Otto persone vicine alla ’ndrangheta sono state arrestate in Lombardia nell’ambito di un’indagine per frode fiscale riguardante anche i fondi per l’emergenza coronavirus
La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato in Lombardia otto persone vicine alla ‘ndrangheta, nell’ambito di un’inchiesta per frode fiscale riguardante anche i fondi per l’emergenza coronavirus.
Le persone arrestate nel corso dell’indagine, condotta della direzione distrettuale antimafia di Milano, sono accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta. Una di loro avrebbe ottenuto, attraverso un prestanome, 45mila euro di contributi a fondo perduto e avrebbe fatto richiesta di ottenere finanziamenti per il sostegno delle imprese durante l’emergenza coronavirus previsti dal decreto legge 23 dell’8 aprile.
Il procuratore della Repubblica Francesco Greco in una nota ha comunicato che il principale indagato, affiliato al clan di San Mauro Marchesato, nella provincia di Crotone, in Calabria, «ha presentato richiesta ed ottenuto» per tre società contributi a fondo perduto, dichiarando un volume di affari non vero e fondato sulle false fatture.
Degli otto arrestati quattro sono stati portati in carcere mentre gli altri quattro sono agli arresti domiciliari. La Guardia di finanza ha inoltre sequestrato beni per 7,5 milioni di euro. Sono in corso perquisizioni in diverse altre regioni e sono state notificati avvisi di conclusione d’indagine a 27 persone.