Il servizio postale degli Stati Uniti ha sospeso le riforme che avrebbero ostacolato il voto per posta
Il servizio postale degli Stati Uniti ha sospeso le riforme per tagliare i costi di gestione che erano viste da molti come un tentativo di ostacolare la partecipazione alle prossime elezioni presidenziali di novembre. Il direttore delle poste Louis DeJoy ha detto che saranno bloccati i cambiamenti che, secondo i critici, soprattutto del Partito Democratico, avrebbero ostacolato il voto per posta.
DeJoy ha deciso di fermare i cambiamenti programmati dopo essere stato chiamato a testimoniare davanti al Congresso e dopo che almeno 20 stati si stavano preparando a citarlo in giudizio. Sotto la direzione di DeJoy il servizio postale degli Stati Uniti aveva iniziato negli ultimi mesi un piano di riduzione dei costi che prevedeva la rimozione di caselle di posta, la cancellazione di turni di consegna e la chiusura di centri di smistamento.
Ora però DeJoy ha detto che gli orari degli uffici postali non verranno ridotti e non saranno rimosse né le cassette della posta né le macchine smistatrici: tutti tagli che invece erano stati previsti. Inoltre DeJoy ha detto che gli straordinari ai dipendenti continueranno a essere pagati per garantire che le consegne arrivino in tempo. DeJoy ha dichiarato che «per evitare che ci sia anche solo il sospetto» che i tagli possano influire sul sistema del voto per posta, i cambiamenti sono sospesi «fino a quando le elezioni non saranno concluse».
Negli Stati Uniti c’è un accesso dibattito sul finanziamento alle poste, visto che, a causa della pandemia da coronavirus, si prevede un record di votanti per posta. Giovedì 13 agosto il presidente statunitense Donald Trump aveva confermato durante un’intervista a Fox Business che non avrebbe aumentato i fondi federali alle poste: «per far funzionare gli uffici postali e gestire milioni di schede elettorali hanno bisogno di quei soldi: ma se non li avranno, non potranno gestire i voti di tutti gli elettori». Trump ha detto e scritto più volte – senza mai fornire le prove – che l’estensione del voto per posta a tutti gli stati esporrebbe le elezioni presidenziali a una manipolazione senza precedenti, falsandone il risultato.