A Gaza c’è l’elettricità solo per quattro ore al giorno
Israele ha bloccato i rifornimenti di gasolio verso la Striscia, a causa di nuove tensioni con Hamas, e l'unica centrale elettrica è stata chiusa
Martedì è stata chiusa l’unica centrale elettrica della Striscia di Gaza, lasciando i circa due milioni di residenti con solo quattro ore di elettricità al giorno. La centrale è stata chiusa un giorno dopo il blocco da parte di Israele delle forniture di gasolio verso la Striscia, adottato in risposta al lancio di palloncini incendiari verso il territorio israeliano. Oltre a bloccare i rifornimenti di gasolio, Israele ha anche compiuto diversi attacchi contro obiettivi di Hamas, gruppo radicale palestinese che governa di fatto la Striscia dal 2007, e che gli israeliani accusano di essere dietro gli attacchi degli ultimi giorni.
Le ultime tensioni nella Striscia di Gaza durano da settimane. Secondo funzionari citati dal quotidiano Haaretz, il lancio di palloncini incendiari sarebbe parte di un tentativo di Hamas di mettere pressione su Israele per convincere il governo israeliano a mantenere gli accordi raggiunti a inizio anno durante un precedente cessate-il-fuoco.
La situazione nella Striscia è molto grave, sia a causa dell’embargo imposto da Israele fin dal 2007, sia per i conflitti combattuti negli ultimi anni tra le forze israeliane e i gruppi palestinesi. La chiusura della centrale elettrica sta peggiorando ulteriormente le cose, soprattutto in un momento in cui questi territori stavano già soffrendo frequenti e diffusi blackout. Mohammed Thabet, uno dei portavoce della compagnia di distribuzione dell’elettricità di Gaza, ha detto ad Associated Press che «molti servizi rischiano il collasso, se la crisi non verrà risolta», mentre il ministro della Salute della Striscia ha parlato di «pericolose conseguenze per i pazienti che si trovano nei reparti di terapia intensiva». Oggi le uniche linee che forniscono elettricità nella Striscia sono quelle che partono da Israele.
Negli ultimi giorni ci sono stati tentativi di mediazione tra le due parti, coordinati da Qatar ed Egitto. Finora però le posizioni di Israele e Hamas sembrano essere distanti.
Secondo Hamas, Israele non sta rispettando i precedenti accordi raggiunti con la mediazione di Egitto e Qatar, che prevedevano che il governo israeliano allentasse l’embargo sulla Striscia e permettesse investimenti e progetti per risollevare l’economia locale. Negli ultimi giorni, Israele ha invece rafforzato l’embargo, chiudendo il principale passaggio commerciale sulla costa e vietando le attività in mare dei pescatori di Gaza. L’ultima visita dei mediatori egiziani a Gaza risale a lunedì, ma si è conclusa senza il raggiungimento di alcun accordo.