto soggettivo, che può non piacere a tutti. Per esempio l’anno scorso, quando uscì il suo programma su Netflix Facciamo ordine con Marie Kondo, nacque una piccola polemica perché in una puntata si consigliava a una famiglia di sbarazzarsi dei libri. Secondo Kondo infatti non leggeremo mai i libri che possediamo e che non abbiamo ancora letto, e quelli già letti non ci servono più. Questa pratica è stata criticata da molti che considerano barbaro buttare via i libri. Altri invece l’hanno difesa, spiegando che ha semplicemente applicato il suo metodo a cose che sono, alla fine, oggetti come altri.
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La regola OHIO
Che non c’entra niente con lo stato americano dell’Ohio, ma è un acronimo di only handle it once, che in italiano si potrebbe tradurre con “gestiscilo solo una volta”. È un metodo molto vecchio pensato per il riordino di documenti cartacei negli uffici: ruota attorno all’idea di non rimandare la decisione sulla fine che farà un certo fascicolo appena arrivato sulla scrivania, ma al contrario di archiviarlo subito se va archiviato, metterlo nel plico di quelli da leggere se va letto, firmarlo se va firmato, eccetera. In tempi più recenti è stato adattato alle mail nella casella di posta elettronica, ma il Washington Post dice che potrebbe andare bene anche per tutti quegli oggetti piccoli e inutili che entrano in casa ogni giorno senza che ci facciamo caso: i sacchetti di carta dei negozi, i volantini pubblicitari trovati nella cassetta della posta, i piccoli giochi che i vostri figli hanno portato a casa dopo una festa di compleanno. Evitiamo di farli girare per casa un anno prima di deciderci a buttarli.
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La regola dell’anno
È molto semplice: per ogni oggetto che non si sa se tenere o buttare, bisogna chiedersi quante volte lo si è usato nell’ultimo anno. Se la risposta è zero, vuol dire che è tempo di eliminarlo. Questa regola vale soprattutto per i vestiti, per cui si tende sempre a pensare che arriverà il loro momento. Ma se nell’ultimo anno non ci sono stati matrimoni a bordo piscina d’inverno e convegni di lavoro alle Bahamas, avete buone possibilità di escludere che succederà l’anno prossimo. Solo per quest’anno forse potete fare un’eccezione, visto che probabilmente tra marzo e aprile avete indossato a malapena una tuta e una camicia per le videochiamate di lavoro.
Ogni cosa deve avere un posto
A meno che non siate dei collezionisti, non c’è motivo per cui dobbiate possedere più oggetti di quelli che stanno fisicamente in casa vostra. Se nell’armadio dei vestiti non c’è più spazio, è il momento di darne via un po’ o quanto meno di non comprarne di nuovi. E lo stesso vale se fare ordine nella cameretta dei vostri figli è diventato impossibile perché non sapete più dove mettere i giochi. Dopo una prima fase di riordino e ridistribuzione degli oggetti nei loro spazi, un buon metodo per mantenere l’ordine è quello di buttare o dare via un oggetto ogni volta che se ne compra o se ne riceve uno nuovo in regalo.
Il metodo FlyLady
Nei primi anni Duemila l’americana Marla Cilley creò una mailing list che poi divenne un forum online sul sito Flylady.net, dove condivideva tecniche per il riordino e per la gestione delle faccende domestiche. Uno dei suoi insegnamenti più famosi è: «La tua casa non si è sporcata in un giorno e non basterà un giorno a ripulirla». Secondo Cilley infatti bisogna procedere a piccoli passi: se si comincia pensando di voler fare tutto in un giorno non si va da nessuna parte, mentre dedicare al riordino 15 o 20 minuti al giorno è un piccolo impegno che chiunque può prendere e che alla lunga porta i suoi risultati.
Chiedi aiuto
Il Washington Post conclude con un sesto consiglio che non è propriamente un metodo, ma può essere utile: fare le cose in due aiuta sempre a prendere decisioni migliori. In questi giorni in cui molti sono in pausa dal lavoro e dallo studio, chiedere al proprio partner o ai propri figli di fare ordine insieme potrebbe essere un’idea. Un’altra cosa da non escludere è quella di chiedere una consulenza professionale: anche in Italia negli ultimi tempi sono sempre più diffusi i professionisti che vengono a domicilio e aiutano a riordinare casa.