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  • Sabato 1 agosto 2020

Anche il ciclismo prova a ripartire

Oggi, con una delle sue corse più belle, la Strade Bianche: ma anche tra molti rischi, tra cui la presenza del pubblico e gli spostamenti di squadre intere da un posto all'altro

(LaPresse - Fabio Ferrari)
(LaPresse - Fabio Ferrari)

Accendendo la tv questo pomeriggio potrà capitare di vedere in diretta una corsa ciclistica, la Strade Bianche, che si corre in Toscana. Sarà la prima importante corsa del nuovo calendario del ciclismo mondiale, quasi 15o giorni dopo l’ultima: la Parigi-Nizza, una corsa a tappe terminata anzitempo e senza arrivare a Nizza, dopo alcuni sospetti casi di coronavirus e quando in Francia già erano stati individuati circa 5mila contagiati. La Strade Bianche di oggi è solo l’inizio di quello che dovrebbe essere un denso calendario di eventi, tutti uniti dal fatto di non potersi in nessun modo svolgere “a porte chiuse”.

È un bene, perché la Strade Bianche di oggi sarà, vista da casa, per molti versi simile a quelle del passato; ma anche un male, perché è davvero proibitivo trasformare in una bolla, isolata dal resto, una corsa che porta in giro centinaia di persone (solo alcune delle quali in bicicletta) per centinaia di chilometri, da un paese all’altro.

Nel migliore scenario possibile, stanno per arrivare mesi molto interessanti per il ciclismo; nel peggiore molte altre corse potrebbero finire come la Parigi-Nizza o, peggio ancora, non iniziare nemmeno.

Le corse
Il nuovo calendario elaborato dall’UCI, l’organizzazione che regola il ciclismo mondiale, prevede un inizio italiano: dopo la Strade Bianche, infatti, arriveranno la Milano-Sanremo l’8 agosto e il Giro di Lombardia a Ferragosto. In genere si corrono una a marzo e l’altro a ottobre, ma sono state messe ad agosto per far sì che i corridori che vengono in Italia per la Strade Bianche possano restarci anche per le altre.

Tra tante altre corse meno importanti, il calendario dell’UCI prevede poi che dal 29 agosto al 20 settembre si corra il Tour de France, da 3 al 25 ottobre il Giro d’Italia e dal 20 ottobre all’8 novembre la Vuelta di Spagna. Le classiche del Nord, le importanti corse del giorno che si corrono tra Francia, Belgio e Paesi Bassi saranno invece tutte a ottobre, in concomitanza con il Giro. Ognuna delle 19 squadre World Tour, le più importanti, parteciperà quindi sia al Giro che alle classiche; ma un corridore impegnato al Giro non potrà, per evidenti ragioni, correre anche le classiche.

Le regole
Per ognuna di queste corse saranno in vigore le regole decise dai paesi che le ospitano e, allo stesso tempo, una serie di regole decise dall’UCI. Prevedono, in breve, di isolare il più possibile i corridori dal pubblico e da tutta la carovana organizzativa, mediatica e pubblicitaria al seguito di una corsa. Le regole prevedono tamponi per i corridori prima di ogni corsa e elencano una lunga serie di misure che le squadre e gli organizzatori devono prendere per provare a evitare casi di positività al coronavirus. Per quanto riguarda il pubblico dal vivo, l’UCI invita a regolare e limitare gli accessi ai luoghi di arrivo e partenza ma non vieta alle persone di assistere al passaggio di una corsa. In tutto questo, però, l’UCI ha lasciato una relativa libertà sul da farsi nel caso in cui, durante una corsa di più giorni, dovessero emergere uno o più casi di coronavirus.

E, nel ciclismo, un’eventuale positività potrebbe essere molto più difficile da gestire che in altri sport. Un giocatore di calcio passa molto tempo con i suoi compagni e, una volta ogni tanto, passa un po’ meno di due ore sullo stesso campo di quelli della squadra avversaria, che non è mai la stessa. Un ciclista, magari intento a correre il Giro d’Italia, passa invece diverse ore al giorno a pedalare con diverse decine di altri corridori.

