La principale rete televisiva delle Filippine, critica del presidente Duterte, è stata formalmente chiusa dal Parlamento
Venerdì il Parlamento delle Filippine ha formalmente chiuso la principale rete radiotelevisiva del paese ABS-CBN, che è da tempo molto critica nei confronti del presidente Rodrigo Duterte e che da maggio era stata costretta a interrompere le trasmissioni. La decisione è stata presa da una commissione della Camera, composta prevalentemente da alleati di Duterte, che ha votato con una grande maggioranza per negare ad ABS-CBN il rinnovo della licenza per le trasmissioni.
A febbraio il procuratore generale delle Filippine Jose Calida aveva chiesto alla Corte Suprema del paese di revocare la licenza alle trasmissioni della rete, accusandola di gestire illegalmente il suo canale televisivo pay-per-view e di aver nascosto di avere dei finanziatori stranieri.
I giornalisti di ABS-CBN sono tra quelli che negli ultimi anni hanno criticato di più Duterte, noto per i toni e il piglio autoritario e violento con cui governa. Insieme al sito di notizie Rappler, ABS-CBN aveva fatto varie inchieste sulle violenze commesse dalla polizia nel programma di “guerra alla droga” di Duterte, per cui sono morte migliaia di persone. Per questo il presidente se l’era presa spesso con le due testate, insultando i giornalisti – definendoli in un’occasione «figli di puttana» – e accusandoli di essere spie.
Venerdì il portavoce di Duterte Harry Roque ha cercato di far passare il messaggio che il presidente non c’entri con la decisione: «La presidenza ha mantenuto una posizione neutrale sulla questione dato che rispetta la separazione dei poteri».
ABS-CBN continua e continuerà a lavorare con il suo canale di pay-per-view e con i suoi siti su internet, che non sono interessati dalla licenza scaduta, relativa a canali televisivi in chiaro e radio. La chiusura definitiva di parte della rete però causerà probabilmente il licenziamento di molti degli 11mila dipendenti dell’azienda, cosa che la società aveva annunciato mesi fa.