L’Iran ha sospeso l’esecuzione di tre manifestanti antigovernativi condannati a morte
La Corte Suprema iraniana ha sospeso l’esecuzione di tre uomini condannati a morte per la loro partecipazione alle manifestazioni antigovernative dello scorso novembre. I tre uomini – Saeed Tamjidi, di 26 anni, Mohammad Rajabi, 28 anni, e Amirhossein Moradi, 26 anni – erano stati condannati per diversi reati, tra cui sabotaggio e rapina a mano armata. Erano stati arrestati durante le proteste, le più grandi in Iran dal 1979, anno della rivoluzione e della nascita della Repubblica Islamica. Secondo alcune organizzazioni per la difesa dei diritti umani, i tre uomini sarebbero stati picchiati o torturati in prigione.
La Corte Suprema ha accettato la richiesta degli avvocati della difesa di esaminare la domanda di appello. Era stato proprio il precedente rifiuto della Corte a provocare la protesta di moltissimi iraniani, tra cui importanti blogger, atleti, attori e politici, che avevano chiesto alle autorità giudiziarie di fermare l’esecuzione della condanna a morte.
In Iran il potere giudiziario è controllato dalla parte più conservatrice del regime, quella che fa riferimento ad Ali Khamenei, la Guida Suprema, la più importante carica politica e religiosa del paese.
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