Sean Penn ha 60 anni
È tra i pochi ad aver vinto due Oscar come miglior attore, ed è anche apprezzato regista, ma sono ormai un po' di anni che non fa grandi film
Sean Penn, nato nel 1960 a Santa Monica, in California, compie oggi 60 anni: e probabilmente, guardando i ruoli che ha spesso scelto di fare, non gli sarebbe dispiaciuto nascere una ventina di anni prima, per poter cavalcare a pieno l’onda della New Hollywood. In ogni caso, Penn se l’è cavata benissimo anche nel cinema dagli anni Ottanta in poi: con diversi ruoli molto apprezzati e con due Oscar vinti come miglior attore, una cosa che è riuscita giusto a un’altra ventina di attori e attrici nella storia del cinema. E tra un film e l’altro (ormai sempre meno, e sempre meno memorabili) Penn è stato anche regista, personaggio pubblico talvolta controverso e, di recente, scrittore.
Figlio di un regista e di un’attrice, Penn ha raccontato che iniziò a recitare dopo aver visto recitare Robert De Niro, non a caso uno dei più grandi attori della cosiddetta “New Hollywood” (il cinema americano tra gli anni Sessanta e Ottanta), e il suo primo ruolo, ancora adolescente, fu in un episodio della serie La casa nella prateria diretto dal padre. Il primo ruolo nel cinema arrivò invece nel 1981, nel trascurabile Taps – Squilli di rivolta, in cui recitò accanto a un allora altrettanto giovane Tom Cruise.
Negli anni Ottanta Penn era giovane, bello e anche ribelle, e ci mise ben poco a affermarsi in ruoli che, partendo da quelle tre caratteristiche, gli permisero di mostrare che sapeva essere anche un ottimo attore drammatico. Tra i film con cui si fece più notare ci fu per esempio Bad Boys, in cui interpretò Michael O’Brien, giovane teppista di origini irlandesi (quelle di Penn, invece, sono russe da parte di padre e un po’ irlandesi e un po’ italiane da parte di madre).
Nel 1986 Penn recitò nel primo vero grande flop della sua carriera, Shanghai Surprise: un film romantico, un po’ commedia e un po’ dramma, di Jim Goddard e con Madonna. Il film uscì alcuni mesi dopo il molto raccontato matrimonio tra Penn e Madonna, in una villa di Malibù, e nello stesso anno in cui in una canzone del suo terzo album True Blue, lei lo definì «the coolest guy in the universe», il tipo più figo dell’universo. A quanto pare la relazione fu abbastanza tormentata – lui disse in seguito di associare quel matrimonio alle urla di entrambi – e nel 1989 i due divorziarono.
A fine anni Novanta, dopo aver recitato in Colors di Dennis Hopper e Vittime di guerra di Brian De Palma, Penn si prese qualche anno di pausa dal cinema, dicendosi deluso da quel mondo e da quello che gli veniva proposto di fare. Tornò nel 1993, interpretando l’avvocato corrotto David Kleinfeld in Carlito’s Way, altro film di De Palma.
Nel 1995 ottenne la sua prima nomination all’Oscar per il difficile e ben recensito Dead Man Walking – Condannato a morte, un cui è un assassino razzista in attesa della sua condanna a morte. A fine anni Novanta fu apprezzato per Bugie, baci, bambole & bastardi, un film sulla Hollywood di quegli anni, e di nuovo candidato all’Oscar per Accordi e disaccordi di Woody Allen (unico protagonista maschile di un film di Allen, oltre ad Allen stesso, a venire mai candidato all’Oscar).
Dopo altri apprezzati ruoli in La sottile linea rossa di Terrence Malick e Il mistero dell’acqua di Kathryn Bigelow, arrivò una nuova nomination per Mi chiamo Sam, in cui Penn è appunto Sam, un uomo con disabilità intellettiva che deve affrontare diversi problemi e ostacoli nella sua relazione con la figlia, interpretata da una giovanissima Dakota Fanning.
Il primo dei due Oscar arrivò grazie al thriller Mystic River di Clint Eastwood, un thriller su tre amici di infanzia che si ritrovano 25 anni dopo coinvolti a vario titolo in un brutto caso di omicidio. Parlando di Eastwood, Penn disse che era «una delle poche leggende che non si rivelano essere una delusione».
Il secondo Oscar, anche questo come miglior protagonista, arrivò nel 2009 grazie al film biografico Milk, di Gus Van Sant.
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Tra i due Oscar, Penn recitò anche in 21 grammi di Alejandro González Iñárritu (che disse di essersi divertito quando, premiandolo anni dopo agli Oscar, Penn fece una battuta da molti criticata come razzista), in The Interpreter di Sydney Pollack (con alcune scene girate al Palazzo di Vetro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite di New York), Tutti gli uomini del re, Disastro a Hollywood e The Tree of Life. Nel 2011 Penn fu Cheyenne, un ex rockstar impegnato in un viaggio alla ricerca di un ufficiale nazista che umiliò il padre, in This Must Be the Place di Paolo Sorrentino.
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Nell’ultimo decennio non si trovano grandi film nella filmografia di Sean Penn e l’ultimo – Il professore e il pazzo, con Mel Gibson – l’hanno visto in pochi e apprezzato in pochissimi (pare addirittura che Gibson avesse cercato di bloccarne l’uscita).
Oltre che attore, già dal 1991 Penn è anche regista e ha fin qui diretto Lupo solitario, ispirato dalla canzone “Highway Patrolman” di Bruce Springsteen, e poi i generalmente ben recensiti 3 giorni per la verità e La promessa. Il più noto e apprezzato è Into the Wild, per cui Penn dovette attendere diversi anni per avere i diritti cinematografici del libro e di cui è anche autore della sceneggiatura. L’ultimo, Il tuo ultimo sguardo, è del 2016 ed è piaciuto molto meno. Il prossimo, di cui ancora si sa proprio poco, dovrebbe essere Flag Day, un film sul rapporto di un truffatore con la figlia, in cui Penn è sia attore che regista, e in cui reciterà anche la figlia 29enne Dylan Penn, avuta durante la sua relazione con l’attrice Robin Wright.
Comunque, a marzo 2018 Penn disse, in occasione dell’uscita del suo romanzo satirico Bob Honey Who Just Do Stuff, che in futuro la scrittura avrebbe «dominato le sue energie creative». Fuori dal cinema, Penn ha fatto parlare di sé per le sue frequenti prese di posizione in contesto politico (fu particolarmente attivo contro George W. Bush e spesso vicino al presidente venezuelano Hugo Chávez) e sociale (con frequenti prese di posizione a favore dei diritti gay). Nel 2016, Penn fu autore di una criticata intervista al narcotrafficante El Chapo, che allora era ancora latitante.
Per quanto riguarda la sua vita privata, in almeno un paio di occasioni si parlò di suoi atteggiamenti violenti e negli anni Novanta passò circa trenta giorni in carcere dopo aver assalito un fotografo. Oltre alle sue relazioni con Madonna e Robin Wright, è nota una sua relazione con Charlize Theron e, più di recente con l’attrice australiana Leila George: ha un anno in meno di Dylan, la figlia di Penn, e i due si sono sposati il 30 luglio, su Zoom.