L’ex presidente della Colombia Álvaro Uribe è stato messo agli arresti domiciliari
La Corte Suprema della Colombia ha imposto gli arresti domiciliari all’ex presidente colombiano Álvaro Uribe, accusato di presunta truffa e di aver influenzato i testimoni dei crimini della guerra civile colombiana, che è durata oltre cinquant’anni e ufficialmente si è conclusa nel 2016 con un accordo di pace con le FARC, le Forze Armate Rivoluzionarie dei Combattenti. Nel mandato di arresto, arrivato martedì 4 agosto, si fa riferimento al potenziale rischio di intralcio alla giustizia.
La Corte Suprema deve ancora stabilire se ci siano prove sufficienti per portare in tribunale Uribe, che respinge ogni accusa: nessun presidente della Colombia era mai stato arrestato prima d’ora.
Uribe fu presidente della Colombia dal 2002 al 2010 ed è ancora una figura politica di spicco, che tuttavia divide l’opinione pubblica.
Nel 2012 Uribe aveva avuto una disputa col senatore Iván Cepeda, di sinistra, e lo aveva incolpato di aver cospirato contro di lui e averlo accusato di essere coinvolto in affari poco trasparenti con i gruppi paramilitari di destra. Questi gruppi ebbero particolare rilevanza durante la presidenza di Uribe. Nel 2008, in particolare, emerse il cosiddetto “scandalo dei falsi positivi”: i gruppi paramilitari di destra perseguitavano e talvolta violentavano e uccidevano chiunque fosse sospettato di avere a che fare con i miliziani di sinistra, e diversi generali dell’Esercito colombiano furono accusati di essere coinvolti nell’uccisione di civili innocenti.
Nel 2018 la Corte Suprema aveva ritenuto legittime le accuse di Cepeda e aveva concluso che persone vicine al presidente Uribe avevano effettivamente influenzato alcuni testimoni.
L’attuale presidente colombiano, Ivan Duque, ha preso le parti di Uribe, che per lui è stato un mentore, mentre i suoi sostenitori, i cosiddetti “uribisti”, si stanno mobilitando per organizzare manifestazioni di protesta. Cepeda ha invece commentato che «per quanto possa essere influente, in Colombia nessuno è al di sopra della legge», associandosi alla reazione positiva da parte dei critici dell’operato di Uribe e di chi fu vittima di violenza.