Una nuova grande squadra di calcio a Parigi?
Il Paris Saint-Germain, di proprietà del Qatar, presto potrebbe essere raggiunto dal Paris FC, che ora è sostenuto dal fondo sovrano del Bahrein
Prima dell’arrivo nel 2012 del Qatar Sports Investment, il ramo sportivo del fondo sovrano nazionale dello stato del Golfo, il calcio di Parigi era un calcio di secondo piano: Lione, Marsiglia, Bordeaux e Saint-Étienne erano le città che si spartivano più spesso il titolo della Ligue 1, la massima serie del campionato francese. Nell’ultimo decennio il vecchio scenario è stato completamente ribaltato dal Paris Saint-Germain, squadra della capitale che grazie ai monumentali investimenti qatarioti è diventata il colosso che in Francia ancora mancava.
Oltre al Paris Saint-Germain, però, a Parigi ci sono altre due squadre che giocano nelle divisioni minori. Una di queste, il Paris FC, ha da poco ceduto il 20 per cento delle sue quote al fondo d’investimento sovrano del Bahrein. L’operazione è stata definita come l’inizio di una collaborazione strategica che ha come obiettivo il ritorno della squadra in Ligue 1 dopo ben 4o anni di assenza. Grazie ai fondi garantiti dal Bahrein, il cui ente turistico diventerà il nuovo sponsor principale, il Paris FC si presenterà alla prossima stagione di Ligue 2 con uno dei budget più alti del campionato.
A seconda dei risultati ottenuti, nei prossimi anni il fondo potrebbe farsi spazio nella proprietà fino a raggiungere una posizione di maggioranza, dal 2012 occupata da Pierre Ferracci, manager la cui famiglia è ritenuta vicina al presidente Emmanuel Macron. In tal caso, il Paris FC potrebbe riesumare la vecchia rivalità con i concittadini del PSG e non solo in ambito sportivo, considerando i cattivi rapporti che dividono i sovrani del Qatar e del Bahrein, con quest’ultimi fra i sostenitori dell’embargo imposto nel 2018.
Le due squadre hanno una lunga storia in comune che risale agli anni Sessanta, quando un gruppo di imprenditori e personaggi famosi (tra cui l’attore Jean-Paul Belmondo) fondò il Paris Football Club per cercare di rilanciare il calcio della capitale. Nei primi tempi a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, il nuovo club riuscì a creare entusiasmo e aspettative, tanto da raggiungere oltre 18.000 spettatori a partita, una folla che a Parigi non si vedeva da anni.
Per poter partecipare al campionato di seconda divisione, la proprietà decise di fondersi con lo Stade Saint-Germain, un piccolo club fondato agli inizi del Novecento nel comune di Saint-Germain-en-Laye. La nuova squadra prese il nome di Paris Saint-Germain e ottenne subito la promozione. La fusione però durò poco. Nel 1972 il consiglio comunale di Parigi, coinvolto nel progetto e non contento del nome dato alla squadra, votò a favore del ritorno alla denominazione Paris Football Club, minacciando il club di bloccare le sovvenzioni se non avesse provveduto a modificarlo. I membri della società legata al Saint-Germain si opposero e decisero di annullare la fusione.
Le due società ritornarono a esistere per conto proprio. Lo Stade Saint-Germain tenne la denominazione Paris Saint-Germain, ripartì dalla terza serie e perse lo status di società professionistica. Il Paris FC rimase invece in prima divisione e ottenne anche la permanenza al Parco dei Principi, che era appena stato costruito e riconvertito da piccolo velodromo al più grande impianto calcistico della città. La storia dei due club, tuttavia, si incrociò ancora due stagioni dopo, quando il Paris FC venne retrocesso in seconda divisione e il Paris Saint-Germain riuscì a risalire in prima: forte della promozione, acquistò il Parco dei Principi “sfrattando” i rivali approfittando delle loro difficoltà.