La notte prima delle elezioni in Bielorussia non è stata tranquilla
Ci sono stati arresti tra membri dell'opposizione e la principale candidata antigovernativa si è nascosta per evitare guai: un altro segno che questa volta le cose potrebbero cambiare
Sabato sera, poche ore prima dell’inizio delle votazioni per le elezioni presidenziali in Bielorussia, diversi membri del comitato elettorale della principale candidata di opposizione sono stati arrestati, in quello che molti hanno definito un tentativo di intimidire le opposizioni e favorire il presidente uscente Alexander Lukashenko.
La candidata stessa, Svetlana Tikhanovskaya, ha poi deciso di passare la notte in un posto segreto, temendo per la sua sicurezza.
Lukashenko, che punta alla sesta elezione, è al potere dal 1994 e ha un controllo quasi autoritario sul paese: quest’anno, però, per la prima volta in molti anni sembra che qualcosa possa cambiare.
Già nel pomeriggio di sabato, la polizia era intervenuta molto duramente durante una piccola manifestazione dell’opposizione a Minsk, la capitale del paese, arrestando diversi attivisti. Poco dopo, un’importante funzionaria del comitato elettorale di Tikhanovskaya, Maria Kolesnikova, era stata brevemente arrestata (la polizia ha parlato di uno scambio di identità) e in serata è stata invece arrestata la direttrice del comitato, Maria Moroz. La sua portavoce ha detto che le accuse contro Moroz non erano chiare, ma che difficilmente sarà liberata prima di lunedì, quando il voto sarà finito.
Dopo le notizie degli arresti, Tikhanovskaya ha deciso di lasciare il suo appartamento di Minsk e passare la notte prima del voto in un luogo segreto e più sicuro. La sua addetta stampa ha spiegato che Tikhanovskaya non voleva passare la notte da sola, ma che non stava lasciando la città e sarebbe rimasta a Minsk per la giornata del voto.
Anche per gli standard della Bielorussia, dove i candidati di opposizione vengono spesso arrestati e perseguitati dalle autorità, una vigilia elettorale così agitata è in qualche modo una novità. Per la prima volta dopo molto tempo, infatti, le opposizioni sembrano avere qualche remota possibilità di mettere in difficoltà Lukashenko, che per il suo controllo sul paese viene spesso definito “l’ultimo dittatore d’Europa”. La stessa candidatura di Tikhanovskaya è legata proprio ai consueti tentativi di Lukashenko di indebolire le opposizioni e garantirsi una facile rielezione.
Fino a poche settimane fa, la 37enne Svetlana Tikhanovskaya – un’ex insegnante di inglese e traduttrice – era di fatto una casalinga, nota più che altro per essere la moglie del notissimo blogger e attivista antigovernativo Sergei Tikhanovsky. A maggio, però, Tikhanovsky era stato arrestato con l’accusa di aver partecipato molti mesi prima a una protesta non organizzata, e poco dopo erano stati messi fuori dai giochi anche altri due importanti esponenti dell’opposizione: il banchiere Viktor Babaryko, arrestato, e l’imprenditore Valery Tsepkalo, scappato dal paese dopo aver appreso che il suo arresto era imminente. A quel punto, un po’ sorprendentemente, Tikhanovsky aveva promosso una raccolta firme per candidare alle elezioni sua moglie.
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Inizialmente sembrava che la candidatura di Tikhanovskaya non avesse nessuna possibilità – lei stessa si era detta molto scettica che ne avesse –, ma in poche settimane le cose sono cambiate. Promettendo di voler vincere le elezioni solo per organizzarne di nuove e libere in pochi mesi, e senza una vera piattaforma politica, Tikhanovskaya ha cominciato a generare un enorme entusiasmo in tutto il paese, fino a diventare una rivale credibile per Lukashenko. In un momento di inusuale forza delle opposizioni, poche settimane fa aveva raccolto più di 60.000 persone a un comizio a Minsk e sono stati molto partecipati anche quelli in altre città del paese.
In Bielorussia opporsi al governo è molto rischioso, e per chiunque. Nelle ultime settimane si è parlato di arresti di giornalisti e attivisti e BBC ha raccontato che due DJ sono stati arrestati dopo aver messo della musica ritenuta inadatta durante una manifestazione organizzata dal governo. Dall’inizio della campagna elettorale, più di 2.000 persone sono state arrestate. Nonostante questo, nelle ultime settimane a Minsk e nel resto del paese si sono spesso visti dei segni di sfida verso Lukashenko, come le bandiere bianche e rosse simbolo dell’opposizione o momenti in cui gli automobilisti cominciavano a suonare i clacson in segno di protesta.
Come andranno le cose con il voto di domenica è comunque molto difficile da prevedere. Dal 4 agosto era possibile votare per posta e diversi osservatori hanno denunciato di essere stati estromessi dagli uffici che raccoglievano i voti e di non aver potuto osservare le operazioni. Si è saputo inoltre che il numero di voti espressi in anticipo era stato inusualmente alto, in quello che secondo molti attivisti è un segno di possibili manipolazioni del voto. Per domenica, infine, il governo ha annunciato la possibilità che vengano sospese le reti telefoniche cellulari: la motivazione sarebbe la necessità di evitare brogli, ma una delle conseguenze potrebbe essere di creare altri problemi alle opposizioni e impedire che circolino informazioni sul voto.