Perché certe zanzare preferiscono pungere noi invece che altri animali
Una ricerca durata tre anni offre qualche risposta: c'entra l'acqua
Oltre a essere piuttosto fastidiose, le zanzare sono tra le cause della morte di milioni di persone ogni anno, per la loro capacità di trasmettere malattie come malaria, febbre gialla e dengue soprattutto in alcuni dei paesi più poveri del mondo, a cominciare da quelli africani. Solo un ristretto numero di specie di zanzare, tra le migliaia esistenti, mostra però di preferire notevolmente gli esseri umani rispetto agli altri animali: grazie a un gruppo di ricerca dell’Università di Princeton (Stati Uniti), ora iniziamo a comprenderne meglio il motivo.
Per tre anni, i ricercatori hanno raccolto uova di zanzara nell’Africa subsahariana, avvalendosi della collaborazione di una rete di lavoratori locali, alla ricerca di una risposta convincente sulle preferenze di questi insetti quando è il momento di risucchiare qualche goccia di sangue da una preda. L’iniziativa si è concentrata sulla Aedes aegypti, una specie di zanzara molto diffusa e responsabile della trasmissione di malattie come la febbre gialla, la dengue e la Zika.
La scelta è ricaduta sulle Aedes aegypti perché ne sono note due sottospecie: una mostra di preferire distintamente gli umani rispetto a qualsiasi altro animale, mentre l’altra è meno selettiva. Le nuove generazioni di questi insetti si susseguono rapidamente e accade che ci siano spesso sovrapposizioni tra le due sottospecie.
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La raccolta delle minuscole uova di queste zanzare è stata effettuata utilizzando migliaia di ovitrappole, recipienti con acqua stagnante che offrono le condizioni ideali per la posa delle uova da parte di questi insetti. I recipienti hanno una fitta griglia poco al di sopra dell’acqua, che permette il passaggio delle uova verso il basso, ma non la fuga delle nuove zanzare una volta che si sono schiuse le uova ed è terminata la fase larvale.
Per tre anni, le ovitrappole sono state collocate in aree urbane e rurali, con l’obiettivo di raccogliere uova da più luoghi e con condizioni di vita molto differenti tra loro. Periodicamente, gli addetti controllavano le ovitrappole alla ricerca delle uova, che venivano poi inviate negli Stati Uniti per farle schiudere e allevare le zanzare per gli esperimenti.
Nei laboratori di Pricenton, i ricercatori hanno costruito una soluzione piuttosto rudimentale, ma efficace, per rilevare le preferenze delle singole nidiate di zanzare. Gli insetti venivano collocati in una scatola di plastica con due aperture collegate a due tubi: uno portava verso una cavia animale, l’altro verso il braccio di un volontario (spesso un ricercatore). Il sistema era naturalmente chiuso per evitare che le zanzare volassero via, o che infestassero gli altri ambienti.
Di solito, entro pochi minuti dall’inizio del test, le zanzare decidevano se spostarsi verso la cavia o il volontario, a seconda dei gusti. I tubi venivano poi chiusi e si passava al conteggio delle zanzare in ciascun tubo, per capire quali fossero le preferenze degli insetti e da quali fattori potessero derivare.
Nel loro studio, pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology, i ricercatori scrivono che le zanzare provenienti da zone con un’alta densità abitativa (circa 2mila persone per chilometro quadrato) avevano mostrato una spiccata preferenza per gli esseri umani. Il gruppo di ricerca ha poi notato che un altro fattore rilevante era legato alla provenienza delle zanzare da luoghi in cui un ciclo di piogge stagionali si interrompe per lungo tempo con un periodo di marcata siccità.
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Un’ipotesi è che le zanzare siano molto presenti nella stagione umida, avendo bisogno dei ristagni d’acqua per deporre le loro uova, e che debbano poi organizzarsi per produrre nuove generazioni anche nei periodi di siccità. Per farlo, si spostano nelle zone dove c’è maggiore attività umana e quindi una più alta probabilità di trovare riserve d’acqua, mantenute dagli abitanti per vivere.
Come spiega il New York Times, altri ricercatori ritengono convincente questa ipotesi, che si aggiunge a osservazioni precedenti nelle quali era già diventata evidente la presenza di una maggiore quantità di zanzare in prossimità delle aree popolate e dove qualche ristagno d’acqua si trova sempre. Questa circostanza avrebbe fatto sì che col tempo le zanzare si adattassero al sangue umano finendo per preferirlo a quello di altri animali.
I ricercatori di Princeton hanno anche analizzato il materiale genetico delle zanzare, rilevando marcate differenze genetiche tra gli insetti che preferiscono gli umani rispetto a quelle meno selettive. Questa preferenza si sarebbe sviluppata in una singola area, diffondendosi in seguito in buona parte dell’Africa.
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Il nuovo studio, combinato con altre informazioni, offre nuovi elementi per stimare l’andamento delle popolazioni di zanzare nei prossimi decenni, all’aumentare di quelle degli esseri umani in alcune aree del mondo. Si stima per esempio che entro il 2050 ci saranno molte più zanzare nell’Africa subsahariana proprio in seguito ai processi di urbanizzazione, che porteranno ad aree con una maggiore concentrazione di abitanti e più possibilità per questi insetti di trovare l’acqua di cui hanno bisogno per riprodursi.
La ricerca da poco pubblicata è stata accolta con grande interesse dagli studiosi, perché offre una quantità di dati rilevante e riferita a circa tre anni, a differenza di studi più limitati svolti in passato. Scoprire quali meccanismi portino le zanzare a preferire il nostro sangue rispetto a quello di altri animali potrebbe inoltre favorire lo sviluppo di nuovi sistemi deterrenti, per ridurre i rischi e la diffusione di malattie come la dengue e la febbre gialla.