La nave arenata vicino all’isola di Mauritius continua a perdere carburante
Sta diventando un disastro ambientale senza precedenti in quella zona, si stanno mobilitando volontari e aiuti internazionali
Da cinque giorni la nave mercantile MV Wakashio – che si è incagliata nella barriera corallina dell’isola di Mauritius, nell’oceano Indiano – continua a riversare carburante in mare. Venerdì il primo ministro Pravind Jugnauth ha dichiarato lo stato d’emergenza. Il ministro della Pesca Sudheer Maudhoo ha detto che è la prima volta che il paese deve affrontare «una situazione di questo tipo» e che non ha mezzi sufficienti per gestirla.
La nave stava andando dalla Cina al Brasile, ma il 25 luglio si è arenata circa a due chilometri a sud est dell’isola, a causa del brutto tempo. L’equipaggio era stato portato in salvo e in un primo momento era stata esclusa la possibilità di una perdita, che ha però cominciato a verificarsi due settimane dopo. La nave stava trasportando circa quattromila tonnellate di carburante, di cui circa 500 sono state portate a terra e mille sono in mare.
Il vicepresidente dell’operatore giapponese Mitsui OSK Lines, responsabile dell’attività della nave, si è scusato pubblicamente in una conferenza stampa a Tokyo e ha detto che la compagnia farà il possibile per risolvere il problema in collaborazione con Nagashiki Shipping Co., l’azienda giapponese proprietaria della nave. Il ministero degli Esteri del Giappone ha detto che manderà sei professionisti a Mauritius per gestire l’operazione di pulizia delle acque dal carburante. Anche il governo francese si è mobilitato per mandare soccorsi dalla vicina isola francese della Riunione.
Se la situazione dovesse peggiorare, le conseguenze sarebbero catastrofiche e senza precedenti nella storia dell’isola. L’isola di Mauritius infatti ha alcune delle barriere coralline considerate fra le più belle del mondo e dipende economicamente dalla pesca e dal turismo. Secondo Greenpeace Africa, «migliaia di specie nelle lagune incontaminate di Blue Bay, Pointe d’Esny e Mahebourg rischiano di annegare nelle acque inquinate, con terribili conseguenze per l’economia, la sicurezza alimentare e la salute di Mauritius».
Nel frattempo gruppi di volontari locali si sono messi al lavoro per ripulire le acque con secchi e per contenere la fuoriuscita di carburante dalla nave con sacchi di stoffa pieni di paglia. L’accesso alle spiagge e alle lagune sulla costa sud-orientale di Mauritius è stato vietato.