È morto Herman Cain, imprenditore e politico del Partito Repubblicano statunitense: era ricoverato da tre settimane per la COVID-19
È morto Herman Cain, imprenditore e politico statunitense che nel 2011 per alcuni mesi fu il candidato favorito alle primarie del Partito Repubblicano, prima di ritirarsi in seguito a varie figuracce e diverse accuse di molestie sessuali. Cain aveva 74 anni, era afroamericano e da tre settimane era ricoverato dopo essersi ammalato di COVID-19: a fine giugno aveva partecipato al discusso comizio del presidente Donald Trump a Tulsa senza indossare una mascherina (mascherine che aveva più volte apertamente criticato).
Cain – nato a Memphis, in Tennessee, in una famiglia povera – era diventato molto ricco e famoso grazie alla sua carriera di imprenditore. Dopo qualche anno di gavetta alla Coca-Cola, a 36 anni fu nominato responsabile di 400 ristoranti Burger King nell’area di Philadelphia e, visti i buoni risultati, fu poi promosso ad amministratore delegato della catena di pizzerie Godfather’s Pizza. Cain arrivò nel 1986, risanò la società e la comprò nel 1988, continuando a fare l’amministratore delegato fino al 1996. Quell’anno cominciò a dedicarsi con più costanza alla politica e nel 2011 si candidò alle primarie del Partito Repubblicano. Non sembrava avere possibilità, ma le sue buone capacità da oratore e la sua personalità affabile in pochi mesi lo avevano portato ad essere in cima ai sondaggi, davanti a Mitt Romney.
Prima che le primarie cominciassero, tuttavia, nel dicembre del 2011 Cain si ritirò, dopo diverse figuracce e dopo che quattro diverse donne lo avevano accusato di molestie sessuali (una quarta aveva raccontato di avere avuto con lui una relazione extraconiugale per 13 anni). Cain negli ultimi anni era stato un convinto sostenitore di Donald Trump, che lo aveva anche brevemente preso in considerazione come possibile candidato al consiglio di amministrazione della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti.
Nonostante non avesse ottenuto il lavoro alla Federal Reserve, Cain era rimasto un sostenitore di Trump e il 21 giugno aveva partecipato al contestato comizio di Tulsa, in Oklahoma, organizzato in un palazzetto con migliaia di persone nonostante la gravità dell’epidemia da coronavirus. Due settimane più tardi Cain era risultato positivo al coronavirus e due giorni dopo era stato ricoverato per i sintomi della COVID-19.