Questa storia dei banchi con le ruote
Li vuole comprare il ministero dell'Istruzione per facilitare il distanziamento e sono stati criticati per il costo, che però non è ancora noto
Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, ha pubblicato un bando per l’acquisto di banchi singoli che saranno necessari per applicare un maggiore distanziamento fisico tra gli studenti delle scuole, a settembre. Il bando, voluto dal ministero dell’Istruzione, dice che potrebbero essere necessari fino a tre milioni di nuovi banchi, di cui fino a 1,5 milioni di un tipo particolare: con le ruote e la seduta integrata, interamente in plastica, pensati per facilitare il distanziamento.
Di questi banchi aveva parlato per la prima volta la ministra per l’Istruzione Lucia Azzolina lo scorso mese, specificando che non serviranno solo durante l’emergenza coronavirus ma saranno utili anche in futuro per aiutare una didattica più innovativa. Da quando sono stati menzionati per la prima volta, però, stanno facendo discutere per il loro costo e la loro utilità, che alcuni esperti di scuola hanno messo in dubbio. In realtà il costo dei banchi non è noto, al momento: per acquistarli è stata indetta una gara europea, che sarà vinta da chi farà il prezzo migliore. Inoltre non si sa ancora quanti banchi di questo tipo saranno effettivamente comprati.
Cosa dice il bando
Per l’appunto, il bando dice che i banchi che saranno comprati non sono 3 milioni, ma fino a 3 milioni. Il numero esatto sarà definito raccogliendo le richieste dei singoli istituti scolastici, che entro martedì 21 luglio dovranno compilare un modulo apposito ricevuto per mail, segnalando al ministero dell’Istruzione di quanti banchi hanno bisogno, tradizionali o con le ruote. Quella dei 3 milioni, quindi, è una cifra massima: corrisponde più o meno al 40 per cento dei banchi delle scuole italiane, le cui classi totali sono circa 360mila.
Il bando, rivolto alle aziende che vendono banchi, scade il 30 luglio e prevede che i contratti di fornitura siano firmati entro il 7 agosto, in modo da consegnarli in tempo per la riapertura delle scuole a settembre.
Dei 3 milioni di banchi previsti come tetto massimo, la metà sono banchi monoposto tradizionali: che serviranno principalmente a sostituire quelli doppi attualmente a disposizione delle scuole, che non consentono il distanziamento fisico tra gli studenti. È previsto anche l’acquisto di fino a 700mila sedie (sono meno perché, si suppone, anche le scuole che usano i banchi doppi abbiano già le sedie necessarie).
L’altra metà di banchi invece sono definiti come «sedute scolastiche attrezzate di tipo innovativo, ad elevata flessibilità di impiego, per gli istituti della scuola secondaria»: sono i banchi con le ruote di cui si discute tanto. Anche in questo caso non si sa quanti ne saranno effettivamente comprati: dipenderà dalle richieste delle scuole.
– Leggi anche: Cosa si dice sulla riapertura della scuola
Come sono questi banchi con le ruote
In plastica, colorati, con almeno cinque ruote e uno spazio per metterci lo zaino, e un tavolino integrato sul quale appoggiare quaderno, libri e computer (probabilmente non tutti insieme: lo spazio è piuttosto limitato). Il bando non parla di modelli specifici, ma non ce ne sono molti: quello che è stato più citato in queste settimane dai giornali è il Node dell’azienda americana Steelcase: che sul sito di forniture scolastiche e-ducazione, un rivenditore italiano, costa 390,40 euro se acquistato singolarmente. Ma ci sono anche modelli più economici, a partire dai 200 euro: e certamente un ordine così massiccio comporterebbe uno sconto significativo.
Dato che è stato fatto un bando, infatti, il ministero e Arcuri si aspettano che arrivino proposte più vantaggiose con la gara europea, e che quindi il prezzo dei banchi che saranno poi effettivamente comprati sarà più basso di quello di listino. La gara è peraltro europea, e quindi non si rivolge solo alle aziende italiane. Il bando specifica poi che saranno preferite eventuali proposte di banchi con specifiche aggiuntive, come sei ruote, la possibilità di bloccarle, la variabilità dell’altezza della seduta e del piano di lavoro.