I problemi
L’eventuale positività di un corridore (ma anche di un massaggiatore o di un meccanico, comunque a stretto contatto con i corridori della sua squadra) è il problema più grande per il ciclismo dei prossimi mesi, ma non l’unico. C’è anche il fatto che, per ragioni di volta in volta diverse, le amministrazioni locali o addirittura i governi nazionali possano non vedere di buon occhio il passaggio di una corsa ciclistica per le loro strade. Perché una corsa ciclistica prevede che vengano prese determinate e non sempre semplici misure logistiche e di viabilità, ma anche perché qualcuno potrebbe essere più preoccupato dai rischi (di contagio) che attratto dai benefici (economici) legato all’evento.

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È già successo, per fare due esempi che quasi certamente non resteranno isolati, che una corsa femminile olandese sia stata annullata per l’avversità dei comuni attraversati dall’evento, e che la ben più nota Milano-Sanremo abbia dovuto fare una serie di rilevanti modifiche al suo percorso: è stato necessario trovare le strade adatte per collegare la città di partenza a quella di arrivo dopo che alcuni sindaci del savonese si erano rifiutati di far passare la corsa sul loro territorio.

Agosto, intanto
Ipotizzando che un percorso si trovi e che le corse effettivamente si corrano, ci sono da fare anche diverse considerazioni sportive. Per cominciare, le gare italiane saranno notevolmente influenzate dal fatto che tra i corridori al via ci potrebbero essere ciclisti in condizioni atletiche molto diverse. Dovute al fatto che ci sono stati molti modi di affrontare gli ultimi mesi: qualcuno, per esempio, ha dovuto passare diverse settimane in casa allenandosi sugli smart trainer o, come li chiamano i più, sui rulli; qualcun altro invece è arrivato in Europa dalla Colombia con un apposito volo per atleti, dopo mesi passati a pedalare a più di duemila metri di altitudine. Qualcuno potrebbe aver scelto di allenarsi poco, per provare a entrare in forma piano piano; qualcun altro potrebbe aver scelto – magari dubbioso sul fatto che tutte le corse in programma si svolgeranno regolarmente – di arrivare il più in forma possibile alle prime gare.

Molti esperti si aspettano quindi, soprattutto per queste prime settimane, gare dinamiche e più imprevedibili del solito: perché qualcuno potrebbe terminare le energie in modi e momenti inaspettati, perché qualcuno potrebbe provare ad attaccare un po’ più da lontano del solito, perché il caldo sarà certamente un fattore rilevante e poi perché, dopo tre mesi senza corse e senza grandi certezze sui prossimi, di mesi, tutti vorranno vincere, ancora più del solito.

Sapendo dunque che potrebbero esserci molte sorprese, il nome da tenere più controllato per le prime gare italiane sarà quello di Mathieu van der Poel, fortissimo olandese che oltre a correre in bici da corsa corre – e vince – anche in mountain bike e nel ciclocross: che oltre a essere molto a suo agio sulle strade sterrate della Strade Bianche potrebbe dire la sua anche negli ultimi chilometri della Milano-Sanremo. Gli altri nomi importanti per queste corse saranno quelli dello slovacco Peter Sagan e del francese Julien Alaphilippe: uno è più velocista, e quindi favorito per la Milano-Sanremo; l’altro, visti i sorprendenti risultati dello scorso Tour de France, potrebbe farsi valere anche sulle salite del Giro di Lombardia.

Il Tour de France
Dopo le gare italiane di agosto, una serie di altre corse in giro per l’Europa servirà per capire chi considerare tra i candidati per la vittoria della maglia gialla del Tour de France: la corsa per distacco più importante, e quella attorno alla quale è in effetti stato costruito tutto il nuovo calendario. Come si dice spesso, il Tour è infatti una corsa che, da sola, tiene in piedi gran parte del ciclismo professionistico, per i soldi che fa girare grazie alla grande visibilità a certi sponsor.

