Nuovi casi e focolai non lasciano tranquilla la Cina
Anche se di poco, i casi positivi aumentano da quattro giorni e ne sono stati riscontrati a Pechino per la prima volta dopo tre settimane
In Cina negli ultimi quattro giorni si è registrato un progressivo aumento dei casi positivi da coronavirus rilevati. I numeri sono molto contenuti se rapportati all’intera popolazione del paese – circa 1,4 miliardi di persone – ma non lasciano comunque tranquille le autorità. Nella giornata di lunedì 27 luglio sono stati rilevati 68 nuovi casi positivi, compresi due nella capitale Pechino. Il governo cinese è soprattutto impegnato a contenere i contagi nella regione occidentale dello Xinjiang, e ha dovuto affrontare alcuni focolai nel nord-est del paese. Sui 68 casi positivi rilevati ieri, 57 erano nello Xinjiang, dove dal 16 luglio sono stati registrati complessivamente 235 casi positivi.
Il primo caso di contagio nella zona è stato ricondotto a un’impiegata di un centro commerciale di Urumqi, la capitale della regione, ma non è chiaro come la stessa lavoratrice fosse stata contagiata in precedenza, e questo ha complicato la ricostruzione della catena del contagio.
A nord-est, nella zona del Liaoning, ieri sono stati registrati sei nuovi casi, ma si rilevano nuovi positivi da circa una settimana, la maggior parte concentrati nella città portuale di Dalian. Il primo caso nella zona è stato ricondotto a un operaio impiegato in uno stabilimento di lavorazione del pesce, che però non risulta avesse lasciato Dalian nelle ultime settimane e sarebbe quindi stato contagiato da qualcun altro nell’area.
Nelle ultime settimane le autorità sanitarie dello Xinjiang e del Liaoning hanno effettuato milioni di test tramite tampone, alla ricerca di eventuali ulteriori casi positivi. Il lavoro di tracciamento non è comunque semplice e diversi osservatori temono che l’epidemia possa tornare a diffondersi, interessando aree diverse da quella di Wuhan dalla quale era iniziata.
Uno dei due casi rilevati a Pechino è stato ricondotto al focolaio di Dalian, mentre ci sono meno certezze sul secondo. I due positivi sono i primi a essere stati rilevati nella capitale cinese nelle ultime tre settimane. Altri due casi rilevati nella regione nord-orientale di Jilin sono stati sempre ricondotti allo stabilimento di lavorazione del pesce di Dalian. Nella zona non si rilevavano nuovi casi dallo scorso maggio.
Anche se i nuovi casi di contagio sono numericamente contenuti, il governo cinese si sta attivando per intensificare i controlli per ridurre il rischio di una “seconda ondata” che potrebbe rendere necessari nuovi lockdown più severi nel paese. Dall’inizio dell’epidemia in Cina sono stati rilevati quasi 86.800 casi positivi e sono morte oltre 4.600 persone a causa della COVID-19.