Nell’idea del ministero dell’Istruzione, i banchi con le ruote servono a rendere più pratica la disposizione degli studenti in modo che stiano distanziati: l’idea è che occupino meno spazio e siano più facili da spostare. Il bando specifica che potranno essere richieste per gli studenti delle scuole secondarie (e quindi le medie e le superiori). Normalmente i banchi di questo tipo sono utilizzati nelle scuole che sfruttano metodi di insegnamento che prevedono, per esempio, frequenti lavori in gruppo: ma banchi individuali con seduta incorporata (senza ruote) sono già usati in moltissime facoltà universitarie.
Perché ci sono state polemiche
In tanti hanno detto che costano troppo, e che non ce n’è davvero bisogno. In queste settimane i giornali hanno raccolto le testimonianze di molti dirigenti scolastici e insegnanti che hanno fatto notare come, per attrezzare con questi banchi una scuola da un migliaio di studenti, sia necessaria una spesa da alcune centinaia di migliaia di euro, molto alta rispetto ai fondi normalmente a disposizione degli istituti per il materiale. Se venissero acquistati 1,5 milioni di banchi simili – ma, come detto, è una cifra massima, e sembra probabile che quelli richiesti dagli istituti saranno di meno – la spesa complessiva sarebbe di alcune centinaia di milioni di euro.
Diversi presidi ed esperti hanno previsto che banchi del genere possano essere facilmente danneggiati, specialmente dagli studenti più giovani e meno attenti. C’è stato anche chi ha segnalato che banchi simili non possono essere usati come riparo in caso di terremoti, e che quindi ci possano essere rischi di sicurezza, anche in caso di incendi.
Ma soprattutto, in tanti hanno suggerito che ci siano altre priorità nelle spese per riorganizzare la scuola: prime fra tutte l’assunzione di nuovi insegnanti, se si vuole ridurre il numero di studenti per ogni classe, e gli interventi di edilizia scolastica. In questi giorni si sono accumulate le testimonianze di presidi e insegnanti che hanno raccontato che le loro scuole hanno aule troppo piccole per garantire il distanziamento fisico, e che i locali alternativi che potrebbero ospitare gli studenti andrebbero risistemati o addirittura ristrutturati, interventi per cui spesso mancano i soldi e per cui ci sarebbe comunque probabilmente troppo poco tempo, da qui a settembre.
Da dove arriveranno i soldi per i banchi
Il ministero dell’Istruzione ha spiegato al Post che la spesa sostenuta per comprare i banchi – quelli tradizionali e quelli con le ruote – non rientrerà nei finanziamenti annunciati finora per la scuola dal governo. Negli scorsi giorni alcuni dirigenti scolastici si erano detti preoccupati di dover usare i fondi già stanziati con il cosiddetto “decreto rilancio” per i banchi richiesti, fondi che magari hanno già usato per acquistare altro materiale.
Con il “decreto rilancio” il governo ha stanziato 331 milioni di euro per le oltre 8.000 scuole pubbliche italiane, da usare un po’ per tutto quello che servirà a riprendere le lezioni in sicurezza: dalle mascherine al gel disinfettante, dagli strumenti per la didattica a distanza alla formazione degli insegnanti. Si parla, in sostanza, di qualche decina di migliaia di euro per istituto, distribuiti proporzionalmente al numero di studenti.
Questi soldi potranno essere usati anche per piccoli interventi strutturali: per esempio cambiare i perni di una porta in modo che si apra verso l’esterno, per guadagnare un po’ di spazio in un’aula. Ma per gli interventi di edilizia leggera più importanti il governo ha stanziato altri 330 milioni di euro distribuiti agli enti locali, che decideranno a quali scuole assegnarli, e per cosa.