14 cose che forse non faremo più
Infilarci le penne in bocca, stringerci in ascensore per far entrare qualcuno, mangiare a un buffet...
Riprendendo il titolo del famoso romanzo di David Foster Wallace Una cosa divertente che non farò mai più, il New York Times ha raccolto in un articolo 11 cose che un tempo avremmo fatto con leggerezza, ma che da quando c’è la pandemia evitiamo di fare e probabilmente per un bel po’ di tempo – per sempre? – non faremo con la stessa leggerezza. Tra l’altro, la cosa divertente a cui Wallace fa riferimento nel suo libro è una vacanza in crociera: una cosa che sarebbe potuta rientrare nell’elenco dell’articolo, così come molte delle attività che prevedono la concentrazione di un alto numero di persone in un unico spazio chiuso.
– Leggi anche: Come smettere di toccarsi la faccia
Tra le cose citate dal New York Times, la prima – ne avevamo parlato – è una delle tradizioni più radicate in molti posti del mondo e cioè soffiare sulle candeline di una torta per festeggiare i compleanni. Pensandoci bene, anche cantare “tanti auguri” tutti in cerchio attorno al festeggiato non è il massimo: nel caso, meglio farlo all’aperto e ben distanziati. Il New York Times parla anche di abitudini come passarsi i microfoni durante un karaoke e truccarsi con i campioncini di prova esposti nelle profumerie: tutte cose che potrebbero offrire al virus un facile canale di diffusione. Ma pensando a come è cambiata la nostra vita negli ultimi mesi, l’elenco potrebbe continuare: di seguito trovate 14 cose più o meno divertenti che potrebbero non tornare mai più come prima.
Baciarsi sulle guance per salutarsi
È un’abitudine molto diffusa in Italia – e ancora di più in paesi come il Belgio – a cui abbiamo imparato a rinunciare negli ultimi mesi. Lo stesso vale anche per la stretta di mano, che Anthony Fauci, uno dei maggiori esperti virologi negli Stati Uniti, ha detto che diventerà «una cosa del passato». Melissa Nolan, docente di epidemiologia alla University of South Carolina, ha spiegato al New York Times che gli abbracci potrebbero sostituire altre forme di saluto perché non prevedono il contatto tra mani e volti delle persone. Per i meno inclini a manifestazioni troppo affettuose, una forma di saluto che si è diffusa molto negli ultimi mesi e che viene usata anche in ambienti formali al posto della stretta di mano è il gomito-contro-gomito, oppure toccarsi i pugni.
L’aperitivo con i salatini al bancone del bar
In Italia, all’ora dell’aperitivo, era molto frequente trovare olive, patatine, noccioline e altri stuzzichini a disposizione dei clienti sul bancone del bar. Teoricamente, per chi vuole servirsi, le noccioline hanno un cucchiaino apposta e le olive gli stuzzicadenti usa e getta, ma con le patatine rispettare le norme igieniche è già più complicato. In generale, poi, non si sa mai se chi è venuto prima di noi è stato attento o meno: e chi magari ha chiacchierato e sputacchiato davanti alla ciotola e ai vassoi del buffet. Per rispettare le norme imposte dall’Istituto Superiore di Sanità, molti bar si sono attrezzati per dare a ogni cliente un piattino con una porzione personale di salatini e non possiamo escludere che le cose rimarranno così anche in futuro.
Andare al lavoro o a scuola da malati
Le linee guida invitano chi mostra sintomi che potrebbero essere causati dal coronavirus (febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari) a isolarsi in una stanza della casa, non uscire e ridurre al minimo i contatti anche con i conviventi. Se prima della pandemia un po’ di tosse non era sufficiente a convincere molti genitori a tenere a casa i propri figli, le cose d’ora in poi saranno probabilmente un po’ diverse. E anche molti adulti che non avrebbero mai rimandato una riunione o una scadenza per qualche linea di febbre stanno imparando a pensarci due volte prima di uscire di casa.
Mettersi la penna in bocca
Non è mai stata un’abitudine salutare, ma è un dato di fatto che moltissime persone tendono a portare le estremità o i tappi delle penne in bocca senza pensarci, magari quando sono nervosi o concentrati su qualcosa. A meno che non si tratti di una personalissima penna da taschino, dovremmo aver imparato una volta per tutte a farci attenzione e impedircelo, evitando così di portare alla bocca oggetti che non si sa da chi sono stati toccati o di contaminare con la propria saliva oggetti che potrebbero finire nelle mani di altri.
Pizzicare o accarezzare le guance dei bambini
Quando abbiamo a che fare con le figlie o i figli piccoli di persone con cui siamo in confidenza, fare piccoli buffetti alle guance o accarezzare mani e piedi è un gesto di tenerezza spontaneo. Tuttavia, anche se quella dei bambini è la categoria meno a rischio di sviluppare sintomi gravi di COVID-19, è meglio evitare contatti anche con loro, perché potrebbero non essere meno contagiosi degli adulti.
Riguardo ai rischi che potrebbero correre i bambini, il New York Times cita anche le piscine di palline, che non si esclude che possano sparire per sempre: le superfici di plastica sono infatti ottime trasportatrici di virus.
