L’India ha imposto un coprifuoco nel Kashmir, un anno dopo averne revocato l’autonomia
L’India ha imposto un coprifuoco in diverse aree dello Jammu e Kashmir – il nome formale del Kashmir –, uno stato a maggioranza musulmana che da un anno è stato diviso in due ed è peraltro oggetto di un’antica disputa territoriale col Pakistan. La decisione arriva in concomitanza con il primo anniversario dalla revoca di gran parte delle autonomie allo stato del Kashmir, che si trova nel nord dell’India, appunto a pochi chilometri dal confine con il Pakistan e non lontano dalla sua capitale, Islamabad.
Il coprifuoco interesserà in particolare la città di Srinagar, dove sono attese proteste da parte degli oppositori del governo indiano e di gruppi di separatisti filopakistani, ha scritto Al Jazeera. Le autorità locali, inoltre, hanno vietato i ritrovi anche per limitare i contagi da coronavirus.
Il coprifuoco sarà in vigore martedì e mercoledì, ha spiegato Shahid Iqbal Choudhary, un portavoce del governo. Polizia e soldati paramilitari hanno girato per la città avvisando la popolazione di rimanere in casa; il governo ha anche allestito delle barricate di acciaio e disposto filo spinato in diversi punti della città, compresi ponti e incroci stradali.
Nell’agosto del 2019 l’India aveva rivoluzionato le sue politiche nei confronti del Kashmir, che è l’unico stato indiano a maggioranza musulmana ed è peraltro rivendicato dal Pakistan. Inizialmente l’India aveva revocato lo “status speciale” garantito al Kashmir fin dagli anni Cinquanta, e poi aveva diviso il Kashmir in due stati, uno che ha continuato a chiamarsi Jammu e Kashmir, e che ha un parlamento, l’altro chiamato Ladakh, senza parlamento. Anche lo scorso 5 agosto, quando l’India aveva revocato le autonomie allo stato del Kashmir, era stato introdotto un coprifuoco.
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