Sempre ipotizzando che si correrà dall’inizio alla fine, il Tour di quest’anno avrà tanta salita e pochi chilometri a cronometro (tra l’altro in salita, pure quelli) e a contendersi la maglia gialla saranno probabilmente due squadre: la Ineos (che in questo Tour cambierà però nome per promuovere il fuoristrada Grenadier) e la Jumbo-Visma. In una ci dovrebbero essere Egan Bernal, Chris Froome e Geraint Thomas (i vincitori delle ultime cinque edizioni della corsa); nell’altra ci dovrebbero essere Tom Dumoulin, Primoz Roglic e Steven Kruijswijk, tre forti corridori da corse a tappe, tutti e tre con le potenzialità per puntare alla maglia gialla. Ma nella lotta per la vittoria potrebbero inserirsi anche il colombiano Nairo Quintana e il francese Thibaut Pinot.

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Il Giro d’Italia
In genere si corre a maggio e tra la fine del Giro e l’inizio del Tour passa circa un mese. Quest’anno invece il Giro inizierà il 3 ottobre, una decina di giorni dopo la fine del Tour e pochi giorni dopo i Mondiali su strada. È difficile pensare che qualcuno possa puntare alla vittoria del Giro dopo aver terminato il Tour e quindi per cercare dei favoriti bisogna guardare soprattutto a chi correrà il Giro senza aver partecipato prima al Tour. Tra loro dovrebbero esserci: il vincitore della passata edizione Richard Carapaz e Vincenzo Nibali, che da quest’anno corre per la Trek-Segafredo. Ma c’è molta attesa anche per il belga Remco Evenepoel – un corridore ancora giovane ma incredibilmente promettente, che già potrebbe puntare alla maglia rosa – e per la presenza al Giro, per la prima volta, dello slovacco Peter Sagan.

Il Giro, che sarebbe dovuto partire dall’Ungheria, partirà invece dalla Sicilia, e ancora c’è da decidere il percorso di un paio di tappe. Ottobre non è evidentemente maggio, e quindi il brutto tempo potrebbe diventare determinante, soprattutto nelle tappe di alta montagna.

Le Classiche, la Vuelta di Spagna e il 25 ottobre
È oggettivamente troppo presto per dire chi correrà cosa – e anche, di nuovo, se si correrà – ma anche in questo caso il clima di ottobre potrebbe rendere particolarmente provanti e possibilmente spettacolari corse di un giorno come il Giro delle Fiandre o la Parigi-Roubaix, in cui potrebbero rivedersi – magari dopo aver corso anche il Tour – molti dei corridori protagonisti delle corse italiane dei prossimi giorni.

Tra fine ottobre e inizio novembre è infine prevista la Vuelta di Spagna, che così come il Giro sarà in parziale sovrapposizione con alcune Classiche del Nord e che quest’anno sarà lunga 18 tappe anziché 21. Nel migliore degli scenari possibili, ottobre sarà quindi un mese insolitamente ciclistico. In particolare, il 25 ottobre potrebbe essere un giorno da cerchietto rosso sul calendario, per gli appassionati. Quel giorno – per fortuna una domenica – ci saranno infatti: la Parigi-Roubaix (compresa la prima Parigi-Roubaix femminile di sempre), l’arrivo della Vuelta sul celebre Col du Tourmalet e l’arrivo del Giro d’Italia a Milano (non con la “tradizionale passerella finale” bensì con una cronometro che potrebbe essere decisiva).

Vedremo
Come ha scritto Barry Ryan su Cycling News, «il ciclismo professionistico ha fatto molto per predisporre il ritorno alle competizioni, ma resta la sensazione che la situazione globale continui a non permettere il regolare svolgimento del ciclismo, con i suoi corridori da tutto il mondo e i loro tanti viaggi tra un paese e l’altro».

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