Stringersi in ascensore
Come in molti luoghi pubblici al chiuso, anche negli ascensori gli accessi da qualche mese sono contingentati in modo che le persone possano rispettare le regole di distanziamento fisico. Di fronte a un avventore dell’ultimo secondo un tempo avremmo risposto col classico «venga, venga, ci stringiamo», mentre ora ci pensiamo due volte. In generale, durante una pandemia, chi può evitare di prendere l’ascensore dovrebbe farlo a prescindere dal fatto che sia pieno o vuoto e dovrebbe ricordarsi di lavare sempre le mani dopo aver schiacciato il pulsante del piano. Prendere sempre le scale potrebbe diventare una nuova abitudine per molti.
Togliere le ciglia dal viso di qualcuno
In generale, a meno che non si sia molto in confidenza, è raro che le persone si tocchino la faccia a vicenda. Una delle occasioni in cui questo può succedere è quando si vuole recuperare un ciglio caduto su una guancia, pinzarlo tra il pollice e l’indice e far esprimere un desiderio alla persona che l’ha perso. Secondo l’usanza poi, una volta scommesso se il ciglio rimane attaccato al pollice o all’indice e staccate le dita, bisognerebbe pure soffiarci sopra. Insomma, non benissimo. Se avete sempre creduto nell’avverarsi di questi desideri, dovrete trovare un modo un po’ più igienico per continuare a esprimerli.
Rollare una sigaretta a qualcuno che non è capace
O viceversa, chiedere a qualcuno di farci una sigaretta. Il New York Times ha inserito nel suo elenco di cose divertenti che non faremo mai più l’abitudine di fare un tiro dalla sigaretta, anche elettronica, di un amico. Ma anche fare sigarette con cartine, filtri e tabacco per qualcuno che non è capace non è più una buona idea. Infatti, oltre al fatto che l’altro poi si metterà in bocca una cosa passata prima nelle tue mani, bisogna considerare il fatto che la maggior parte delle cartine vanno leccate prima di essere chiuse. Forse non è un’abitudine diffusa, ma è molto probabilmente una delle più rischiose.
Mangiarsi le unghie
Secondo la dermatologa Laurel Naversen Geraghty, non potrebbe esserci momento migliore per smettere di mangiarsi le unghie ed eliminare una volta per tutte il motivo principale che spinge molte persone a mettersi le mani in bocca. Naversen Geraghty consiglia in particolare di sostituire il gesto di mangiarsi le unghie con altri gesti “compensativi”, come quello di «premere delicatamente un dito contro l’unghia del pollice o stringere il pugno». Un’altra strategia che si può mettere in atto è quella di “deviare” la mano dalla bocca a un’altra parte del corpo – per esempio il lobo dell’orecchio – ogni volta che ci viene l’istinto di mangiarci un’unghia.
Leccarsi le dita per sfogliare una rivista
Un’abitudine che forse sparirà insieme a tutte quelle che prevedono il gesto di mettere le mani in bocca: il discorso vale in particolare nel caso di riviste già toccate da altri e destinate a passare in altre mani, per esempio quelle che si trovano dal parrucchiere o in alcune sale d’aspetto. All’inizio della pandemia, fu molto condiviso sui social network il video della funzionaria del governo della California che durante una conferenza stampa raccomandò a tutti di toccarsi la faccia il meno possibile, ma al contempo si leccò un dito per girare i fogli del suo discorso.
https://twitter.com/GrantB911/status/1235289765035028481?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1235289765035028481%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.ilpost.it%2Fflashes%2Ftoccarsi-la-faccia-coronavirus
Organizzare eventi con buffet
Con la riapertura dei ristoranti a maggio, l’Istituto Superiore di Sanità raccomandò di evitare la modalità di servizio a buffet, una cosa che probabilmente varrà anche per le pause ristoro durante convegni, conferenze stampa o altri eventi quando ricominceranno. La Food and Drug Administration, l’agenzia governativa statunitense che si occupa della sicurezza di cibo e farmaci, consiglia di sospendere in particolare i servizi di ristorazione che prevedono il cosiddetto self-service: una modalità molto diffusa che però rende molto difficile il rispetto delle norme igieniche.
Dividere un dolce con qualcuno
Dopo aver smesso di attingere patatine dallo stesso contenitore e aver rinunciato ai ricchi buffet dei convegni di lavoro, probabilmente anche dividere un piatto al ristorante con qualcuno che non sia un vostro convivente non sembrerà più così allettante. Piuttosto, chiedete al cameriere di dividervelo in due piatti fin dall’inizio. Invece i cocktail condivisi – anche se con più cannucce – è meglio scordarseli, dice il New York Times.
Lasciare i bambini malati ai nonni
In molte famiglie i nonni sono un grande aiuto quando si tratta di tenere i bambini malati a casa da scuola. La pandemia da coronavirus, che colpisce con sintomi più severi la fascia di popolazione più anziana, ha messo fortemente in discussione questo “modello”: ora infatti quando i bambini sono malati, il primo pensiero dei genitori è proprio quello di tenerli più lontani possibili dai componenti della famiglia più a rischio.
Sfogliare un menù
Molti bar e ristoranti negli ultimi mesi si sono attrezzati per sostituire i menù fisici (che passano di mano in mano e di tavolo in tavolo) con menù virtuali, che possono essere consultati dai clienti al tavolo semplicemente inquadrando un QR code con lo smartphone. Non ci sono grandi motivi per cui, dopo aver fatto questo passaggio, un ristorante dovrebbe tornare al menù di carta: i menù digitali sono più economici e molto più facili da modificare all’occorrenza.