Chi era Peter Sellers
Sul lavoro, un grandissimo talento comico; nella vita, non lo sapeva nemmeno lui; morì quarant'anni fa
Peter Sellers – attore, sceneggiatore, regista e cantante – era nato nel 1925 e morì quarant’anni fa, il 24 luglio 1980. Fece, secondo un’opinione diffusa, molti film piuttosto brutti e fu, a quanto si racconta, una persona a volte complicata con cui lavorare. Ma fu anche uno dei più grandi talenti comici della storia del cinema, capace di passare dalla satira sofisticata all’umorismo fisico e quasi farsesco. Il ruolo che più lo rese famoso fu quello dell’ispettore Clouseau, i film in cui fece più ridere furono probabilmente Il dottor Stranamore e Hollywood Party. Quello migliore, seppur un po’ meno celebre, secondo molti critici è Oltre il giardino.
Peter Sellers – il cui vero nome era Richard Henry Sellers – nacque nell’Hampshire, in Inghilterra, l’8 settembre del 1925: i genitori erano attori di varietà, lui imparò a ballare, a suonare la batteria e l’ukulele. Dopo la Seconda guerra mondiale, durante la quale divenne caporale della RAF, l’aeronautica britannica, ebbe qualche esperienza a teatro e lavorò in radio facendo cabaret. Il successo arrivò grazie al programma della BBC The Goon Show: un varietà comico a cui Sellers partecipò dal 1951 al 1960: partito con circa 300mila ascoltatori, il programma arrivò ad averne fino a sette milioni.
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Cominciò a fare cinema già negli anni Cinquanta e già in La signora omicidi Sellers si fece notare interpretando un goffo gangster. Nel 1962 ottenne una parte in Lolita di Stanley Kubrick, regista che lo avrebbe poi voluto, nel 1964, per il film Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba: Sellers (che si racconta fu pagato un milione di dollari, più della metà del budget totale del film) interpretò il presidente degli Stati Uniti, l’ufficiale inglese della Royal Air Force Lionel Mandrake e il dottor Stranamore, uno scienziato ex nazista naturalizzato americano che si occupa di sviluppo delle armi nucleari e a cui capita di chiamare “Führer” il presidente statunitense. Kubrick era noto per essere un regista poco propenso a lasciare libertà recitative agli attori dei suoi film, ma sembra che a Sellers lasciò invece moltissime libertà.
Nel 1963, Sellers venne scelto da Blake Edwards per la parte dell’ispettore Clouseau ne La Pantera Rosa (all’inizio il ruolo era stato affidato a Peter Ustinov, che dopo averlo accettato lo rifiutò). Nonostante il loro difficile rapporto, Edwards e Sellers girarono insieme anche Uno sparo nel buio. Avrebbero dovuto girare anche un terzo film, sempre con Sellers nel ruolo di Clouseau, ma scelsero entrambi di fare altro, tornando però a collaborare a quel progetto negli anni Settanta, con La Pantera Rosa colpisce ancora, La Pantera Rosa sfida l’ispettore Clouseau e La vendetta della Pantera Rosa.
La più nota collaborazione tra Edwards e Sellers fu però un’altra: quella del 1968 per Hollywood Party, in cui Sellers interpretò il goffo personaggio indiano chiamato Hrundi V. Bakshi (un personaggio che oggi probabilmente non sarebbe più possibile, almeno nel cinema americano). In una delle scene più note Sellers, che sapeva imitare voci diverse e che aveva iniziato lavorando alla radio, dimostrò di essere bravissimo anche in una scena che sarebbe andata benissimo anche nel cinema muto.
Oltre a ruoli comici Sellers interpretò nel 1979 Oltre il giardino con Shirley MacLaine. Il film non ebbe molto successo ma Sellers fu unanimemente apprezzato per il ruolo del protagonista, dicendo tra l’altro che mentre tutti gli attori volevano essere Otello, il ruolo che lui davvero desiderava fare era proprio quello. In effetti, si adoperò per diversi anni affinché qualcuno lo girasse, con lui come protagonista.
Fuori dal cinema, Sellers ebbe una vita molto complicata, ben raccontata in Tu chiamami Peter, un film del 2004. Sellers, si racconta, soffrì per tutta la vita di depressione e, soprattutto negli anni Settanta, fu spesso descritto come un attore con il quale era molto difficile lavorare. Una volta disse di sé: «Se mi chiedessero di interpretare me stesso non saprei cosa fare. Io non so chi o cosa sono». Morì a Londra, di infarto, nel 1980, a 54 anni. Al suo funerale fu suonata la canzone “In the mood”: pare fosse stato lui a volerlo, e si dice che fosse una canzone che detestava.