Il primo caso di coronavirus in Corea del Nord?
Una città vicino al confine con la Corea del Sud è stata isolata dopo un caso sospetto: il primo di cui le autorità del paese abbiano parlato pubblicamente
Domenica, la Corea del Nord ha detto di aver messo in isolamento una città vicino al confine con la Corea del Sud e ha dichiarato uno stato di “massima” emergenza dopo aver individuato un sospetto caso di coronavirus, che potrebbe essere il primo caso confermato nel paese.
La Corea del Nord è ancora uno dei pochissimi paesi del mondo a non aver confermato ufficialmente nessun caso di coronavirus, oltre al Turkmenistan e a diversi stati insulari dell’Oceania. Nonostante i dubbi di molti sulla possibilità che un paese confinante e con stretti rapporti con la Cina possa non aver avuto nemmeno un caso di coronavirus, il grande controllo delle informazioni esercitato dal governo non ha reso possibili verifiche maggiori e gli unici dati a disposizione sono quelli ufficiali.
Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa governativa KCNA, il sospetto caso di coronavirus è legato a un uomo nordcoreano che alcuni anni fa era scappato in Corea del Sud e che di recente era rientrato nel paese di nascosto, arrivando nella città di Kaesong, a ridosso del confine. Le autorità hanno eseguito diversi test per il coronavirus e hanno messo in isolamento la persona sospettata di essere malata e tutti i suoi contatti più stretti. Tutta la città di Kaesong è stata messa in quarantena, così come chiunque l’abbia visitata negli ultimi cinque giorni, e sono stati sospesi gli spostamenti tra le diverse regioni del paese.
Sabato, ha scritto KCNA, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha convocato una riunione dell’Ufficio Politico del Partito dei Lavoratori e ha ammesso la possibilità che il coronavirus sia arrivato nel paese. KCNA non ha comunque scritto esplicitamente che il caso di coronavirus a Kaesong sia stato confermato.
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Le conseguenze di una grande diffusione del coronavirus in Corea del Nord potrebbero essere ben più drammatiche che nel resto del mondo. In un paese con quasi il 40 per cento di persone malnutrite e con un sistema sanitario arretrato, un contagio non controllato potrebbe avere percentuali di letalità più alte che altrove, trasformandosi in un disastro umanitario. La Corea del Nord è intervenuta molto presto per limitare il rischio della diffusione del virus, adottando misure tra le più drastiche al mondo: già da febbraio aveva sospeso voli e treni da e verso la Cina e imposto un isolamento di 40 giorni (quindi più del doppio rispetto a gran parte del resto del mondo) a chi era arrivato dall’estero o aveva avuto contatti con chi ci era stato.
Negli ultimi mesi, la Corea del Nord ha inoltre ricevuto aiuto da diverse organizzazioni internazionali per aumentare le scorte di kit per i test per il coronavirus e del materiale medico necessario ad affrontare una possibile epidemia.