Le accuse di abusi e molestie nel rock indipendente californiano
Coinvolgono musicisti e discografici e hanno provocato grandi agitazioni in un ambiente considerato piuttosto progressista
Nell’ultima settimana ci sono state una serie di accuse di molestie sessuali e abusi psicologici che hanno rianimato il dibattito sul sessismo e gli abusi nella scena musicale del rock indipendente statunitense. La gran parte delle denunce degli ultimi giorni riguarda presunti abusi compiuti da alcuni musicisti e in particolare da alcune persone dello staff di un’etichetta discografica indipendente della California, la Burger Records, che avrebbero usato la loro influenza per approfittarsi di ragazze spesso molto giovani.
Nonostante quello del rock e del punk cosiddetto “indipendente” sia un contesto dove c’è sempre maggiore attenzione per le questioni di genere, negli ultimi anni sono emerse più volte accuse e testimonianze di molestie e violenze che hanno riguardato anche artisti famosi. Uno degli ultimi episodi ha riguardato Tom Meighan, ex cantante dei Kasabian, una delle band di riferimento dell’indie rock inglese, che ha ammesso di aver aggredito la sua compagna ed è stato per questo allontanato dal gruppo.
– Leggi anche: Le molestie sessuali nella stampa indipendente russa
Le accuse emerse in questi giorni riguardano invece dei musicisti della scena indie rock californiana, poco noti al grande pubblico ma con un discreto seguito. Uno di loro si chiama Nobunny, un artista rock-punk originario dell’Arizona conosciuto per esibirsi con una maschera da coniglio in testa, spesso semi-nudo o con indumenti provocanti. Nobunny, dopo essere stato accusato di molestie, ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Ho usato il mio potere e la mia influenza per approfittarmi di giovani donne e ragazzine. Ho fatto male alle persone. La mia ‘fama’ mi ha dato alla testa». Ha annunciato quindi di volersi ritirare, e ha disattivato i suoi profili social.
Sempre la scorsa settimana David Kelling, cantante della band di punk rock californiana Culture Abuse, è stato accusato di aver avuto una relazione sessuale con una ragazza quando lei era minorenne. Il resto della band ha condiviso il messaggio della donna che ha accusato Kelling – tuttavia bloccando i commenti per evitare sfoghi o insulti indesiderati – ha preso le distanze da Kelling e annunciato lo scioglimento della band. I loro profili social continueranno a esistere, ma la parola “abuse”(abuso) verrà eliminata e la pagina sarà utilizzata per fare informazione e diffondere consapevolezza sugli abusi sessuali e la violenza psicologica nel mondo della musica.
Diverse accuse sono state rivolte anche a Burger Records, una delle case discografiche indipendenti più note della California. In circa 13 anni di attività Burger Records ha pubblicato oltre 1.200 dischi – molti dei quali in formato cassetta – e lanciato diverse band. Tra i gruppi associati all’etichetta ci sono gli SWMRS, la band del figlio di Billie Joe Armstrong dei Green Day, Joey, che a sua volta è stato accusato da Lydia Night dei The Regrettes di aver abusato psicologicamente e sessualmente di lei quando lei aveva 16 anni.
Le accuse rivolte alla casa discografica sono state rese pubbliche su un profilo Instagram chiamato “Lured by Burger Records”, cioè “adescata da Burger Records”. Durante diversi festival o concerti, con la scusa di conoscere i musicisti e passare un po’ di tempo con loro, band e persone dello staff avrebbero invitato diverse ragazze – talvolta minorenni – nel backstage oppure sui furgoni utilizzati per i tour, offrendo loro alcool e droghe. Secondo una delle testimonianze del profilo, Burger Records aveva creato un «ambiente tossico che permetteva a dei predatori di entrare in contatto con potenziali vittime».
Dopo aver inizialmente annunciato che in seguito alle numerose accuse ci sarebbero stati «importanti cambiamenti strutturali» nell’azienda, Burger Records ha chiuso definitivamente l’attività e cancellato sia il sito sia tutti i profili social.
Tra le altre cose, Burger Records aveva dato il nome a un festival che si teneva ogni anno a Oakland, in California, il Burger Boogaloo. La Total Trash Productions, che si occupa dell’organizzazione del festival – ufficialmente rimandato al 2021 e a cui avrebbero dovuto peraltro partecipare le Bikini Kill, band della nota artista e attivista femminista Kathleen Hanna – ha annunciato che cambierà il nome al festival. Commentando la vicenda El Hunt, giornalista di NME, storica rivista britannica specializzata in musica rock, ha scritto che nella musica indie «l’edonismo e il far festa» tipici del rock nascondono una radicata misoginia, da cui la scena musicale, soprattutto quella indipendente, «deve disintossicarsi».
– Leggi anche: La musica dal vivo non riesce a ripartire