Le notizie di martedì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 129 nuovi casi positivi e 15 morti. I ricoverati in terapia intensiva sono 49

Il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron al Consiglio Europeo di Bruxelles il 20 luglio 2020 (John Thys, Pool Photo via AP)
Il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron al Consiglio Europeo di Bruxelles il 20 luglio 2020 (John Thys, Pool Photo via AP)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 129 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 244.752. I morti totali registrati sono 35.073, 15 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 49 (due in più di ieri) e quelle in altri reparti sono 732 (ieri erano 745). Le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 23.915 per un totale di oltre 3,7 milioni.

La Lombardia è ancora la regione con più positivi accertati nelle ultime 24 ore, 34. Seguono Veneto (22), Emilia-Romagna (18) e Liguria (12). Sono sei le regioni che non hanno registrato nuovi positivi: Valle d’Aosta, Molise, Puglia, Sardegna, Basilicata  e Calabria.

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Alle 5.30 di martedì mattina, dopo cinque giorni di trattative, il Consiglio Europeo – l’organo che raduna i capi di stato e di governo dell’Unione – ha raggiunto un accordo sul bilancio 2021-2027 dell’Unione Europea e sul Fondo per la ripresa, cioè quello che diventerà il principale strumento europeo per stimolare l’economia dopo la pandemia da coronavirus. Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha parlato di «una giornata storica per l’Europa e per l’Italia» e toni simili sono stati usati dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che hanno avuto un ruolo centrale nei negoziati di questi giorni.

Uno dei principali temi della trattativa è stato il Fondo per la ripresa, che prevede l’emissione titoli di stato europei per finanziare un enorme trasferimento di risorse dai paesi del Nord a quelli del Sud. I paesi del Sud, tra cui l’Italia, chiedevano che i fondi venissero garantiti nella forma di sussidi a fondo perduto e senza vincoli sulle modalità di spesa. Alcuni paesi del Nord – Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Austria e Finlandia – chiedevano invece che i fondi venissero distribuiti come prestiti e che l’Unione Europea mantenesse qualche forma di controllo su come sarebbero stati investiti. L’accordo raggiunto questa notte è un compromesso tra queste due posizioni. In questo articolo abbiamo spiegato i dettagli dell’accordo.

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In Veneto le persone in isolamento domiciliare sono attualmente 1.827. Lo scorso 20 giugno erano poco più di 800, mentre il 18 luglio erano 1.694. Di questi più di 1800 soltanto 24 hanno manifestato i sintomi del coronavirus, ma è stato accertato un loro contatto con persone risultate positive ai test.

La sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi del Partito Democratico su Radio1 Rai ha spiegato che nel cosiddetto decreto Rilancio lo smart working è stato prorogato per il 50 per cento del personale della pubblica amministrazione per permettere «un graduale ritorno alla normalità con la possibilità di riorganizzare gli uffici per il distanziamento sociale, ancora necessario perché il virus non è stato completamente debellato». Puglisi ha anche detto che il governo pensa di «inserire una norma di proroga anche per il lavoro privato nel prossimo decreto» che il governo sta preparando per estendere gli ammortizzatori sociali.

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La regione Lazio sta valutando la possibilità di effettuare test rapidi “a campione” in aeroporto su passeggeri provenienti da paesi considerati ad alto rischio di contagio. Lo ha detto l’assessore Alessio D’Amato sempre su Radio1 Rai. «A Fiumicino – ha spiegato l’assessore – si registra un numero di voli superiore agli altri scali italiani e per questo ora cerchiamo di privilegiare test rapidi anche a campioni sui voli da zone ad alata incidenza virale. In questa maniera testando chi proveniva dal Bangladesh, abbiamo rintracciato 240 positivi. Ora abbiamo anche un problema col Pakistan, bisogna coniugare il diritto alla salute col diritto a viaggiare».

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