Gli arresti per il grande attacco informatico contro Twitter
Sono state fermate tre persone, due negli Stati Uniti e una nel Regno Unito: tra loro c'è anche un minorenne della Florida
Le autorità statunitensi che stanno indagando sull’enorme attacco informatico contro Twitter di metà luglio hanno annunciato l’arresto di tre persone: Graham Ivan Clark, 17enne appena diplomato proveniente dalla Florida; Mason John Sheppard, 19enne del Regno Unito, e Nima Fazeli, 22enne di Orlando (Florida). Secondo alcuni documenti relativi all’indagine in corso e diffusi venerdì, la figura centrale dell’attacco sarebbe una persona che usava il nome Kirk, e che potrebbe essere proprio Clark. Clark è stato arrestato a Tampa (Florida), dove vive da solo, ed è stato poi accusato di 30 reati, tra cui frode e attacco informatico.
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L’attacco informatico contro Twitter era stato compiuto nella notte tra il 15 e il 16 luglio. Tra gli account attaccati, c’erano quelli degli imprenditori Elon Musk, Jeff Bezos e Bill Gates, del cantante Kanye West e di sua moglie Kim Kardashian, dell’ex presidente statunitense Barack Obama e del candidato dei Democratici alle prossime elezioni, Joe Biden, oltre a quelli di aziende come Apple e Uber. Tutti gli utenti degli account violati avevano pubblicato un messaggio simile in cui chiedevano di donare mille dollari in bitcoin e che in cambio avrebbero versato ai donatori 2mila dollari, sempre in bitcoin. In alcuni casi nei messaggi veniva specificato che le donazioni sarebbero state utilizzate per sostenere la lotta alla COVID-19. Molte persone erano cadute nella truffa.
Andrew Warren, procuratore di stato della Florida che si sta occupando del caso, ha definito Clark, il più giovane tra gli arrestati, un adolescente «non ordinario».
Hillsborough County Sheriff's Office provided this mugshot of Graham Ivan Clark, 17, who they say was the mastermind of the recent hack of Twitter. pic.twitter.com/AVGFTh4HDI
— Marty Lebel (@MartyCBS) July 31, 2020
Secondo i documenti diffusi finora relativamente all’indagine, sembra che Clark si sia finto un dipendente di un particolare dipartimento di Twitter e abbia convinto un impiegato della società a dargli le credenziali di accesso per il portale di servizio dei clienti. Clark, ha scritto il New York Times, era già seguito dalle autorità federali statunitensi per alcune attività sospette online: sulla vicenda non sono state diffuse ulteriori informazioni.
Dopo il successo iniziale, l’attacco non era andato secondo i piani: i responsabili dell’attacco avevano lasciato tracce delle proprie reali identità e avevano fatto errori nel tentativo di nascondere i soldi ottenuti dall’attacco.