Le grandi società di tecnologia al Congresso statunitense
Dopo una lunga indagine, oggi i CEO di Apple, Amazon, Facebook e Google saranno interrogati per stabilire se hanno violato le leggi su monopolio e concorrenza
Mercoledì i CEO delle quattro più grandi società del settore tecnologico degli Stati Uniti – che peraltro sono anche le quattro più grandi società in generale – testimonieranno davanti alla commissione della Camera del Congresso che si occupa di antitrust, cioè di monopoli e concorrenza. Mark Zuckerberg di Facebook, Tim Cook di Apple, Jeff Bezos di Amazon e Sundar Pichai di Alphabet (la società che controlla Google) dovranno rispondere alle domande dei deputati statunitensi che da mesi indagano sulla vecchia e diffusa accusa che queste società abbiano raggiunto una posizione dominante sul mercato, e di fatto di monopolio, sfuggendo alle leggi sulla concorrenza.
È una testimonianza molto attesa e che secondo i giornali americani potrebbe segnare l’inizio di un nuovo approccio nella regolamentazione del settore tecnologico, di internet e dei social network negli Stati Uniti. Tranne che per Bezos, non è la prima volta che i CEO testimoniano davanti al congresso: ma non l’avevano mai fatto tutti insieme. Non saranno fisicamente presenti al Congresso, per via dell’epidemia da coronavirus, ma interverranno in videoconferenza e saranno interrogati tutti insieme.
Quello che il comitato vorrebbe dimostrare, interpellando per la prima volta i diretti interessati, è che le più grandi società di tecnologia americane hanno raggiunto una posizione monopolistica e di enorme influenza approfittando di leggi sulla concorrenza non aggiornate e inadatte a regolare settori complessi e moderni come quelli di internet, dei dispositivi tecnologici e dei social network. È un’accusa molto condivisa, che solitamente si accompagna a quella secondo cui società come Facebook, Apple, Google e Facebook siano diventate – attraverso metodi discutibili – troppo grandi e potenti, e dovrebbero essere costrette a dividersi in aziende più piccole e con attività commerciali più limitate. È una posizione popolare soprattutto tra i politici Democratici: in particolare è stata un cavallo di battaglia dell’ex candidata alla presidenza Elizabeth Warren.
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Il comitato che interrogherà Zuckerberg, Cook, Bezos e Pichai lavora da mesi per raccogliere prove a sostegno di queste accuse, che verranno rivelate al pubblico a partire da oggi e di cui verrà chiesto conto ai CEO. Si tratta di un’enorme mole di documenti – 1,3 milioni in tutto – e di ore e ore di deposizioni, tra cui quelle rese in passato da Zuckerberg e Pichai. È la più estesa indagine congressuale di questo tipo dai tempi di quella che coinvolse Microsoft nel 2001, sempre per questioni di antitrust.
I comportamenti di queste società oggetto delle indagini del comitato sono tantissimi, e riguardano in generale la strategia di copiare o acquisire le società rivali, approfittando della propria posizione monopolistica per imporre le proprie regole. Con ogni probabilità nell’udienza si parlerà, per esempio, dell’acquisizione da parte di Facebook di società che avrebbero potuto competere nel suo settore, come Instagram e WhatsApp.
Per quanto riguarda Bezos, invece, gli sarà probabilmente chiesto conto di un articolo del Wall Street Journal secondo cui Amazon esamina i dati sugli acquisti di oggetti venduti da terzi sulla propria piattaforma per progettare meglio il lancio di prodotti analoghi venduti però direttamente da Amazon. Per Apple, invece, una delle accuse più importanti riguarda la percentuale trattenuta sugli acquisti sull’App Store di iPhone, pari al 30 per cento. Per quanto riguarda Google, invece, i membri del comitato si concentreranno probabilmente sul suo dominio nel settore dei motori di ricerca.